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Notiziario Marketpress di Giovedì 16 Dicembre 2010
 
   
  LA COMMISSIONE EUROPEA RIDUCE LA BUROCRAZIA NELLE CONTROVERSIE TRANSFRONTALIERE A BENEFICIO DI IMPRESE E CONSUMATORI

 
   
  Strasburgo, 16 dicembre 2010 - Una società con sede in Francia stipula un contratto con una società situata in Polonia per la costruzione di una fabbrica vicino a Parigi, e insieme decidono di attribuire la competenza per eventuali controversie al giudice di Varsavia. La società polacca cita in giudizio quella francese per ritardo nei pagamenti e il giudice di Varsavia condanna la società francese al pagamento degli arretrati. La società polacca vuole far valere la decisione giudiziaria nei confronti dei beni della società francese, situati in Francia, e per questo, secondo le leggi attuali, deve avviare un lungo procedimento dinanzi al giudice francese, il cosiddetto “exequatur”, che rischia di costarle fino a 3 000 euro. Applicato in Europa più di 10 000 volte all’anno, l’exequatur è ormai superato, considerati lo sviluppo del mercato unico europeo e il livello di fiducia reciproca tra gli ordinamenti giudiziari degli Stati membri in materia civile e commerciale. Oggi la Commissione europea propone quindi di abolirlo per consentire risparmi fino a 48 milioni di euro all’anno e agevolare gli scambi transfrontalieri, soprattutto per le piccole e medie imprese (Pmi). Il risparmio fa parte della proposta di profonda riforma del regolamento “Bruxelles I” del 2001 presentata dalla Commissione. Tale strumento contiene un insieme di norme dell’Ue per individuare il giudice competente nelle controversie transfrontaliere e per riconoscere ed eseguire le decisioni giudiziarie in uno Stato membro diverso da quello in cui sono state pronunciate. La riforma mira a potenziare il mercato unico e a ridurre la burocrazia. Inoltre rafforzerà la tutela dei consumatori europei che trattano con imprese di paesi terzi, aumenterà la certezza del diritto riguardo agli accordi di scelta del foro fra imprese e accrescerà la competitività del settore dell’arbitrato in Europa. "La Commissione propone oggi di eliminare la complicata e costosa procedura per il riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale tra gli Stati membri. È una buona notizia per i cittadini e le Pme dell’Unione europea. La nostra proposta permetterà di risolvere le controversie transfrontaliere in modo più rapido ed economico, permettendo un risparmio tra i 2 000 e 12 000 euro per controversia”, ha dichiarato José Manuel Barroso, Presidente della Commissione europea. “In un mercato unico che si rispetti le decisioni in materia civile e commerciale emesse in uno Stato membro devono godere di piena fiducia in tutti gli altri Stati membri dell’Unione europea. È per questo che oggi intendiamo abolire l’exequatur, una procedura ormai superata ed eccessivamente burocratica, e rimuovere così un forte deterrente alle transazioni commerciali transfrontaliere in Europa”, ha dichiarato Viviane Reding, Vicepresidente della Commissione europea e Commissaria Ue per la Giustizia. “Il mio obiettivo è fare in modo che entro il 2013 le decisioni in materia civile e commerciale possano essere eseguite efficacemente, rapidamente e senza spese in tutta l’Ue, a prescindere che siano le decisioni di giudici nazionali o di altri Stati membri.” Sebbene il mercato unico dell’Ue offra alle imprese l’accesso a un mercato di 500 milioni di consumatori, solo un quarto dei 20 milioni di Pmi si lancia nel commercio transfrontaliero. Da un recente sondaggio emerge che quasi il 40% delle imprese sarebbe più propenso a operare al di fuori del proprio mercato nazionale se le procedure di composizione delle controversie all’estero fossero semplificate. Eliminare gli ostacoli burocratici che generano costi supplementari e pregiudicano la certezza del diritto per le imprese è pertanto un elemento fondamentale del processo promosso dalla Commissione per semplificare la vita di imprese e cittadini (v. Ip/10/1390 e Memo/10/525). La Commissione ha approvato il 14 dicembre la riforma del regolamento “Bruxelles I” del 2001, uno strumento fondamentale nelle controversie transfrontaliere in quanto individua il giudice competente e permette di riconoscere in uno Stato membro le decisioni giudiziarie pronunciate in un altro Stato membro. La proposta odierna prevede quattro modifiche principali. •Abolire l’exequatur, procedimento oneroso: ai sensi della normativa attuale, una decisione resa in uno Stato membro non è automaticamente efficace in un altro Stato membro; deve essere prima convalidata e dichiarata esecutiva dal giudice dello Stato membro dell’esecuzione in una speciale fase intermedia – la cosiddetta procedura di exequatur. Nei casi complessi l’intero procedimento costare fino a 12 700 euro tra onorari di avvocati, spese di traduzione e spese giudiziarie. In alcuni paesi poi il riconoscimento e l’esecuzione di una decisione potrebbero durare mesi. In quasi il 95% dei casi l’exequatur è una mera formalità. La Commissione propone pertanto di abolirlo. In futuro le decisioni in materia civile e commerciale pronunciate da un giudice di uno Stato membro saranno quindi immediatamente esecutive in tutta l’Ue. Rimarrà la possibilità per il giudice di interrompere l’esecuzione della decisione, ma solo in circostanze eccezionali (ad esempio se il giudice estero ha emesso la decisione in violazione del diritto a un processo equo). •Rafforzare la tutela dei consumatori nelle controversie con controparti di paesi terzi: attualmente le norme nazionali sulla competenza in caso di convenuti di paesi terzi variano molto da uno Stato membro all’altro. Mentre in alcuni Stati membri un cittadino o un’impresa può citare dinanzi ai giudici nazionali una controparte di un paese terzo, in altri Stati membri ciò non è possibile. La riforma proposta oggi cambierà la situazione: in futuro nei rapporti tra consumatori domiciliati nell’Ue e imprese stabilite in paesi terzi sarà competente il giudice del luogo in cui il consumatore ha il domicilio, a prescindere dallo Stato membro. •Dare certezza giuridica agli accordi di scelta del foro conclusi tra imprese: nei loro rapporti commerciali spesso le imprese stabiliscono di attribuire la competenza a un determinato giudice. Si vengono però a creare situazioni in cui una parte contesta la validità dell’accordo di scelta del foro dinanzi a un giudice di un altro Stato membro, e ciò al solo fine di ritardare la risoluzione della controversia (tattica processuale nota anche come “Italian torpedo”). La Commissione propone per l’appunto misure per porre fine a queste tattiche scorrette, garantendo che il giudice designato nell’accordo sia sempre il primo a pronunciarsi sulla sua validità. •Rafforzare la competitività del settore dell’arbitrato in Europa: le proposte di riforma della Commissione chiariranno inoltre la situazione dell’arbitrato, attualmente al di fuori del campo di applicazione del regolamento Bruxelles I. Più del 60% delle grandi imprese europee preferisce l’arbitrato ai procedimenti giudiziari. I centri arbitrali europei di Londra e Parigi gestiscono casi per un valore totale di oltre 50 miliardi di euro: un giro d’affari nell’Ue da 4 miliardi di euro all’anno. Attualmente, però, per la società che voglia eludere una convenzione arbitrale è relativamente semplice contestarne la validità e adire il giudice di uno Stato membro in cui è probabile che la convenzione arbitrale sia dichiarata invalida. È per questo motivo che la Commissione propone oggi di garantire alle imprese che la scelta del tribunale arbitrale sia protetta da un uso improprio della controversia legale. Contesto - Il regolamento Bruxelles I facilita la cooperazione giudiziaria civile nell´Ue, individuando il giudice competente a risolvere le controversie transfrontaliere e agevolando il riconoscimento e l´esecuzione delle decisioni pronunciate in un altro Stato membro, e contribuisce così al corretto funzionamento del mercato unico. Otto anni dopo l’entrata in vigore del regolamento iniziale, la proposta di riforma della Commissione mira a migliorare l’efficacia dello strumento. La proposta di abolire l’exequatur ha illustri precedenti: l´ingiunzione di pagamento europea (una procedura semplificata per crediti transfrontalieri non contestati), il procedimento europeo per le controversie di modesta entità, applicabile alle controversie transfrontaliere di valore inferiore a 2 000 euro, e il regolamento dell’Ue sulle obbligazioni alimentari. Nell’aprile 2009 la Commissione ha pubblicato una relazione sull’applicazione del regolamento Bruxelles I e un libro verde in cui ha esposto varie opzioni strategiche. La Commissione inoltre pubblica oggi un libro verde contenente varie opzioni per agevolare la libera circolazione dei documenti di stato civile (V. Ip/10/1704).  
   
 

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