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Notiziario Marketpress di Lunedì 29 Novembre 2010
 
   
  AL TEATRO SMERALDO DAL 30 DICEMBRE 2010 AL 13 FEBBRAIO 2011 I LEGNANESI IN FAM FUM E FREC

 
   
  Milano, 29 novembre 2010 - Dopo una stagione travolgente, che ha segnato il tutto esaurito in ogni piazza toccata, la mitica compagnia de I Legnanesi ritorna con un esilarante spettacolo. “Fam Fum e Frec”, totalmente inedito in costumi, scenografie, musiche e testi, è dunque un nuovo capitolo dell’indimenticata rivista all’italiana: sette cambi di scena, venticinque tra attori e ballerini, musiche e divertentissime gag per oltre due ore e mezza di entusiasmante spettacolo. In questo nuovo show, come sempre legato ai temi di attualità, uno dei balletti è ambientato nel vecchio Far West, una metafora del mondo odierno dove solo I Legnanesi possono far ballare allegramente cowboy e indiani insieme. Teresa, Giovanni e Mabilia e tutti i personaggi che animano il cortile portano sul palcoscenico i racconti e le storie fatte di privazioni, disagi economici, false illusioni e gioie irrefrenabili della povera gente. Alti e bassi, però conditi da una sottile ironia e da una grande speranza di una vita migliore. Nel loro regno, il cortile, succede di tutto, dalle liti vere e proprie, ai battibecchi con i vicini sempre per futili e banali motivi che sfociano alla fine in una sana e pulita risata. Teresa, sempre pratica e in bolletta, quasi si ammala per le preoccupazioni e non perde occasione per battibeccare con la sua vittima sacrificale preferita, il Giovanni: lei lo vorrebbe morto, ma in fondo non riuscirebbe a passare un giorno senza il suo grande amore. E anche Mabilia non cambia mai: la “bella del cortile” vagheggia continuamente in fantasie meravigliose ma irrealizzabili, aspirante showgirl un po’ su d’età, ormai più velona che velina. Ma forse anche per lei c’è un futuro…l’amore vero…un buon partito…sarà insomma la volta buona? La Compagnia I Legnanesi nacque per scherzo all´oratorio di Legnarello a Legnano nel 1949 e gli storici personaggi di allora (e di oggi) erano già il fulcro sin dalla prima rappresentazione. La Teresa, la Mabilia, il Giuàn, ovvero la famiglia Colombo: il padre operaio di fonderia, la figlia in filanda con l’aspirazione di essere eletta miss e aprire un negozio di parrucchiera e la madre casalinga-operaia-pensionata. E’ la Teresa il centro della famiglia matriarcale, una donna che si arrabatta con i mestieri più disparati: a posteggiare biciclette o a vendere granite, a pulir lapidi al cimitero, a far la guardia carceraria di complemento, fino a fare la guaritrice. Un mondo, quello della famiglia Colombo, nel quale non si può pensare che al denaro, nell’ambizione impossibile di sfuggire alla “buléta cronica”, unica eredità tramandata di generazione in generazione, dalla civiltà contadina alla civiltà industriale di cui subiscono ogni possibile contraddizione. Ed è alla “buléta” che pensa sempre la Teresa, ossessione tale che anche quando si reca a Roma alla Zecca di Stato, commenta così il vile denaro: “impachetà i miliardi, “dopo mesi ca ma davan nò un ghel: cuma ò vistu i danè, ga som burla dos e o comincia a basai, le cai, carezai, strèngiai, rotulas, mi sota e lur da sura. Vusavu: danè, danè, paradiso, paradiso”. I confini entro i quali si dipana l’esistenza della famiglia Colombo sono delimitati da pochi luoghi: la casa di ringhiera, la fabbrica, la chiesa, il mercato, il cimitero, e il cortile. E’ l’ambientazione delle commedie dei Legnanesi a rendere unico il genere e lo spettacolo. Il cortile, la corte lombarda, è un microcosmo dove viene rappresentata la vita della famiglia Colombo, ma anche di tutto il corollario che completa la loro quotidianità. Nel cortile succede di tutto, è un mondo a sé, a suo modo ovattato, magari un po’ denigrato dagli abitanti, ma comunque in fondo profondamente amato. Www.teatrosmeraldo.it  
   
 

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