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Notiziario Marketpress di Lunedì 13 Dicembre 2010
 
   
  BOLZANO: RELAZIONE DI DURNWALDER AL BILANCIO: "NON UN MASTERPLAN, MA DIRETTIVE CHIARE"

 
   
  Bolzano, 13 dicembre 2010 - No a strategie elaborate per l’arco di un decennio e oltre, sì a una pianificazione mirata per settore. La Giunta provinciale non ha un suo Masterplan, ma si è dotata di direttive chiare, sulle quali modula l’azione di governo e - come dimostrano dati e indicatori - con successo: lo ha ribadito il presidente della Provincia Luis Durnwalder leggendo il 10 dicembre la sua Relazione al bilancio provinciale 2011. Nel documento Durnwalder ha illustrato le linee guida alla base della politica della Giunta, che si trova anche a fronteggiare "la mentalità di chi vuole tutto, tutto subito e tutto gratis" o di chi chiede risparmi, ma solo quelli che non lo toccano direttamente. Una pace sociale e etnica stabile, uno dei tassi di disoccupazione più bassi d’Europa, una crescita economica costante, anche in periodo di recessione, uno tra i Pil più alti: il presidente Durnwalder ha aperto la sua Relazione al bilancio davanti al plenum del Consiglio provinciale con una sintesi dello status quo in Alto Adige, perché “ritengo che sia necessario affrontare la discussione politica sul bilancio del 2011 tenendo realisticamente ben presente la situazione effettiva della nostra provincia. A prescindere da tutte le beghe politiche, da tutte le divergenze di opinioni, deve essere consentito di collocare nelle giuste proporzioni le discussioni che effettuiamo, senza perdere mai di vista la vera situazione dell’Alto Adige: con realismo, pragmatismo e andando oltre le logiche partitiche.” Durnwalder ha invitato a riflettere su uno sviluppo negativo che contraddistingue la società: “La costante sensazione di essere svantaggiati, di sentirci penalizzati ogni volta che si profilano dei cambiamenti. La mentalità con cui fare i conti sempre più spesso è purtroppo quella di chi vuole tutto, tutto subito e tutto gratis.” Le critiche delle associazioni di categoria al bilancio provinciale 2011 in fondo sono un buon segnale, secondo il Presidente: “Quando tutte le parti s’indignano allo stesso modo, o abbiamo sbagliato tutto – e il quadro che ho tracciato inizialmente dell’Alto Adige contraddice sicuramente questa ipotesi – oppure abbiamo fatto molte cose giuste, distribuendo in modo equilibrato i necessari tagli di bilancio e le riallocazioni dei fondi.” Chi chiede alla Giunta di risparmiare su burocrazia, costi e doppioni, non può lamentarsi quando viene toccato da questi risparmi. Durnwalder ha spiegato che nella formazione del bilancio la Giunta provinciale ha agito con ponderazione, ovvero senza compensare le contrazioni del bilancio con maggiori entrate e neppure usando il metodo del tagliaerba (dovendo risparmiare, si tagliano tutti i capitoli in percentuale). “Siamo una tra le poche regioni in Europa che hanno ridotto le imposte”, ha ricordato il Presidente con riferimento all’azzeramento dell’addizionale Irpef per i redditi più bassi e alla rinuncia ad introiti per complessivi 150 milioni di euro. Niente opzioni facili, dunque: “Abbiamo piuttosto orientato la nostra proposta di bilancio per il prossimo anno – ha spiegato il Governatore dell’Alto Adige – alla definizione di priorità, motivo per cui i tagli risultano estremamente diversificati. I settori che abbiamo ritenuto strategici per lo sviluppo della nostra provincia possono persino contare su un lieve aumento della dotazione finanziaria.” Alle critiche di mancanza di strategia, il Presidente ha risposto in modo chiaro: “Non credo che l’Alto Adige abbia potuto compiere lo sviluppo che ha caratterizzato gli ultimi vent‘anni, se fosse stato governata da persone che pensavano solo ad interventi episodici. Certo non c’è stato un Masterplan, ma sono state sviluppate linee guida di settore a cui orientiamo le nostre decisioni”, ha precisato Durnwalder. Non si tratta di regole rigide e immutabili nel tempo, bensì “di una consapevolezza che acquisiamo nel corso del nostro lavoro, che adeguiamo costantemente e che guida il nostro agire.” La consapevolezza, ad esempio, della necessità di lavorare per la comprensione e la pace sociale in alcune questioni che potrebbero riaccendere le tensioni qualora venissero trasposte dalla dimensione politica concreta a quella emotiva, ispirata da ideologie partitiche: “Bisogna fare appello alla razionalità dei cittadini, e non sollecitare i loro istinti più bassi”, ha chiarito Durnwalder riferendosi in particolare alla legge provinciale sull‘immigrazione. La Provincia, così la Relazione del Presidente, non vuole scatenare nuovi flussi migratori, generando una corsa alle prestazioni sociali, e punta invece a favorire una società che sia tollerante, ma che non faccia l’errore di confondere la tolleranza con la rinuncia alla propria identità, una società che sia ospitale, ma che non permetta che si abusi della sua ospitalità, una società che riconosca le situazioni di difficoltà e contribuisca attivamente ad attenuarle, ma che non divenga un bacino di raccolta per avventurieri di ogni genere: “In sintesi, dobbiamo divenire un’unica società”, ha riassunto Durnwalder. Un altro degli aspetti qualificanti: l’Alto Adige deve essere forte sotto il profilo economico, se la sua società desidera svilupparsi in senso positivo. “La performance economica – ha detto Durnwalder – deve andare a vantaggio di tutti gli strati sociali, ciascuno deve poter partecipare al crescente benessere, nessuno deve essere emarginato o scivolare tra le maglie della rete sociale. La Giunta provinciale, quando si tratta di sostenere l’economia, si muove lungo cinque assi prioritarie citate da Durnwalder: istruzione (a cominciare dalla riforma della scuola superiore), ricerca e sviluppo (Parco tecnologico, investimenti nelle infrastrutture, e-government), rafforzamento dei siti economici periferici (banda larga, servizi di vicinato), mobilità (tunnel del Brennero, trasporto pubblico locale, aeroporto) e energia. A tale proposito il Presidente si è soffermato sulla questione dell’energia idroelettrica “che dopo lunghe e faticose trattative siamo riusciti a riportarci a casa”. L’alto Adige decide sull’assegnazione delle concessioni idroelettriche, secondo criteri oggettivi: “Le priorità non sono di natura meramente economica, non sono unicamente orientate ai quantitativi di corrente elettrica prodotta, bensì perseguono altri obiettivi: la sicurezza dell’approvvigionamento della popolazione locale e dell’economia locale in primo luogo, a cui si aggiungono anche gli aspetti ambientali, poiché si parla di produzione di energia pulita, in cui deve rientrare la tutela della flora e del paesaggio, dei torrenti e dei fiumi”, ha ribadito Durnwalder. A ciò si aggiunge un positivo aspetto collaterale, quello finanziario: la produzione di corrente elettrica fa affluire denaro nelle casse dell’ente pubblico sottoforma di imposte ma anche di risorse che vengono stanziate per misure ambientali compensative. Durnwalder ha citato a titolo di esempio i 382 milioni di euro che saranno investiti solo per le ex centrali elettriche dell’Enel nei prossimi 30 anni in misure ambientali e qualità della vita in Alto Adige, nelle attività ricreative, nello sport.” In conclusione il Presidente ha rimarcato un’altra linea guida fondamentale per la Giunta: l’esigenza della sostenibilità. Agire in un’ottica di sostenibilità significa non agire a spese delle generazioni successive. Lo abbiamo sempre fatto sotto il profilo finanziario, considerando che siamo una delle poche regioni che non si è mai indebitata. Lo abbiamo sempre fatto a livello sociale, cercando di dirimere i conflitti nella nostra provincia, invece di fomentarli. E abbiamo anche cercato di farlo a livello politico-ambientale, adottando in molti settori decisioni proiettate nel futuro e creando le premesse per una gestione sostenibile.” Certo sarebbe più facile offrire soluzioni semplici a problemi complessi: “Ma queste soluzioni semplici possono essere vendute da coloro che non hanno la responsabilità di attuarle. Chi invece sa che le sue affermazioni dovranno passare il test della realtà concreta, preferisce giocare a carte scoperte, non fa vuote promesse e a volte è costretto anche a menzionare e affrontare verità sgradevoli”, ha ricordato Durnwalder nell’aula del Consiglio. Da qui la conclusione del Presidente: un Masterplan della durata di venti, trenta, cinquant’anni per l’Alto Adige non può esistere, “ci sono però linee guida a cui si orienta il lavoro quotidiano della Giunta. Perché il futuro non si gestisce solo mettendo sulla carta strategie, programmi e progetti: il futuro lo si realizza soprattutto sfruttando le chances che offre il presente.  
   
 

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