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Notiziario Marketpress di Martedì 23 Novembre 2010
 
   
  TRENTO: ECCO IL IL PIANO PROVINCIALE SANGUE 2010-2012

 
   
  Trento, 23 novembre 2010 - Approvato dalla Giunta, lo scorso 19 novembre, il Piano provinciale Sangue 2010-2012 detta le linee guida, per il triennio, dei servizi trasfusionali in provincia di Trento e stabilisce gli obiettivi riguardanti l´autosufficienza del sangue e la sicurezza trasfusionale. Sono decisamente positivi i dati dell’attività di raccolta relativi agli anni 2005-2009 e vanno nel segno di una costante crescita del numero complessivo delle donazioni di sangue intero (si è passati dalle circa 17.000 donazioni del 2005, alle attuali 21.000); l´incremento delle donazioni rimane una delle principali priorità anche per i prossimi anni: il Piano, infatti, si prefigge il raggiungimento delle 22.000 - 23.000 unità annue di sangue. Tra le novità principali la volontà di avviare la raccolta delle cellule staminali da sangue periferico e di rafforzare la raccolta delle cellule staminali da cordone ombelicale. Il Piano, che ha visto l´apporto delle associazioni delle associazioni donatori del Trentino, è stato presentato oggi dall´assessore provinciale alla salute e politiche sociali Ugo Rossi e dal direttore del Dipartimento di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale dell´Azienda provinciale per i Servizi Sanitari dottor Massimo Ripamonti. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche Aldo Degaudenz, presidente dell´Avis del Trentino, Enrico Paissan, presidente della Lega "Pasi Battisti" volontari del sangue, Silvio Pederzolli dei Donatori Volontari per gli Altri di Sarche, Roberto Giacomelli del Gruppo Autonomo Donatori Sangue di Vigolo Vattaro, Clerio Bertoluzza dell´associazione Donatori Volontari Sangue e Plasma Valli dell´Avisio, Ivana Lorenzini dell´Admo - Associazione Donatori Midollo Osseo, la dottoressa Paola Zanetti del Servizio provinciale Organizzazione e Qualità delle Attività sanitarie, nonché la dottoressa Gina Rossetti e altri rappresentanti della Simti - Società Italiana di Medicina Trasfusionale e Immunoematologia, oggi in convegno a Trento. "In Trentino la situazione è ottimale - ha esordito l´assessore provinciale alla salute e politiche sociali Ugo Rossi - e lo è grazie soprattutto al lavoro capillare delle associazioni di donatori, inserite nel tessuto sociale del nostro territorio. Il Piano che presentiamo oggi è frutto di un lavoro coordinato, di una rete fra diversi soggetti, l´assessorato, l´Azienda sanitaria e le stesse associazioni". E in futuro questo lavoro di squadra si rafforzerà, come ricordato dall´assessore Rossi, attraverso la nomina, all´interno del Consiglio sanitario provinciale, di un rappresentante eletto dalla Consulta delle associazioni di volontariato, come previsto dalla nuova legge. Si tratta dunque di un Piano condiviso, che va nella direzione di un costante miglioramento della qualità e dell´organizzazione. Tra le novità principali, accanto all´obiettivo di allargare la base donazionale, la raccolta di cellule staminali: "Un anno e mezzo fa abbiamo inaugurato all´ospedale Santa Chiara il nuovo reparto di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale - ha chiarito il dottor Ripamonti -, ora manca solo un tassello, che è quello della raccolta, anche in Trentino, delle cellule staminali da sangue periferico e da cordone ombelicale, un obiettivo ormai vicino che ci permetterà di curare i nostri pazienti all´interno della provincia". Positivo il commento delle associazioni: se Enrico Paissan della Lega Pasi Battisti ha puntato l´attenzione sulla necessità di assicurare il ricambio generazionale, Roberto Giacomelli del Gruppo di Vigolo Vattaro ha evidenziato l´impegno dell´associazione rivolto proprio ai giovani, con iniziative dedicate. Aldo Degaudenz ha infine ricordato i dati di Avis, che raccoglie circa l´85% del sangue in provincia di Trento e che può contare su oltre 15.000 donatori: "Possiamo dire con orgoglio che abbiamo donatori molto sensibili: il nostro indice di prenotazione è del 4,5 su mille abitanti potenzialmente abili a donare, ovvero di età compresa fra i 18 e i 65 anni, mentre la media nazionale è al 3. Vi sono poi ulteriori garanzie di qualità, assicurate dal Servizio sanitario e ribadite dal Piano, tra cui l´informatizzazione dei processi: ovvero se le donazioni sono anonime, il sangue viene però etichettato e questo ci permette di risalire al donatore". E in Trentino sono numerosi anche i donatori di midollo osseo: attualmente gli iscritti al registro provinciale, uno dei più giovani d´Italia, sono 4.900, come ricordato dalla presidente Lorenzini. Obiettivi Generali Del Piano Sangue 2010 - 2012 Garantire il mantenimento del livello di autosufficienza provinciale di sangue, emocomponenti e emoderivati I dati dell’attività di raccolta degli anni 2005-2009 dimostrano una costante crescita del numero complessivo delle donazioni di sangue intero, dalle circa 17.000 donazioni del 2005, alle circa 21.000 del 2010. L’aumento di donazioni nel periodo più recente si è realizzato grazie all’attività delle unità di raccolta periferiche, a fronte di una raccolta stazionaria, se non in leggero calo, presso il Sit di Trento e il Ct di Rovereto. Per i prossimi anni deve essere annualmente programmata la raccolta di sangue prevedendone un progressivo aumento graduale(22.000-23.000 unità annue). A tal fine essa va concordata con le Associazioni di Volontariato rafforzandola e incrementandola nelle unità di raccolta periferiche con l’ottimizzazione e l’ adeguamento delle risorse umane e materiali anche istituendo un organico dipartimentale da adibire a rotazione nelle varie unità di raccolta, o avvalendosi della collaborazione delle associazioni dei donatori di sangue nell’integrazione del personale sanitario necessario secondo modalità da concordare tra le associazioni e il Dimt. Inoltre va istituita formalmente la nuova unità di raccolta di Pozza di Fassa, con la possibilità di individuare altri centri di raccolta in alcune zone decentrate. Garantire un elevato livello di sicurezza delle attività trasfusionali mediante la totale informatizzazione delle strutture e la standardizzazione delle procedure Riguardo al rischio clinico, gran parte dei rischi trasfusionali derivano oggi dalla difficoltà del sistema organizzativo di eliminare gli errori di identificazione del paziente. Per ridurre al minimo tali rischi si dispone che siano proseguite le misure adottate sperimentalmente riguardanti il processo di identificazione del paziente mediante “braccialetto”, e che siano adottare procedure per il monitoraggio e la raccolta di dati sulle non conformità, e per la valutazione congiunta dei casi mediante audit clinici all’interno dei reparti. Rafforzare l’organizzazione dipartimentale Viene rafforzata l’organizzazione dipartimentale, incrementando anche le funzioni e le responsabilità delle unità di raccolta, e, in particolare, la funzione del Dipartimento trasfusionale non soltanto nella gestione e controllo dell’applicazione di linee-guida e protocolli, ma anche nella dotazione di strumenti organizzativi e di gestione delle risorse umane e non, al fine di ottimizzare e migliorare la funzione di distribuzione di emocomponenti negli ospedali di valle. Viene confermata l’adeguatezza dell’attuale articolazione del sistema, che vede la presenza di un Sit (Servizio di Immunoematologia e Trasfusione) con funzioni di Crs (Centro Regionale Sangue), un Ct (Centro Trasfusionale) e otto U.r (Unità di Raccolta), coordinati dal Dipartimento di Immunoematologia e Trasfusione. Si conferma la natura pubblica dei servizi trasfusionali, che implica la gestione pubblica anche delle unità di raccolta, con eventuale supporto da parte della associazioni dei donatori di sangue. Per le unità di raccolta si deve prevederne un incremento delle funzioni e delle responsabilità. Avviare la raccolta delle cellule staminali da sangue periferico e da cordone ombelicale in provincia di Trento I pazienti trentini, allorché nel loro percorso terapeutico necessitino del trattamento trapiantologico autologo (da sangue midollare e con cellule staminali da sangue periferico), si avvalgono per lo più della struttura ospedaliera della Provincia di Bolzano. Sono stati 37 i trattamenti con procedura trapiantologica midollare di tipo autologo eseguiti per il trattamento di pazienti trentini, di cui 31 presso il centro di Ematologia dell’Ospedale di Bolzano e 6 presso altri Centri vicini. Presso la nuova Struttura Semplice di Ematologia dell’Ospedale S. Chiara di Trento nel corso del 2009 sono stati eseguiti 6 trattamenti con regime di mobilizzazione (Ciclofosfamide ad alte dosi o Citarabina ad alte dosi seguito dalla stimolazione con fattore di crescita leucocitario) e 10 ne sono stati effettuati nei primi cinque mesi del 2010, finalizzati alla raccolta delle cellule staminali emopoietiche presso il Centro Trasfusionale di Bolzano: per la prima volta si è potuto offrire al paziente trentino la possibilità di essere trattato in loco, con la necessità di trasferirsi fuori provincia solamente per la raccolta delle Cse, effettuabile con uno o due giorni di ricovero in regime di Day Hospital. Si può, quindi, prevedere, sulla base dei dati statistici del 2009 e 2010 e sulla base dell’attività clinica in essere presso la S.s. Di Ematologia dell’Ospedale S. Chiara di Trento, che si potranno trattare in loco, presso la S.s. Di Ematologia della nostra Azienda Sanitaria Provinciale, almeno 12-15 pazienti/anno, per i primi anni. Il recupero dei costi è stimabile attorno a 600.000 Euro circa per i primi anni con incrementi consistenti a regime. Va inoltre incrementata e resa omogenea sull’intero territorio provinciale la Raccolta di cellule staminali da sangue cordonale. La Provincia favorisce la conservazione di sangue da cordone ombelicale per uso allogenico a fini solidaristici. Importante e necessaria è la convenzione con le strutture accreditate viciniori, all’interno della rete nazionale di Banche dedicate Promuovere il Sistema di gestione per la qualità L’applicazione di un Sistema Qualità alle strutture trasfusionali è presupposto fondamentale per garantire una rete trasfusionale caratterizzata da aspetti di efficacia, efficienza e sicurezza. Tramite il processo di autorizzazione e accreditamento la Provincia provvede ad assicurare la presenza e il mantenimento dei requisiti delle strutture trasfusionali. Valorizzare il volontariato La Provincia di Trento riconosce il ruolo fondamentale del volontariato organizzato e rappresentato dalle Associazioni dei donatori volontari di sangue, alle quali va il merito del conseguimento e mantenimento dell’autosufficienza di sangue nella provincia di Trento. La Provincia favorisce pertanto lo sviluppo associativo, nella consapevolezza del ruolo svolto dalle Associazioni nella gestione, in sinergia con il Ssn, del livello essenziale di assistenza costituito dalle terapie trasfusionali, secondo un modello di sussidiarietà rispetto al servizio pubblico, nonché nella collaborazione alla diffusione di corretti stili di vita, in sintonia con l’educazione alla salute . La cultura della solidarietà e della partecipazione di cui i volontari sono portatori è un patrimonio da valorizzare e promuovere da parte del Servizio sanitario. L’azienda sanitaria cura pertanto il mantenimento della fidelizzazione dei donatori attraverso l’adeguata partecipazione delle Associazioni di Volontariato alla programmazione dell’attività di raccolta, con assunzione di responsabilità da parte della Associazioni riguardo al raggiungimento degli obiettivi concordati. La Provincia favorisce la partecipazione delle Associazioni dei donatori di sangue alla programmazione operativa delle attività annuali, sia negli organi collegiali del Dipartimento di Immunoematologia e trasfusione e nel Comitato aziendale per il buon uso del sangue, sia nell’ambito della Commissione tecnica provinciale per i servizi trasfusionali, istituita con deliberazione n.1752 di data 11 luglio 2008, nella quale le Associazioni di volontariato sono rappresentate. I rapporti tra le Associazioni sono regolati da specifiche convenzioni di durata triennale, in conformità allo schema approvato dalla Giunta provinciale. Lo schema di convenzione con le Associazioni di volontariato dei donatori di sangue è approvato con deliberazione della Giunta provinciale n. 1751 del 11 luglio 2008.  
   
 

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