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Notiziario Marketpress di Martedì 28 Novembre 2006
 
   
  ECCEZIONALE SCOPERTA ARCHEOLOGICA NEL SITO PREISTORICO DE “LA VELA” DI TRENTO ALLA LUCE UNA STRAORDINARIA AREA FUNERARIA DELL’ETÀ DEL RAME (SECONDA METÀ DEL III MILLENNIO A.C.). DOMANI E IL 1° DICEMBRE DUE CONFERENZE A LA VELA PER RIPERCORRERE LA STORIA DELLE RICERCHE

 
   
  Trento, 28 novembre 2006 - L´area di interesse archeologico si sviluppa lungo l´ampio conoide alluvionale formato dal torrente Vela in prossimità della sua confluenza con il fiume Adige. La presenza del deposito archeologico è attualmente documentata in nove distinti settori che dal 1960 al 2006 sono stati indagati in seguito all’espansione edilizia a scopo urbanistico che ha interessato l´area occidentale della città di Trento. La scoperta delle prime sepolture neolitiche risalenti alla prima metà del V millennio a. C. , che è stata effettuata nell´aprile del 1960, ha posto le basi per riscrivere l´archeologia trentina e soprattutto ha dato l´avvio agli studi sul Neolitico della Valle dell´Adige. La cronaca di questi primi ritrovamenti è stata raccontata al grande pubblico dal giornalista Aldo Gorfer con una serie di appassionanti articoli scritti per il quotidiano L´adige. Una serie di interventi di recupero e di scavo effettuati negli anni 1975, 1976 e 1977 da parte del Museo Tridentino di Scienze Naturali sotto la direzione del noto paletnologo Bernardino Bagolini e direttamente dall’Ufficio beni archeologici della Provincia autonoma di Trento (ora Soprintendenza per i beni archeologici) negli anni 1987-1988 e 2003 hanno permesso di mettere in luce a La Vela un’area archeologica pluristratificata che per gli studi sul Neolitico è di rilevanza internazionale. Tutta la zona è infatti interessata dalla presenza di un vasto abitato e di una necropoli, della quale sono state scavate fino ad ora una quindicina di sepolture, riferibili alla Cultura dei vasi a bocca quadrata (Neolitico medio, V millennio a. C. ). Queste evidenze si impostano su un precedente insediamento riferibile al locale Gruppo Gaban (Neolitico antico, fine Vi millennio a. C. ). Al disotto degli strati neolitici è stata inoltre documentata, in particolare nel corso delle indagini del 2003, una terza fase di frequentazione con tracce di accampamenti riferibili al Mesolitico antico (Sauveterriano) che nuove datazioni al radiocarbonio effettuate presso il Leibniz Labor di Kiel in Germania inquadrano nella seconda metà dell´Viii millennio a. C. Attualmente tutta la zona del conoide del torrente Vela è sottoposta al controllo costante della Soprintendenza per i beni archeologici vista la straordinaria importanza delle evidenze di epoca preistorica messe in luce e la presenza di circa 10. 000 metri quadrati di area sottoposta a vincolo diretto di tutela archeologica. In previsione dei lavori di ristrutturazione e ampliamento di un edificio di civile abitazione di proprietà di Franco Pisoni in un´area che era già stata interessata da ricerche archeologiche nell´estate del 1976, la Soprintendenza per i beni archeologici nel maggio di quest´anno ha disposto l’avvio di indagini stratigrafiche di verifica in una zona del lotto non ancora esplorata. Le ricerche, dirette dall´archeologa Elisabetta Mottes e coordinate sul campo da Nicola Degasperi della ditta Cora Ricerche Archeologiche s. N. C. Di Trento, hanno consentito di accertare la presenza di un deposito archeologico pluristratificato con evidenze strutturali databili al Neolitico e all´età del Rame. La campagna di scavo del 2006, appena conclusa, ha dunque consentito di mettere in luce in uno stato di conservazione eccezionale un complesso cultuale e funerario inquadrabile nella tarda età del Rame (ultimi secoli del Iii millennio a. C. ). I livelli archeologici riferibili al Neolitico saranno invece oggetto di un intervento di scavo programmato a partire dalla primavera del 2007. Le evidenze databili all´età del Rame sono rappresentate in particolare da una struttura a pianta circolare ottenuta con pietre selezionate in Scaglia Rossa che è stata adibita a pratiche di carattere funerario. All´interno di questa struttura è stata messa in luce una fossa di forma circolare contenente resti scheletrici umani e di fauna, in prevalenza calcinati, associati a oggetti di corredo funebre. Questi ultimi sono rappresentati da elementi di ornamento in pietra, denti di animale forati e punte di freccia in selce. All´esterno della struttura principale che risulta a sua volta delimitata da un doppio filare di pietre di grandi dimensioni è stata messa in luce una serie di piccoli accumuli di ossa umane cremate che ad un esame antropologico preliminare appartengono sia ad individui adulti che a bambini. Sono stati inoltre rinvenuti numerosi elementi di ornamento in rame e in pietra oltre ad industria litica rappresentata in particolare da un numero considerevole di piccoli strumenti di forma geometrica (semilune) e da una lama di pugnale in selce. Nella parte meridionale dell´area indagata è stata inoltre rinvenuta una sepoltura di bambino in vaso. Si tratta di una modalità funeraria che in ambito italiano è documentata solamente in Trentino, in particolare nella Valle dell’Adige nel territorio compreso tra Mezzocorona e Volano e risulta riservata ai neonati o ai feti, che vengono quasi esclusivamente deposti in vasi di terracotta a loro volta sistemati in fosse e coperti con piccole lastre di pietra. Fino al ritrovamento avvenuto a La Vela questa usanza funeraria era documentata esclusivamente in contesto di riparo sottoroccia. Recentemente è stato proposto che il rito della sepoltura in vaso sia legato a contatti con l’area delle isole Ionie e il Peloponneso (Grecia), con ogni probabilità attraverso la mediazione delle culture coeve, poste lungo le due sponde dell´Adriatico. Per documentare le eccezionali strutture dell´età del Rame sono state impiegate le più moderne tecnologie di rilevamento tra cui l´utilizzo dello scanner laser 3D che è stato effettuato dai tecnici Lorenzo Gonzo e Stefano Girardi della Microsystems Division (Mis) dell´Itc-irst di Povo. Dal punto di vista della tipologia e del rituale funerario il nuovo complesso cultuale e funerario messo in luce con gli scavi del 2006 rappresenta un unicum nell´ambito delle modalità sepolcrali dell´età del Rame finora note in Valle dell´Adige e conferma la notevole importanza del sito de La Vela di Trento nel contesto della preistoria della regione alpina. Per sensibilizzare i cittadini alla tutela del patrimonio archeologico e di far conoscere le importanti scoperte avvenute a La Vela, la Soprintendenza per i beni archeologici in collaborazione con il Comitato Pro Vela ha promosso una serie di iniziative di valorizzazione a più livelli legate al territorio. Progetto Scuola - Il progetto vuole essere un occasione per porre al centro dell’attività degli alunni il patrimonio archeologico presente a La Vela, in modo che diventi un documento concreto attraverso cui i ragazzi possano acquisire un metodo di studio e di indagine. Il lavoro sul territorio dovrebbe essere altresì occasione per sviluppare la percezione del bene culturale come ricchezza inestimabile della comunità, come bene a cui affezionarsi, da cui attingere informazioni, che va conosciuto, indagato, valorizzato e tutelato. Si intende altresì valorizzare il territorio preso in esame promuovendo lo sviluppo di conoscenze metodologiche e disciplinari, storico-archeologico e paesaggistico-naturalistiche, educando contemporaneamente al rispetto consapevole delle ricchezze e delle risorse presenti. Il progetto prevede incontri con la presenza dell’educatore in classe, laboratori presso le aule didattiche della Soprintendenza per i beni archeologici con sperimentazione delle tecniche e dei modi di produzione propri del Neolitico, laboratori a scuola, rielaborazione delle attività svolte con l’educatore museale; uscite sul territorio e uscita presso il Laboratorio di restauro della Soprintendenza. Il gruppo di lavoro responsabile del progetto è composto da Luisa Moser (responsabile Servizi Educativi Soprintendenza), Cecilia Cremonesi (educatore museale Servizi Educativi Soprintendenza), Mari Rosa Buccella, (insegnante scuola elementare Vela classe Iv), Cristina Erroi (insegnante classe Iii scuola elementare Vela) Carmen Nicolli (insegnante classe V scuola elementare Vela), con il ruolo specifico di elaborare il progetto e di attuarlo (progettazione, sperimentazione, formazione e conduzione). A queste persone sarà affiancata Susanna Fruet (restauratrice della Soprintendenza) con competenze specifiche nel campo del restauro di beni archeologici. Incontri Di Archeologia - A conclusione della campagna di ricerche 2006 sono in programma due conferenze: uma svoltasi venerdì 24 novembre sul tema: “Prima della storia. Scavi archeologici nel sito de La Vela di Trento dal 1960 al 2006” Elisabetta Mottes, Soprintendenza per i beni archeologici della Provincia Autonoma di Trento. Venerdì 1 dicembre ore 20. 30 “I primi agricoltori della Valle dell’Adige. Reperti archeobotanici dal sito neolitico de La Vela di Trento” Mauro Rottoli, Laboratorio di Archeobiologia dei Musei Civici di Como. Mostra Fotografica Al fine di conservare la memoria dell´importante patrimonio culturale presente a La Vela, nella primavera del 2007 è in programma la realizzazione di una mostra fotografica sulla storia delle ricerche archeologiche effettuate dal 1960 al 2006 che sarà realizzata presso la Sala Polifunzionale -Centro Civico, Vela. Nell´ambito di questa iniziativa saranno inoltre presentati i risultati relativi al Progetto Scuola. .  
   
 

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