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Notiziario Marketpress di Giovedì 25 Maggio 2006
 
   
  E’ POSSIBILE L’INTEGRAZIONE EUROPEA SENZA COSTITUZIONE?

 
   
 

Roma, 25 maggio 2006 - Sul tavolo dei ministri degli esteri dei 25, che si riuniscono in formato Gymnich alla fine di questa settimana, ci sarà anche la questione della “capacità di assorbimento” dell’Unione europea da loro stessi evocata nella riunione informale di Salisburgo in marzo dopo la risoluzione del Parlamento sulla strategia dell’allargamento. Su questa questione, il governo francese ha presentato recentemente un suo documento di riflessione sul cui contenuto si sono già accese discussioni e polemiche non solo fra le cancellerie europee. Ricordando gli impegni presi dal Consiglio europeo di Salonicco (19-20 giugno 2003) la Commissione internazionale sui Balcani, presieduta da Giuliano Amato, ha recentemente denunciato la mancanza di coraggio dei leaders europei che si sono ripiegati in politiche che invece di trasformare i Balcani propongono solo la gestione attuale sottolineando che senza adesione nei prossimi dieci anni l’Unione europea sarà considerata una potenza coloniale. Sul tema della “capacità di assorbimento” è tornato poi lo stesso Amato nel suo discorso di Ventotene del 21 maggio chiedendo esplicitamente al governo italiano di cancellarlo dalla sua agenda soprattutto in vista dei prossimi impegni europei dell’Italia (incontri di Romano Prodi con Barroso e Angela Merkel, riunione dei ministri degli esteri del 12 giugno, Consiglio europeo del 15 giugno). In un’intervista all’Unità del 21 maggio, il nuovo ministro degli esteri D’alema ha da parte sua affermato che lo snodo cruciale per l’Italia è quello dell’integrazione dei Balcani per completare, con la loro inclusione nell’Unione europea, l’unificazione dell’Europa. Per quanto riguarda l’integrazione politica dell’Europa, D’alema ha invece messo il piede sul freno del processo costituzionale, affermando che “noi non possiamo pensare che la ratifica avvenga nel suo testo attuale” e che “bisogna orientarsi ad un testo più snello di principi e di regole su cui si possa rimettere in moto il processo di ratifica”. In vista del Consiglio europeo di giugno, il ministro degli esteri italiani ha infine rilanciato l’idea delle cooperazioni rafforzate citando l’energia, la difesa e la politica estera. Ricordiamo che il cancelliere Merkel aveva invece affermato ( vedi testo integrale in francese), nella sua dichiarazione di politica generale dell’11 maggio, “io voglio questo trattato costituzionale, il governo federale lo vuole così come la maggioranza del Bundestag”. Nel suo discorso a Ventotene, il Presidente Napolitano ha affermato che “se l’Italia saprà assumere posizioni chiare ed iniziative forti, non sarà sola in Europa anche rispetto all’impasse del processo di ratifica del Trattato sottoscritto a Roma nell’ottobre 2004” ed ha appunto ricordato che “la signora cancelleria ha espresso la sua piena convinzione che l’Europa debba darsi un ordinamento costituzionale” aggiungendo “è la stessa nostra convinzione”. Da parte sua, il Parlamento europeo si appresta a discutere ed adottare una risoluzione elaborata dalla sua commissione affari costituzionali sui prossimi passi del periodo di riflessione, nella quale conferma il suo impegno a favore del Trattato costituzionale e chiede ai governi di formulare una proposta chiara al più tardi nel secondo semestre del 2007 (e dunque durante la Presidenza portoghese). E’ certamente vero, come afferma la Commissione internazionale sui Balcani che l’insieme delle popolazioni di questi paesi è pari al 4% dell’attuale popolazione dell’Unione europea e che, da questo punto di vista, non può essere messa in questione la “capacità di assorbimento” ma piuttosto – dice polemicamente la Commissione internazionale – la “capacità morale dell’Unione europea”. A nostro giudizio, la formula dell’assorbimento, utilizzata dal Consiglio europeo di Copenaghen nel 1993 non suona soltanto sgradevole per le popolazioni che dovrebbe essere. Assorbite ma è anche fuorviante, mettendo nell’ombra la questione essenziale del livello di capacità democratica e di decisione dell’attuale Unione europea sulla base delle regole del Trattato di Nizza. Sarebbe meglio parlare di “capacità di integrazione” e chiedersi se l’Unione europea dispone oggi di questa capacità senza le regole, i principi ed i valori che sono stati proposti dal Trattato costituzionale. Il governo tedesco, attraverso il suo cancelliere, ha risposto negativamente. Attendiamo ora la risposta degli altri ventiquattro governi dell’Unione. Nel frattempo, la politica europea dell’Italia riparte da Ventotene.
Pier Virgilio Dastoli
Direttore della Rappresentanza

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