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Notiziario Marketpress di
Martedì 14 Dicembre 2010 |
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CONVEGNO A TERNI SU : “I POLI DI INNOVAZIONE PUNTO CENTRALE DELLA NOSTRA POLITICA INDUSTRIALE”
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Perugia, 14 dicembre 2010 - "È nostra convinzione che i poli di innovazione dovranno rappresentare un punto centrale delle scelte di politica industriale per questa regione nei prossimi anni". Lo ha affermato il 13 dicembre l´assessore regionale alle attività produttive Gianluca Rossi nel corso del Convegno: "Lo stato della ricerca in Umbria: quali prospettive dei centri di ricerca" che si è tenuto a Palazzo Gazzoli a Terni. "L´attenzione che riscontriamo e le esperienze che stanno nascendo su questo tema, stanno ad indicare un cambiamento di rotta in un sistema produttivo che oggi trova sempre più spesso ragioni comuni per aggregarsi su progetti d´innovazione, di ricerca, di internazionalizzazione. Quando cinque anni fa scegliemmo di cambiare direzione rispetto alle tradizionali forme di sostegno alle imprese - ha continuato Rossi nel suo intervento - facendo scelte selettive che miravano allo stimolo di innovazione e ricerca, al sostegno mirato delle imprese in grado di crescere dimensionalmente e al supporto all´aggregazione nell´ambito delle filiere produttive regionali, sapevamo di avere davanti una strada difficile, ma oggi si può dire che investendo oltre 155 milioni di euro abbiamo scelto la strada giusta che, anzi, va rafforzata". Secondo l´Assessore, "il passo in avanti ora è quello di rafforzare i nuclei di poli di innovazione già presenti con significative presenze di imprese leader come nel caso dell´automotive e della meccatronica; un´opportunità che spero sia colta al meglio dalle nostre imprese". I centri e i laboratori in cui in Umbria si concentra l´attività di ricerca scientifica e tecnologica possono schematizzarsi in due grandi aree: l´ambito pubblico, a cui afferiscono Università e Enti pubblici di ricerca e l´ambito privato costituito principalmente da imprese e altre istituzioni private senza scopo di lucro. Oltre questa classificazione esistono poi aree di confine pubblico-privato come gli spin-off universitari, reti di imprese finalizzate appunto alla ricerca e infine laboratori ad iniziativa congiunta pubblico-privata. L´anagrafe nazionale della ricerca registra ben 456 soggetti umbri. Questi sono per l´11.2% pubblici e l´86.2% privati. Il settore di specializzazione prevalente è l´agroalimentare. Vi è poi il ruolo rilevante dell´Università di Perugia che si concentra prevalentemente nelle aree biomediche, agrarie e veterinarie la cui somma di professori e ricercatori in queste aree scientifiche-disciplinari fanno oltre il 40% della ricerca totale dell´Università contro una media del 30% delle stesse aree di tutti gli atenei statali. "Questo quadro, senza dubbio incompleto, del panorama pubblico e pubblico-privato di chi svolge attività di ricerca rende però bene di quanto ricco e variegato sia tale scenario - ha sottolineato Rossi - Il rischio di siffatta varietà e vivacità, unitamente alla sempre insufficienti risorse che sia il pubblico sia il privato investono in ricerca scientifica e tecnologica e Ricerca e sviluppo, è che tenda a diventare frammentario e a non valorizzare appieno l´apporto reciproco che tutti i soggetti che operano nel settore e nelle filiere possono darsi a vicenda". Per perseguire e consolidare al meglio questo obiettivo, la Regione Umbria "ha oggi individuato in quattro poli di innovazione che si stanno costituendo con circa 170 imprese e centri di ricerca con programmi che prevedono investimenti ed attività per circa 16 milioni di euro e per i quali la Regione ne ha stanziati circa 8. La nostra idea - ha concluso l´assessore regionale - è però di distinguere nettamente il ruolo delle imprese da quello del pubblico, che oltre che mettere a disposizioni risorse, deve saper accompagnare e non dirigere lo sviluppo, contribuire ad indicare e non decidere unilateralmente i sentieri dell´innovazione, sostenere e non sostituirsi a quelle che oggi in Umbria sono tra le espressioni migliori del mercato". |
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