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Notiziario Marketpress di Venerdì 19 Novembre 2010
 
   
  LA MONTAGNA DA SOTTO: DIALOGHI TRA CITTA´ E MONTAGNA / AL FOYER DEL CENTRO S. CHIARA A TRENTO DA DOMENICA TRE MOSTRE RACCONTANO NOI E I MONTI, IERI ED OGGI

 
   
  Sono le mostre uno dei piatti forti del ricco e variegato calendario de "La montagna da sotto: dialoghi tra città e montagna", la proposta del Club Fotoamatori Mattarello e dell´Assessorato alla cultura della Provincia autonoma di Trento di una indagine sul territorio presentata al pubblico con un ricco calendario fatto di incontri, forum e, appunto, mostre. Domenica 21 novembre sono ben tre le mostre fotografiche che verranno inaugurate - alle ore 10.30 - alla Sala Foyer del Centro Servizi Culturali S.chiara. "Montagne di città. Fotografia e memoria"; "Rilievi [urbani]" - fotografie di Gianluca Benacchio, Andrea Bombardelli, Paolo Bosetti, Claudio De Ruvo, Lucia Gennari, Marco Perini, Stefano Rubini, Marino Trentini; "Indagini alpine", fotografie di Giulio Malfer. Le mostre resteranno aperte fino al 12 dicembre, orari di apertura: da lunedì venerdì: 15.00 – 19.00; sabato e domenica: 10.00 – 19.00; mercoledì 8 dicembre 10.00-19.00. Montagne di città. Fotografia e memoria si propone di mostrare lo stretto legame fra la città di Trento e le sue montagne. Bondone, Marzola, Vigolana, Calisio e Paganella hanno infatti sempre avuto un ruolo molto rilevante nella definizione dell’identità dei cittadini di Trento. La città ha intessuto con le montagne più prossime un rapporto che oltrepassa l’utilizzo puro e semplice e si configura invece come qualcosa di più profondo. Questi rilievi non presentano dal punto di vista morfologico quella spettacolarità che invece ha fatto, a partire dal secolo scorso, delle vicine Dolomiti una fra le mete più ambite del turismo di massa. Anche tale contingenza, oltre alla loro vicinanza al tessuto urbano, ha permesso agli abitanti di Trento di stabilire con esse un rapporto di intimità e familiarità, così come lo testimoniano le fotografie delle gite fuori porta della domenica e dei riti religiosi. A questa dimensione familiare se ne affianca un’altra specificamente pubblica, legata alla storia della città, così come ne danno conto, fra le altre, le fotografie dell’inaugurazione del faro dedicato a Cesare Battisti sulla Paganella negli anni Trenta. Rilievi [urbani] è una riflessione per immagini sull’identità urbana di Trento quale città di montagna. Quali elementi si combinano per definire l’identità urbana di una città? La città – intesa come particolare configurazione storica e consolidata di relazioni sociali – è definita semplicemente da elementi meramente urbani, ovvero che emergono dalla città stessa, o il contesto e l’ambiente naturale sono altrettanto importanti nel caratterizzarne la specifica identità? "Rilievi [urbani]" è una possibile risposta a questi interrogativi, un’indagine fotografica che indaga varie e differenti dimensioni del rapporto che la città contemporanea intrattiene con l’ambiente naturale: le direzioni del movimenti di cose e persone dalla città alla montagna o viceversa; la rappresentazione dell’immaginario cui tale rapporto dà forma; la montagna come scenografia per pratiche di svago specificamente urbane. In ogni caso si è tentato di restituire e insieme costruire un immaginario contemporaneo della montagna lontano dallo stereotipo oleografico che solitamente ispira la sua rappresentazione. Indagini alpine. "Il senso tragico del tramonto culturale che negli anni Settanta calava sulle Alpi riuscì a esprimerlo, più di tutti, Nuto Revelli. Correva la fine di un’epoca, e l’infaticabile raccoglitore di biografie nell’umanità marginale della montagna cuneese stava per concludere la sua opera. Nel 1977, presso Einaudi, uscì Il mondo dei vinti, grande ritratto corale di un mondo sconfitto dalla modernità. 85 storie unite nella disfatta, gli “ultimi” di quella società tradizionale che per secoli aveva stretto un patto di equilibrio con la montagna. I giovani valligiani abbandonavano la vita dei padri credendo alla promessa di un futuro migliore in fabbrica. Così, mentre nelle città i termitai di edilizia popolare andavano lievitando, nelle vallate si apriva la grande ferita dello spopolamento. E fuori dalle poche isole dell’industria del turismo, la natura non più amministrata assediava borghi abitati ormai solo da anziani. La montagna moriva in silenzio. Eppure la patina delle riviste di turismo e dei depliant continuò ad alimentare lo stereotipo del felice mondo alpestre, retaggio romantico che piegava la realtà, anche la più triste e faticosa, in un eden idealizzato. Oggi le cose però stanno cambiando. La spinta centrifuga dalle montagne s’è fermata e stiamo assistendo, qua e là, a un timido dietrofront. A partire dal 1996, l’Istituto nazionale di sociologia rurale ha calcolato lo 0,2% in più di popolazione residente in montagna. Una nuova vita che insieme a chi ha resistito si prefigge di continuare, anche quando il week-end è finito o l’alta stagione lascia posto al “periodo morto”. Una vita senza stereotipi, concreta. Così come la si può leggere negli sguardi colti dal fotografo Giulio Malfer. A quasi quarant’anni dalle interviste registrate da Nuto Revelli, Malfer ritorna sugli stessi territori d’indagine etnografica usando la fedeltà, imparziale e icastica, della macchina fotografica. Viaggia in un arco di diversi anni nelle vallate meno toccate dal turismo realizzando una serie di reportage fotogiornalistici. Nel difficile tentativo di ribaltare quello stereotipo che, da una prospettiva urbana, ancora avvolge in gran parte il mondo alpino". Marco Albino Ferrari Giulio Malfer Fotografo dal 1990. Lavora con diverse agenzie di marketing nel campo industriale e della moda. Collabora con gallerie d’arte milanesi, pubblicando cataloghi d’arte, con musei, per la realizzazione di progetti sul territorio, e con alcune redazioni di riviste italiane, europee e americane per servizi di reportages. È responsabile per diversi anni della comunicazione culturale di un’importante azienda d’abbigliamento. Inizia, coadiuvato da diversi artisti, ad interessarsi alla social-art realizzando installazioni fotografiche itineranti. Mostre, installazioni e libri al suo attivo tra cui: In Presa Diretta Carlos Pazos 2000, Sguardi dall’Alto 2002, Sinteks 2003, Viaggi 2004 I Colori del Grigio 2006, Diverso 2007, Terra Vite Vino 2008, Musica 2009, Partigiani 2010. Tra le esposizioni e le installazioni in varie città italiane: Sguardi dall’Alto, Lavori in Corso, Unlined, Rock Element, Partigiani, Inni, Il Grande Fardello.  
   
 

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