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Notiziario Marketpress di Lunedì 22 Novembre 2010
 
   
  MISURE ANTI-CRISI: DA REGIONE UMBRIA MASSIMO IMPEGNO PER CIG IN DEROGA E INTERVENTI PER OCCUPAZIONE

 
   
  Perugia, 22 novembre 2010 – “In Umbria il ricorso alla cassa integrazione in deroga e alla cassa integrazione straordinaria, da gennaio a ottobre 2010, risulta più elevato che nel 2009, mentre si riduce il numero degli occupati, diminuiti di 4mila unità nel primo semestre”. È quanto rileva l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Gianluca Rossi. “L’utilizzo della cassa integrazione e la contrazione dell’occupazione evidenziano chiaramente che gli effetti della crisi economica non sono terminati – sottolinea - e ci inducono a rafforzare ulteriormente le politiche regionali volte ad accrescere la competitività del sistema produttivo umbro e creare nuove opportunità di lavoro”. “Per questo – aggiunge - accanto alle misure per favorire l’applicazione degli ammortizzatori che hanno salvato un rilevante numero di posti di lavoro, la Regione ha attuato interventi a sostegno del tessuto produttivo e la riqualificazione dei lavoratori e sta predisponendo il Piano per il lavoro 2011-2013”. In base ai dati elaborati dall’Osservatorio regionale sul mercato del lavoro, in particolare, nel mese di ottobre il ricorso alla cassa integrazione in Umbria è stato di 1.753.046 ore, il 47,2 per cento in più del mese precedente e il 32,3 per cento in più dell’ottobre 2009. L’aumento è stato più marcato rispetto al livello nazionale (più 3,5% annuo e meno 2,7 rispetto al mese precedente), in particolare per quanto concerne la cassa integrazione in deroga. “Complessivamente, fino ad oggi, per la cassa integrazione in deroga – rileva l’assessore Rossi - è stato autorizzato un monte ore prossimo a 10 milioni e 300mila che comporta un costo massimo stimato già superiore ai 100 milioni di euro. Un impegno finanziario rilevante, per il quale l’Umbria ha siglato con il Governo un nuovo accordo che prevede l’attribuzione di 50 milioni di euro. Serviranno – spiega - per coprire il fabbisogno del 2010, data l’insufficienza dei 20 milioni ottenuti a marzo, e permetteranno di far fronte a parte degli impegni che si andranno a prendere a seguito di un nuovo accordo con le parti sociali per il 2011, da sottoscrivere appena definito il quadro a livello nazionale”. “La Regione continuerà a vigilare e impegnarsi affinché l’accordo sia esteso al 2011 – prosegue Rossi – Gli importanti risultati già raggiunti, con la salvaguardia di posti di lavoro, non ci fanno abbassare la guardia sulle difficoltà che incontrano le nostre imprese e i riflessi negativi sull’occupazione. Per questo abbiamo programmato e stiamo attuando politiche mirate, per le quali investiremo ingenti risorse”. Secondo i dati dell’Osservatorio regionale sul mercato del lavoro, dall’inizio dell’anno ad ottobre, solo la cassa integrazione ordinaria (“Cigo”), utilizzata in caso di contrazione o sospensione dell’attività produttiva dipendente da situazioni aziendali dovute ad eventi transitori o a situazioni temporanee di mercato, ha fatto registrare un numero di ore (3.813.097) inferiore a quello dell’anno precedente (-21,9 per cento); la sua incidenza sul monte ore lavorabili è scesa allo 0,8 per cento, equivalente a circa 2.250 unità di lavoro a zero ore, un dato leggermente più contenuto della media nazionale (1 per cento) che ha comunque registrato una contrazione superiore (-36 per cento). Di contro, le ore di cassa integrazione straordinaria (“Cigs”), utilizzata per fronteggiare gravi situazioni di eccedenza occupazionale, che sono state autorizzate nei primi 10 mesi del 2010 (4.398.328) sono più del doppio (+107,4 per cento) rispetto allo stesso periodo del 2009, una crescita che risulta comunque molto più contenuta di quella media del Paese (+178,7 per cento) così come più contenuta è l’incidenza sul monte ore complessivo (0,9% a fronte di una media nazionale dell’1,4 per cento) che porta a stimare a poco meno di 2.600 le posizioni lavorative a zero ore coinvolte. Relativamente alla cassa integrazione in deroga, i dati Inps (9.370.667 ore, +576,3 per cento) porta a stimare in oltre 5.500 le unità lavorative coinvolte coinvolte, il 2 per cento di quelle complessive: un dato doppio rispetto alla media nazionale (1,1 per cento). Il maggior peso della cassa integrazione in deroga rispetto alla “Cigs” e alla “Cigo” – si sottolinea – è da mettere in relazione alle caratteristiche del tessuto produttivo umbro, che vede un’ampia presenza di imprese di piccola dimensione per lo più artigiane che non possono accedere agli ammortizzatori “ordinari”. La crescita del ricorso alla cassa integrazione nelle sue tre diverse tipologie nei primi dieci mesi del 2010 è dovuta principalmente al comparto della meccanica (30,1% della richiesta di ore) e al commercio (16,7 per cento); rilevanti anche l’aumento nei settori delle costruzioni (13,2 per cento; in particolare nell’installazione di impianti), dell’abbigliamento (8,9 per cento), del tessile (6,1 per cento), della lavorazione di minerali non metalliferi (6,7 per cento) e della lavorazione del legno. L’aumento dell’utilizzo della cassa integrazione in deroga emerge ancor più chiaramente anche dall’attività della Regione che nei primi 10 mesi dell’anno ha autorizzato 1.575 richieste aziendali relative a 10.009 lavoratori, 2.000 in più che nel 2009, il 60% dei quali (6.050 lavoratori) in base ai rendiconti presentati alla Regione, nei primi nove mesi dell’anno ha effettivamente utilizzato l’ammortizzatore. Sostanzialmente analogo a quello del 2009, invece, il numero delle domande e dei lavoratori coinvolti nella mobilità in deroga (110 richieste per 154 lavoratori). Tra i lavoratori che usufruiscono della cassa integrazione in deroga, sono circa 2.800 coloro che sono stati coinvolti negli interventi di orientamento programmati e finanziati dalla Regione Umbria ed attuati dai Centri per l’Impiego. Da metà ottobre, inoltre, sono state avviate sul territorio regionale attività formative per i lavoratori definiti “soprasoglia”, con una sospensione dal lavoro che preveda almeno una settimana a zero ore. Il 17,4% delle domande di ammortizzatore in deroga proviene da aziende che operano nei servizi alle imprese il cui peso a differenza del 2009 ha superato quello dal comparto del tessile e dell’abbigliamento (16,6%); estremamente rilevante anche il peso dalle costruzioni (15,1%), dal metalmeccanico (15%) e dal commercio (14,2%). Sono il metalmeccanico e i servizi alle imprese a registrare il numero più elevato di lavoratori in deroga (rispettivamente 18,7% e 24,1 per cento). Le donne rappresentano il 45,4 per cento, un punto in più che nel 2009, percentuale che risulta molto più contenuta nel caso delle sole mobilità in deroga (28,6%); rispetto al 2009 la presenza straniera, invece, risulta di circa 2 punti più contenuta (13,5%). L’81,5% dei lavoratori coinvolti ha una qualifica operaia; a livello contrattuale il 78,9% ha un contratto a tempo indeterminato, il 4,8% ha un contratto a termine e il 16,2% uno di apprendistato, un’incidenza più contenuta di quella del 2009. Risulta leggermente aumentata l’età media dei lavoratori risulta leggermente aumentata; il 40% ha meno di 35 anni, circa 5 punti in meno del 2009 mentre l’incidenza degli over 44 è salita dal 27% al 30,9 per cento. Estremamente contenuta la presenza di laureati (3,1 per cento); circa la metà dei lavoratori ha al massimo la licenza media inferiore, il 34,3 per cento sono diplomati. Relativamente alla dislocazione territoriale, continua ad essere netta la prevalenza della provincia di Perugia, da cui proviene l’85,7 per cento delle domande aziendali e in cui opera il 78,8% dei lavoratori. Tuttavia, ne primi dieci mesi del 2010, la crescita, nel complesso, è stata più marcata nella provincia di Terni (+139,8 per cento) che in quella di Perugia (+103,8%) sia per effetto della deroga sia della “Cigs”. La provincia di Terni ha invece registrato una contrazione più importante della “Cigo”.  
   
 

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