Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Lunedì 27 Novembre 2006
 
   
  COSTRUIRE LE MODERNITÀ. IGNAZIO GARDELLA ARCHITETTO AL PALAZZO DUCALE DI GENOVA

 
   
  Genova, 27 novembre 2006 - Successivamente alla mostra milanese tenutasi al Pac nel 1992 dedicata all´opera di Ignazio Gardella, la Regioneliguria, l´Amministrazione Comunale attraverso Palazzo Ducale, la Facoltà di Architettura di Genova attraverso il Diparc (Dipartimento di Progettazione e Costruzione dell´Architettura) e lo Csac (Centro Studi e Archivio della Comunicazione) dell´Università di Parma hanno voluto, sotto il patrocinio della Darc, in occasione del centenario della nascita, promuovere e organizzare un nuovo momento di riflessione sul lavoro dell´architetto considerato, per il proprio contributo, parte fondamentale di un rinnovamento urbano su cui il maestro ha inciso con i propri progetti e le proprie opere in modo determinante. Le opere di Gardella sostanziano difatti una concreta riflessione disciplinare, nella quale si può cogliere il tentativo di interpretazione del contesto urbano attraverso il progetto di architettura. In questa chiave di lettura ogni edificio, e in generale l’intera opera gardelliana, acquista una straordinaria rilevanza in relazione alla capacità di incidere e trasformare la città in un reciproco scambio tra gli elementi della costruzione dell’architettura e la morfologia urbana. Le diverse sezioni della mostra illustrano le città dove l’architetto ha operato nel corso della sua lunga carriera, individuandone il fulcro caratterizzante nel rapporto tra architettura e contesto urbano. Alessandria, Milano, Genova e Venezia emergono come i luoghi privilegiati di una produzione ampiamente diffusa sul territorio italiano. Queste città mostrano i segni di stratificazioni e memorie, culturali e fisiche, che l’architetto interpreta ben oltre i confini di un ritrovato rapporto tra architettura contemporanea e “preesistenze ambientali”. Le città e la loro storia costituiscono quindi, nell’ipotesi della mostra, lo scenario di una riflessione progettuale che, partendo da istanze disciplinari convenzionali e condivise, muove verso un territorio del tutto originale, quanto culturalmente legittimato. Le sezioni della mostra, affidate a diversi curatori, sono così individuate Nell’autunno 1835 l’ingegnere civile e idraulico Gardella tracciava i disegni del lungo porticato di settantaquattro archi destinato per poco meno di quarant’anni a collegare il bacino della Darsena alla Dogana del porto genovese. Cosa accomuna il lavoro dell’architetto milanese Ignazio Gardella alla tradizione di un sapere radicato da tre generazioni nella sua stessa famiglia? «Io non ho mai sentito una vera necessità di trovare nuovi fondamenti. Quelli che ho mi sembra di averli in qualche modo ereditati»: così, alla metà degli anni novanta, il progettista della casa delle Zattere coglieva l’essenza di un lavoro durato quasi settant’anni. Alessandria - Casa Borsalino (1948-52), Dispensario antitubercolare (1933-38), Istituto Tecnico Industriale (1959-67) Sanatorio Vittorio Emanuele Iii (1928-38). A cura di Marco Casamonti con Guido Montanari Alessandria come tappa ricorrente nel percorso evolutivo dell’architettura di Gardella, rappresenta il luogo nel quale le trasformazioni culturali in atto nel paese si intrecciano con la ricerca di nuove forme espressive. Dall’introduzione del mattone faccia a vista nel Dispensario Antitubercolare, che riconduce su territori più vicini al contesto piemontese le forme astratte del parallelepipedo razionalista, alla riconcettualizzazione del palazzo di città che consente a Gardella di risolvere nella Casa Borsalino l’affaccio su strada dell’isolato urbano attraverso la riscrittura della tipologia residenziale in serie, la struttura urbana di Alessandria si rivela ogni volta come sistema remoto di referneze che suggeriscono a Gardella strategie alternative di intervento, ma anche territorio malleabile sul quale sperimentare, nel passaggio degli anni, approcci progettuali già maturi od ancora da verificare alla prova del cantiere. Genova - Casa di Colombo (1955), Facoltà di Architettura (1975-89) a cura di Bruno Gabrielli con Simona Gabrielli La centralità dell´apporto di Gardella a Genova deve essere conosciuta attraverso una rivisitazione del clima culturale di questa città negli anni´50/´60, quando Caterina Marcenaro, direttore dell´Ufficio Belle Arti del Comune chiamò a lavorare a Genova Albini e Gardella, attraverso Giovanni Romano. Un racconto per frammenti attraverso un’insieme di immagini inedite, documenti e testimonianze e la scelta di due progetti significativi: uno, inedito e curioso, riguarda la Casa di Colombo (1954) e il secondo, assai noto è il Piano Particolareggiato di S. Silvestro/s. Donato (1968) dal quale nasce il progetto del Complesso della Facoltà di Architettura. A corollario altri progetti di Gardella a Genova e in Liguria. Milano - Torre in Piazza del Duomo (1934), Casa al Parco (1947-53), Palazzo per gli uffici tecnici Alfa Romeo, Arese (1968-74) a cura di Antonio Monestiroli con Fedrico Bucci e Stefano Guidarini; per l’approfondimento su Cesate Aurelio Cortesi con Silvia Zanichelli La sezione presenta un approfondimento dedicato al lavoro di Ignazio Gardella nel contesto milanese e lombardo, secondo un punto di vista che vuole dimostrare il suo ruolo fondativo nella cultura architettonica, mediante un parallelo con le opere di altri maestri della sua generazione come Albini, Asnago e Vender, i Bbpr, Bottoni, Carlo De Carli, Figini e Pollini. Questo perché a Milano, negli anni Cinquanta, vi era un gruppo di architetti uniti da un modo di lavorare comune, un modo che rende riconoscibile una vera e propria scuola di pensiero, la Scuola di Milano. Sono quindi esposti i materiali relativi a tre opere “manifesto” di Gardella, che rappresentano diversi periodi della sua lunga carriera: il progetto di concorso per la Torre Littoria in piazza del Duomo, la Casa al Parco, il Palazzo per uffici tecnici Alfa Romeo ad Arese, oltre al Piano urbanistico del quartiere Ina-casa di Cesate. Venezia – Casa alle Zattere (1953-62) a cura di Luciano Semerani con Antonella Gallo La prima Casa delle Zattere è analoga alla Casa del Parco di Milano, ma, a Venezia, Gardella si incontra con la luce riflessa nell’acqua, il cromatismo dei materiali, l’ornamento nei dettagli, l’orizzonte urbano interno veneziani. Il tema è La facciata. L’ornamento, in quanto materia (la pietra, il coccio pesto), colore, paradosso statico, che esalta il “mestiere” dell’architettura italiana. L’architettura del limite, che a Venezia partecipa di veri e propri “interni urbani”,La Scuola, che è il cosmo in cui Gardella si confronta con Scarpa, Zevi, Samonà, sono gli altri temi della sezione. Vicenza ed il Nuovo Teatro Civico (1969-80) a cura di Daniele Vitale con Angelo Lorenzi L’ultima parte della mostra, curata da Daniele Vitale con Angelo Lorenzi, si occupa del progetto di Ignazio Gardella per il teatro di Vicenza, elaborato nel 1969 per un concorso a inviti e trasformato in progetto esecutivo nel 1980, ma alla fine per alterne vicende non realizzato. E’ uno dei progetti più belli e intensi di Gardella, e mostra la sua singolare capacità di rinnovarsi e proporre nuove direzioni di ricerca. Lo si può idealmente contrapporre alla casa alle Zattere di Venezia, alla quale nella mostra viene visivamente affrontato. La casa di Venezia aveva rappresentato una prova di grande abilità, ma anche un vicolo cieco, per il suo risolversi in esercizio raffinato e virtuosistico teso a riassumere e a riproporre i caratteri della città. Il teatro si costituisce invece in termini di grande assolutezza, fondandosi su un’idea elementare risolta in volume e in geometria: un quadrato diviso sulla diagonale in due metà di diversa altezza. Testimonia un ritorno a quella aspirazione a un’ideale classicità che Gardella da giovane aveva tratto dall’insegnamento di Edoardo Persico. Www. Mostragardella. Unige. It .  
   
 

<<BACK