|
|
|
|
|
|
|
Notiziario Marketpress di
Lunedì 13 Dicembre 2010 |
|
|
|
|
|
LA PRIMA VOLTA DEL “RITRATTO DI MUSICO” DI LEONARDO DA VINCI MAI USCITO IN 500 ANNI DALLA VENERANDA BIBLIOTECA AMBROSIANA DI MILANO É AI MUSEI CAPITOLINI A ROMA FINO AL 27 FEBBRAIO 2011
|
|
|
|
|
|
Milano, 13 dicembre 2010 È una staffetta virtuosa quella che si sta svolgendo ai Musei Capitolini a Roma tra Michelangelo Buonarroti e Leonardo da Vinci, i due Maestri per eccellenza del Rinascimento italiano. Si concluderà venerdì 10 dicembre 2010 l’esposizione del bozzetto in terracotta “I due lottatori” di Michelangelo e prenderà il suo posto – fino al 27 febbraio 2011 nell’Esedra del Marco Aurelio - il Musico di Leonardo da Vinci, unico ritratto maschile del Maestro conservato al mondo e mai uscito prima dalla Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano. Un evento speciale sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana, promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione - Sovraintendenza ai Beni Culturali con il patrocinio della Regione Lazio e della Provincia di Roma, organizzato dall´Associazione Culturale Metamorfosi e da Zètema Progetto Cultura in collaborazione con la Veneranda Biblioteca Ambrosiana e la Fondazione Cardinale Federico Borromeo. L’esposizione è accompagnata dal catalogo edito da Silvana Editoriale che contiene i testi critici: "Lo sguardo e la musica. Il Musico nell’opera di Leonardo a Milano" e "Dati tecnici e analisi scientifiche" di Pietro C. Marani; "L’invenzione del sangue. La polifonia e il ducato sforzesco" di Davide Daolmi; "Il Musico nella nuova Sala Leonardi della Pinacoteca Ambrosiana" di Mons. Marco Navoni e "“Scrivi che cosa è anima…”: Leonardo e Antonello a confronto" di Maria Teresa Fiorio. «Il “Ritratto di musico” di Leonardo da Vinci - spiega Pietro C. Marani curatore della Veneranda Biblioteca Ambrosiana - è l’unico ritratto maschile tra i pochissimi pervenuti, tutti femminili, di Leonardo. Il “musico” della Pinacoteca Ambrosiana di Milano è anche l’unico dipinto su tavola che si conservi nei musei di Milano. Eccezionale anche la datazione dell’opera: la prima di committenza privata eseguita da Leonardo dopo il suo arrivo in Lombardia, databile al tempo della prima versione della Vergine delle Rocce, intorno al 1485, e perciò da considerare opera precocissima, della prima maturità dell’artista.» «Il dipinto - continua Pietro C. Marani - mostra il graduale affrancarsi di Leonardo dai canoni della ritrattistica ufficiale del tempo: non un ritratto “di profilo”, araldico e immobile, ma mostrato di tre quarti e, benché non si accenni ad alcun movimento della figura, il “moto mentale” è suggerito dalla direzione dello sguardo, diretto fuori dal quadro, e dagli occhi appena sollevati dal foglio di musica, che regge con la mano destra. Sono evidenti le suggestioni provenienti dalla ritrattistica fiamminga e antonellesca, ben conosciuta nella Milano degli anni settanta e ottanta del Quattrocento. Antonello da Messina era infatti venuto a mostrare un suo ritratto ai duchi di Milano nel 1476, dopo la morte di Zanetto Bugatto, il pittore di corte appena morto, che aveva importato a Milano i modelli della pittura nordica, e ritratti di Antonello e di Zanetto dovevano quindi essere stati conosciuti da Leonardo. Più problematica l’identificazione del personaggio raffigurato: la critica ha avanzato i nomi di tutti i principali musicisti e maestri cantori operosi in città, nel Duomo di Milano, da Franchino Gaffurio, maestro di Cappella in Duomo, a Josquin des Prez, il rinnovatore della musica quattrocentesca anch’egli fuggevolmente presente in Milano prima del 1484, e, finalmente, ad Atalante Migliorotti, l’amico musicista che aveva seguito Leonardo da Firenze a Milano il cui ritratto è citato da Leonardo stesso in un elenco di opere d’arte e oggetti che egli aveva redatto in un foglio ora nel Codice Atlantico. Per questo motivo, e in mancanza di altri appoggi documentari, quest’ultima sembra oggi l’identificazione più probabile. Anche la controversia circa l’autografia del dipinto, talvolta messa in dubbio dai critici otto-novecenteschi (che hanno suggerito di vedervi un dipinto non finito di Leonardo completato forse da un suo collaboratore, come il Boltraffio), è definitivamente caduta, soprattutto dopo che il restauro di inizio Novecento e gli studi di Luca Beltrami ne hanno mostrato l’altissima qualità pittorica. L’autografia dell’opera, ormai incontestabile dato che i maggiori studiosi di Leonardo l’accolgono senza riserve, contribuisce ad assegnare a questo straordinario ritratto un posto eminente nell’esiguo catalogo delle opere del tutto originali di Leonardo.» I due capolavori di Michelangelo e Leonardo anticipano lo straordinario appuntamento dell’inverno 2011 - in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia - quando i Musei Capitolini ospiteranno la mostra Due italiani prima dell´Italia, Leonardo e Michelangelo, che riunirà cento capolavori dei due Maestri. L’esposizione vedrà per la prima volta una collaborazione organica tra le due prestigiose istituzioni culturali, la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano e la Fondazione Casa Buonarroti di Firenze. Www.zetema.it/ www.Museiincomuneroma.it/ |
|
|
|
|
|
<<BACK |
|
|
|
|
|
|
|