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Notiziario Marketpress di Martedì 23 Novembre 2010
 
   
  LA COMMISSIONE EUROPEA DELINEA IL PROGRAMMA PER UNA LA POLITICA AGRICOLA COMUNE (PAC) LUNGIMIRANTE DOPO IL 2013

 
   
  La Commissione europea ha pubblicato il 18 novembre la comunicazione "La politica agricola comune (Pac) verso il 2020 – Rispondere alle sfide future dell´alimentazione, delle risorse naturali e del territorio". La riforma è volta a rendere il settore agricolo europeo più dinamico, competitivo ed efficace nel conseguire l´obiettivo della strategia "Europa 2020" di stimolare una crescita sostenibile, intelligente e inclusiva. Il documento delinea tre opzioni per la futura riforma. Al termine del dibattito sulla strategia prospettata, la Commissione presenterà proposte legislative formali verso la metà del 2011. Nell´illustrare la comunicazione, il commissario Ue per l´agricoltura e lo sviluppo rurale Dacian Cioloþ ha sottolineato oggi l´importanza di rendere la Pac "più verde, più equa, più efficiente e più efficace". Il commissario ha quindi aggiunto: "La Pac non riguarda solo gli agricoltori, ma tutti i cittadini dell´Ue in quanto consumatori e contribuenti. È dunque importante concepire una politica che sia più comprensibile per il grande pubblico e chiarisca i vantaggi collettivi offerti dagli agricoltori all´intera società. L´agricoltura europea deve essere competitiva non solo dal punto di vista economico, ma anche sotto il profilo ambientale." Nei mesi scorsi la Commissione ha organizzato un dibattito pubblico e una grande conferenza sul futuro della Pac. La stragrande maggioranza dei contributi ha identificato tre obiettivi principali: •produzione alimentare economicamente redditizia (la fornitura di derrate alimentari sicure e in quantità sufficienti in un contesto di crescente domanda mondiale, di crisi economica e di maggiore instabilità dei mercati per contribuire alla sicurezza dell´approvvigionamento); •gestione sostenibile delle risorse naturali e azione a favore del clima (gli agricoltori devono spesso far prevalere le considerazioni ambientali su quelle economiche, ma i relativi costi non vengono compensati dal mercato); •mantenimento dell´equilibrio territoriale e della diversità delle zone rurali (l´agricoltura resta un motore economico e sociale di grande importanza nelle zone rurali e un fattore fondamentale per mantenere in vita la campagna). La comunicazione presentata oggi esamina i futuri strumenti che potrebbero consentire di realizzare al meglio questi obiettivi. Con riguardo ai pagamenti diretti, la comunicazione sottolinea l´importanza di ridistribuire, riformulare e rendere più mirato il sostegno, sulla base di criteri oggettivi ed equi, facilmente comprensibili per il contribuente. I nuovi criteri dovrebbero essere sia economici (data la funzione di "sostegno al reddito" propria dei pagamenti diretti) che ambientali (per tener conto dei beni di pubblica utilità forniti dagli agricoltori), e il sostegno dovrebbe essere maggiormente orientato verso gli agricoltori attivi. Andrebbe organizzata una distribuzione più equa dei fondi, in modo fattibile sotto il profilo economico e politico, prevedendo un margine di transizione per evitare gravi perturbazioni. Uno degli approcci possibili potrebbe consistere nel fornire un sostegno di base ai redditi (eventualmente uniforme per regione, ma non forfettario per tutta l´Unione, basato su nuovi criteri e con un massimale predefinito), a cui potrebbero aggiungersi: un pagamento ambientale obbligatorio (annuale) per azioni supplementari che vadano oltre le norme di base della condizionalità (ad es. La copertura vegetale, la rotazione dei seminativi, il pascolo permanente o il set-aside ecologico); un pagamento per vincoli naturali specifici (definiti a livello dell´Ue) e importi complementari versati tramite le misure di sviluppo rurale; un´opzione limitata di pagamento "accoppiato" per alcune forme di agricoltura particolarmente sensibili (simile all´opzione attualmente esistente, introdotta [a norma dell´articolo 68] nella verifica dello stato di salute della Pac). Un regime di sostegno semplice e specifico dovrebbe rafforzare la competitività delle piccole aziende, ridurre le formalità amministrative e contribuire alla vitalità delle zone rurali. Con riguardo alle misure di mercato, come l´intervento pubblico e l´aiuto all´ammasso privato, potrebbero essere adottate misure di razionalizzazione e di semplificazione, eventualmente introducendo nuovi elementi volti a migliorare il funzionamento della catena alimentare. Benché tali meccanismi costituissero gli strumenti tradizionali della Pac, le successive riforme hanno potenziato l´orientamento al mercato dell´agricoltura dell´Ue riducendo queste misure a "reti di sicurezza", al punto che le scorte pubbliche sono state praticamente eliminate. Mentre ancora nel 1991 le misure di mercato rappresentavano il 92% della spesa della Pac, solo il 7% del bilancio Pac è stato loro destinato nel 2009. La politica di sviluppo rurale ha permesso di rafforzare la sostenibilità economica, ambientale e sociale del settore agricolo e delle zone rurali, ma esiste una forte richiesta di integrare pienamente e in modo orizzontale in tutti i programmi considerazioni in materia di ambiente, cambiamento climatico e innovazione. Si attira l´attenzione sull´importanza delle vendite dirette e dei mercati locali, nonché sulle esigenze specifiche dei giovani agricoltori e di coloro che iniziano l´attività. L´approccio Leader verrà ulteriormente integrato. Ai fini di una maggiore efficacia si propone di adottare una strategia più basata sui risultati, se del caso con obiettivi quantificati. Uno dei nuovi elementi della futura politica di sviluppo rurale dovrebbe essere un pacchetto di strumenti per la gestione dei rischi che contribuiscano ad affrontare in modo più efficace le incertezze dei mercati e l´instabilità dei redditi. Gli Stati membri dovrebbero poter disporre di opzioni per far fronte ai rischi legati alla produzione e al reddito, con possibilità che vadano da un nuovo strumento di stabilizzazione dei redditi compatibile con l´Omc a un sostegno rafforzato agli strumenti assicurativi e ai fondi comuni. Come per i pagamenti diretti, andrebbe introdotta una nuova ripartizione dei fondi basata su criteri oggettivi, limitando nel contempo gravi turbative dell´attuale sistema. La comunicazione delinea tre opzioni per il futuro orientamento della Pac al fine di affrontare queste importanti sfide: 1) ovviare alle carenze più urgenti della Pac tramite cambiamenti graduali; 2) rendere la Pac più ecologica, equa, efficiente ed efficace; 3) abbandonare le misure di sostegno al reddito e le misure di mercato e concentrare l´azione sugli obiettivi in materia di ambiente e cambiamento climatico. Nell´ambito di tutte e tre le opzioni, la Commissione prevede il mantenimento dell´attuale sistema a due pilastri – un primo pilastro che include i pagamenti diretti e le misure di mercato, in cui le norme sono chiaramente definite a livello dell´Ue, e un secondo pilastro, comprendente misure pluriennali di sviluppo rurale, in cui il quadro di opzioni è fissato a livello dell´Ue ma la scelta finale dei regimi spetta agli Stati membri o alle regioni nell´ambito di una gestione congiunta. Un altro elemento comune a tutte e tre le opzioni è l´idea che il futuro sistema di pagamenti diretti non potrà essere basato su periodi di riferimento storici, ma dovrà essere legato a criteri oggettivi. "L´attuale sistema prevede un regime diversificato di norme per l´Ue-15 e l´Ue-12 che dovrà essere abbandonato dopo il 2013", ha ribadito oggi il commissario Cioloþ. La necessità di criteri più oggettivi riguarda anche gli stanziamenti per lo sviluppo rurale. Per ulteriori informazioni: Allegato: descrizione delle tre grandi opzioni politiche Sito web: http://ec.Europa.eu/agriculture/cap-post-2013/communication/index_en.htm  Memo/10/587 Allegato: Descrizione Delle Tre Grandi Opzioni Politiche
Pagamenti diretti Misure di mercato Sviluppo rurale
Opzione 1 Introdurre una maggiore equità nella ripartizione dei pagamenti diretti tra gli Stati membri (senza modificare il meccanismo vigente). Rafforzare gli strumenti di gestione dei rischi. Razionalizzare e semplificare, ove necessario, gli strumenti di mercato esistenti. Mantenere l´orientamento contenuto nella verifica dello stato di salute, consistente nell´aumentare i finanziamenti volti ad affrontare le sfide connesse al cambiamento climatico, alle acque, alla biodiversità, alle energie rinnovabili e all´innovazione.
Opzione 2 Introdurre una maggiore equità nella ripartizione dei pagamenti diretti tra gli Stati membri e una sostanziale modifica della loro concezione. I pagamenti diretti sarebbero composti da: • un tasso di base che funge da sostegno al reddito, • un aiuto supplementare obbligatorio per determinati beni pubblici "ecologici" tramite azioni agroambientali semplici, generalizzate, annuali e non contrattuali, basato sui costi aggiuntivi necessari per svolgere queste azioni, • un pagamento supplementare volto a compensare vincoli naturali specifici, • una componente di aiuto accoppiato facoltativo a favore di determinati settori e regioni1, Introdurre un nuovo regime per le piccole aziende agricole. Introdurre un massimale per il tasso di base, tenendo anche conto del contributo delle aziende di grandi dimensioni all´occupazione rurale. Migliorare e semplificare, ove necessario, gli strumenti di mercato esistenti. Adeguare e integrare gli strumenti esistenti per renderli più coerenti con le priorità dell´Ue, concentrando il sostegno sull´ambiente, il cambiamento climatico e/o la ristrutturazione e l´innovazione, e per favorire le iniziative regionali/locali. Rafforzare gli attuali strumenti di gestione dei rischi e introdurre uno strumento facoltativo di stabilizzazione dei redditi compatibile con la "scatola verde" dell´Omc per compensare le perdite di reddito gravi. Potrebbe essere presa in considerazione una certa ridistribuzione dei fondi tra gli Stati membri sulla base di criteri oggettivi.
Opzione 3 Abolire gradualmente i pagamenti diretti nella loro forma attuale. Sostituirli con pagamenti limitati per i beni pubblici ambientali e con pagamenti aggiuntivi per vincoli naturali specifici. Abolire tutte le misure di mercato, con la potenziale eccezione di clausole in caso di turbative che potrebbero essere attivate nei periodi di grave crisi. Le misure sarebbero incentrate principalmente sul cambiamento climatico e sulle questioni ambientali.
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