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Notiziario Marketpress di Giovedì 18 Novembre 2010
 
   
  SANGUE, NESSUNA PREOCCUPAZIONE, IN TOSCANA LE DONAZIONI CRESCONO, IL FABBISOGNO ANCHE. SI FANNO INTERVENTI SEMPRE PIÙ COMPLESSI

 
   
  Firenze, 18 novembre 2010 - «In Toscana il sangue non manca e il sistema trasfusionale toscano è in grado di far fronte a tutte le necessità. Gli allarmismi rischiano solo di creare sfiducia, sia nei donatori, sia nei pazienti che del sangue hanno bisogno». L´assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia interviene a proposito di un supposto "allarme sangue", prospettato da un´interrogazione annunciata dal consigliere regionale Udc Marco Carraresi, ripresa da alcuni organi di informazione. «Dal 2001 al 2009 le donazioni sono costantemente aumentate - informa l´assessore Scaramuccia - Un aumento complessivo del 35,5% in 9 anni. E sono cresciute anche le donazioni di plasma: con 63.852 Kg., la Toscana è la terza regione per quantità di plasma conferito all´industria. Nel periodo gennaio-ottobre 2010 le donazioni totali sono state 185.177, rispetto alle 181.479 dello stesso periodo del 2009: quindi, 3.698 donazioni in più». La Toscana ha un indice di donazione di 102 donazioni ogni 1.000 abitanti tra 18 e 65 anni. In Italia, l´indice di donazione è molto variegato, ma ci sono regioni con un indice ben sotto la metà di quello toscano. Con le donazioni, aumenta però anche il consumo di sangue, e con un ritmo più veloce. Se nel 2009 le donazioni sono aumentate del 6,89% rispetto al 2008, il consumo è cresciuto dell´8,28%. Questo è dovuto all´aumento di patologie o bisogni clinici relativamente comuni, alle necessità dei pazienti oncologici (il 33% dei pazienti oncologici effettua almeno una trasfusione), agli interventi chirurgici a complessità crescente come i trapianti, gli interventi cardiovascolari e ortopedici. Paradossalmente, le regioni in cui la sanità è meno efficiente, e si fanno molti meno interventi di ques to tipo, non sono mai in carenza di sangue. Va detto anche che la Tosacana offre ogni anno assistenza sanitaria al 17,4% di pazienti provenienti da altre regioni. «Anche per il sistema trasfusionale vale il concetto di rete - chiarisce l´assessore - Da anni il sistema trasfusionale non è più un tema locale di confronto tra bisogni e consumi del singolo ospedale, o di una singola regione. Vista la mobilità dei pazienti sul territorio nazionale, quello dell´autosufficienza trasfusionale è un tema nazionale, per cui le compensazioni tra regioni non sono più un indicatore negativo, anzi costituiscono un indicatore di un sistema capace di fare rete. Per esempio, la Toscana è in grado di supportare in modo continuativo l´Università di Tor Vergata (circa 1.500 unità l´anno), e allo stesso tempo, in alcuni periodi dell´anno, abbiamo bisogno di supporto dalle altre regioni (circa 2.500 unità). Ma non si deve in alc un modo parlare di perdita di autosufficienza. In Toscana, a fronte di una situazione di sostanziale autosufficienza su base annuale, si alternano periodi di eccedenza e periodi di carenza. E´ normale». Il modello trasfusionale toscano ha visto nel 2009 la presenza di 40 strutture pubbliche, 56 unità di raccolta fisse associative e 4 autoemoteche: 3 Fratres e 1 Anpas. Questa la rappresentatività delle associazioni di volontariato a livello regionale: 56,2% Avis, 36,6% Fratres, 4,9% Anpas, 2,3% Cri. «Il sistema sangue - conclude Daniela Scaramuccia - si basa su donazioni volontarie, anonime, gratuite, consapevoli e periodiche di donatori che hanno fiducia nel sistema sanitario e nelle associazioni. Gli allarmismi, ripeto, rischiano di incrinare questo clima di fiducia, con gravi ripercussioni per tutto il sistema trasfusionale».  
   
 

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