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Notiziario Marketpress di Martedì 28 Novembre 2006
 
   
  DOPO INFARTI E TUMORI LA PAURA DELLA BPCO MEDICI DI MEDICINA GENERALE E SPECIALISTI OSPEDALIERI SI CONFRONTANO SULLA MALATTIA LEGATA AL FUMO DI SIGARETTE, CHE OGGI RAPPRESENTA LA QUARTA CAUSA DI MORTE NEL MONDO

 
   
   Gubbio, 28 Novembre 2006 – E’ la quarta causa di morte al mondo ma, a differenza di infarti, ictus e tumori, è praticamente sconosciuta ai più. Eppure la Bpco, la broncopneumopatia cronica ostruttiva, oltre a mietere tante vittime, ogni anno provoca qualcosa come 130. 000 ricoveri. Il tema: “Bpco: da malattia d’organo a patologia multisistemica”, è stato affrontato sabato 25 novembre a Gubbio, presso il centro congressi Santo Spirito, durante un corso di studi multidisciplinare teorico-pratico rivolto ai medici di medicina generale e promosso dagli specialisti pneumologi del presidio ospedaliero di Gubbio, con il contributo dei colleghi delle unità operative di Medicina, Cardiologia e Radiologia, e in collaborazione con Pfizer Italia. Il corso che prevede oltre alla fase teoria una fase pratica all’interno delle strutture ospedaliere, in programma per i giorni 29 e 30 novembre tratterà della Bpco e dei suoi risvolti non solo respiratori ma anche cardiologici, radiologici e vascolari. Fra gli argomenti che verranno affrontati: la Bpco e il cuore, la Bpco e il rischio vascolare trombotico, l’inquadramento nosologico e funzionale. Attualmente la Bpco si pone al quarto posto, a livello mondiale, come causa di morte ma le proiezioni per il 2020 la collocano al terzo posto. In Italia la Bpco coinvolge il 5-10% della popolazione adulta ed è più frequente con l’aumentare dell’età. Proprio per questo motivo in Umbria si arriva a sfiorare la soglia del 10%. Sempre in Italia il 75% delle persone con sintomi da Bpco non ha diagnosi e non è curata e si stima che i malati siano circa 2,6 milioni e tra loro circa l 1 % sia già in fase così avanzata da dover ricorrere all’ossigenoterapia domiciliare per la maggior parte della giornata. Rispetto alle neoplasie maligne, le malattie cerebrovascolari e le cardiopatie, che ancora la precedono, la Bpco è l’unica patologia che dalla fine degli anni ’50 ad oggi ha avuto un tasso di mortalità che è andato costantemente aumentando. “Attualmente la Bpco viene diagnostica solo quando è clinicamente manifesta e già limitante la qualità della vita. La presenza di tosse, catarro e affanno sono spesso considerati sintomi “normali” da molti fumatori e per questo non vengono riferiti al medico di medicina generale. Il risultato è che questi pazienti arrivano dallo pneumologo tardi, spesso dopo aver affrontato percorsi diagnostici complessi quanto non appropriati. Una semplice spirometria, indagine non dolorosa che richiede circa 10 minuti per la sua esecuzione, soprattutto se eseguita precocemente sarebbe invece in grado di fare diagnosi e di permettere di impostare una adeguata terapia sia farmacologica che comportamentale. Purtroppo – sottolineano il dottor Fabrizio Peccini ed il dottor Marco Dottorini, coordinatori del corso, circa la metà di questi soggetti,soprattutto fumatori potenziali malati non sa di esserlo e non ha mai fatto una spirometria, attribuisce i propri sintomi ad altro, ma soprattutto adatta il ritmo della propria vita in modo che questi non compaiano e così ignora la malattia fino a che questa diventa fortemente limitante. Per questo è importante la cooperazione fra ospedale e territorio, fra specialisti e medici di medicina generale anche per mettere a disposizione dei pazienti strumenti semplici per riconoscere la propria malattia”. Una volta che la malattia si è instaurata è necessario evitarne la progressione, migliorarne i sintomi, prevenire e curare le riacutizzazioni e le complicanze. Infatti, un ulteriore problema, da non sottovalutare, è l’aggravio economico associato alla gestione del paziente riacutizzato, in particolare in presenza della necessità di ricorrere al ricovero ospedaliero. .  
   
 

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