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Notiziario Marketpress di Giovedì 25 Maggio 2006
 
   
  EMOZIONI CROMATICHE 35 ANNI DI PITTURA DI FERRUCCIO GARD 27 MAGGIO - 2 LUGLIO 2006 PADOVA, PALAZZO DEL MONTE DI PIETÀ

 
   
   Padova, 25 maggio 2006 - Ferruccio Gard festeggia i 35 anni di pittura con una grande antologica promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo del Comune di Padova e allestita dal 27 maggio al 2 luglio a Padova, nelle sale espositive di Palazzo del Monte di Pietà. La mostra, dopo Padova, sarà riallestita a Venezia (Scuola Grande di San Giovanni Evangelista di Venezia, dal 5 settembre al 15 ottobre) e a Montecarlo (Galleria Marescalchi-gam galerie di Monte-carlo, dall’11 al 30 novembre). L’antologica ripercorre le tappe più salienti di 35 anni di pittura dell’artista, “fatta eccezione per gli iniziali quadri figurativi, che considero peccati di gioventù”, afferma Gard. In mostra saranno presenti una sessantina di opere, dal periodo cinetico degli anni Settanta, alle successive fasi geometriche e astratto-informali, sino alle attuali esplosioni cromatiche, definite da Renato Barilli “La fissione del colore”. Gard è stato uno dei protagonisti dell’arte cinetica in Italia ed è un noto esponente del nuovo astrattismo. La sua evoluzione artistica lo ha portato, dopo un iniziale periodo surrealista e metafisico, a passare coerentemente all’arte programmata, al neocostruttivismo e all’arte gestaltica. Particolare interesse ha infatti ricoperto per l’artista lo studio della percezione visiva, nel quale ha sviluppato numerose ricerche, che lo hanno fatto approdare nel 1987 all’astrattismo della nuova geometria. La sua attuale ricerca sulla pittura astratto-informale è considerata da gran parte della critica fra le più interessanti e originali nel panorama italiano, sia per la personale ricerca cromatica (sta inoltre lavorando da anni alla creazione di un nuovo colore), sia per l’innovativa fusione di due esperienze fondamentali dell’arte contemporanea: l’astrattismo e l’informale. L’astrattismo è definito da Gard “la ricerca dell’assoluto” e, proprio in quanto tale, mai completamente raggiungibile e decifrabile dall’uomo. Come lui stesso afferma, nelle sue opere è presente l’assente (l’uomo) ed è visibile l’invisibile (i sentimenti). Egli infatti rappresenta la realtà, con l’insieme delle sue contraddizioni, delle gioie e dei dolori che essa racchiude, rese attraverso l’utilizzo di rapporti e corrispondenze ottiche: combinazione di colori, figure geometriche e simboli. Per questo le sue opere astratto-geometriche possono essere definite “poesie cromatiche”, che richiedono la sensibilità di un osservatore attento per essere interpretate e, anche se la loro comprensione non è immediata, esse hanno comunque un fascino magnetico che cattura l’occhio del fruitore, attirandolo all’interno di un’esplosione di colori e di forme. La mostra sarà accompagnata da un ampio catalogo con presentazione di Giovanni Granzotto e una antologia critica, con scritti, fra gli altri, di Pierre Restany e Achille Bonito Oliva. Biografia Ferruccio Gard è nato a Vestignè (To). Dal 1973 vive e lavora a Venezia dove ha lo studio nell’isola del Lido. Ha iniziato ad esporre negli anni ’70 e oggi ha all’attivo 120 mostre personali e oltre 200 collettive in Italia e all’estero. Tra le ultime personali, la mostra nel 2004 a Torino organizzata dalla Regione Piemonte alla Sala Bolaffi per il ciclo “I maestri piemontesi viventi” e, lo scorso anno, alla pure prestigiosa Casa dei Carraresi di Treviso, dopo la conclusione del ciclo di cinque anni dedicato agli impressionisti. Ha partecipato a tre Biennali Internazionali di Venezia nel 1982, nel 1986 e nel 1995 e all’Xi Quadriennale Nazionale di Roma nel 1986. E’ stato inoltre invitato alla più importante mostra sinora realizzata sull’astrattismo italiano “Astratta: Secessioni Astratte in Italia dal dopoguerra al 1990”, a cura di Giorgio Cortenova e Filiberto Menna, tenutasi a Verona, Galleria Comunale d’Arte moderna, Palazzo Forti; a Milano, Palazzo della Permanente; a Darmstadt, Kunsthalle. Di Ferruccio Gard hanno scritto i maggiori critici, da Pierre Restany ad Achille Bonito Oliva. .  
   
 

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