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Notiziario Marketpress di
Giovedì 02 Dicembre 2010 |
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LE EDIZIONI SAN PAOLO PUBBLICHERANNO A MARZO IN ESCLUSIVA MONDIALE IL LIBRO DI LIU XIAOBO - PREMIO NOBEL PER LA PACE 2010 : LA FORZA DELLA LIBERTA’
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Milano, 2 dicembre 2010 - Liu Xiaobo, intellettuale e scrittore cinese è laureato in letteratura ed ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace 2010 «per il suo impegno non violento a tutela dei diritti umani in Cina». Lo ha saputo dalla moglie Liu Xia, prima che le autorità cinesi costringessero anche lei e tutti i familiari agli arresti domiciliari. Anche all’avvocato che difende Liu Xiaobo è stato impedito di partire per l’Europa per ritirare il prestigioso riconoscimento ad Oslo il 10 dicembre. Liu ha 54 anni, è nato a Changchun il 28 dicembre 1955 ed è da molti anni impegnato per la difesa dei diritti civili in Cina, spesso non rispettati dal governo do Pechino. Nel 1989 Liu Xiaobo partecipò anche alle manifestazioni in piazza Tiananmen e nel 1991 fu accusato di voler sovvertire il regime. Nel 1996 fu condannato a tre anni di lavoro in un campo di rieducazione per “ Disturbo della quiete pubblica» per aver criticato il partito comunista cinese. Nel 2008, in occasione del sessantesimo anniversario dell’adozione della Dichiarazione universale dei diritti umani, Liu sottoscrive il manifesto di Charta 08, firmato da molti altri intellettuali e attivisti cinesi. Liu viene arrestato pochi giorni prima della pubblicazione e nel dicembre 2009 il Governo Cinese conferma l’arresto per atti sovversivi e lo condanna a 11 anni di lavori forzati nei laogai, i gulag cinesi. Tutto il mondo si è mosso in sua difesa e nonostante l’intervento diretto degli Stati Uniti, dei più importanti stati europei e degli intellettuali di tutto il mondo, Pechino non dimostrato nessuna apertura. La candidatura di Liu Xiaobo al premio Nobel per la pace era stata proposta nel gennaio di quest’anno, tragli altri, dall’arcivescovo sudafricano Desmond Tutu e dal Dalai Lama. Ma Zhaouxu, il portavoce del ministro degli Esteri cinese, aveva contestato la scelta, sostenendo che la consegna del premio all’attivista sarebbe stato un grave errore. I componenti del comitato del Nobel assicurarono che le dichiarazioni del ministro non avrebbero con scelta finale. E così è stato. |
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