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Notiziario Marketpress di Martedì 28 Novembre 2006
 
   
  "SOSTENIAMO IL CUORE CHE BATTE DELL´ITALIA" CNA È SCESA IN CAMPO PER TUTELARE SEI MILIONI DI PICCOLE IMPRESE CHE LAVORANO PER IL NOSTRO PAESE

 
   
  Milano, 28 novembre 2006 - “La manovra economica si basa su sacrifici richiesti quasi esclusivamente ad artigiani e piccoli imprenditori, ovvero il settore più vitale dell’economia italiana. Questa settimana di mobilitazione per chiedere alla politica di stare attenta a non rompere un patto sociale: non bisogna punire chi investe perché sono proprio i maggiori investimenti il carburante che serve a far riprendere la corsa competitiva al Sistema Italia. ” Con questo grido il presidente di Cna, Ivan Malavasi ha chiuso, con l’incontro di Milano, in Regione, la settimana di mobilitazione indetta dalla Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa contro l’atteggiamento e le decisioni assunte dal Governo a partire dalla Legge Finanziaria. 6 milioni di piccole e medie imprese con meno di 50 dipendenti, il 99,4% del tessuto produttivo del paese, il cuore dell’Italia che batte, hanno lamentato l’assoluta mancanza di un atteggiamento politico che riconosca la loro importanza negli equilibri economici del Paese. “Ci sono troppe tasse, non si sostiene la crescita e non si incoraggia la competitività; stiamo rischiando di affossare l’artigianato e la piccola e media impresa italiana – ha criticato Gian Carlo Sangalli, segretario nazionale della Cna. La manovra è pesantissima e oltretutto prevede una crescita del pil nel 2007 dell’ 1. 3% circa, inferiore a quella di quest’anno che si aggira intorno all’ 1. 7%. Non comprendiamo, dunque – ha sottolineato - perché caricarci di tasse per fare un passo indietro. Gli stessi esponenti del governo ammettono che per essere in regola con l’Europa sarebbe bastata una manovra da 15 miliardi. Davvero non capiamo, allora, la necessità di una finanziaria da circa 40 miliardi che, per giunta, sottrae alle imprese risorse che servirebbero a reggere competitività nei mercati esteri”. “Il cuneo fiscale – ha aggiunto Sangalli – rischia di rivelarsi un paradosso: agirà pochissimo per le pmi mentre si rivelerà utile per le grosse imprese: insomma, saranno i piccoli a sostenere i grandi e non viceversa”. “Quella approvata dal centro-sinistra – ha continuato Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia - è una manovra essenzialmente fiscale, che punta sulla lotta all´evasione come soluzione di tutti i mali, ma che colpisce solo alcune categorie e con mezzi assolutamente sproporzionati. Nella Finanziaria non c´è traccia di quella serie di interventi strutturali di cui il Paese avrebbe urgentemente bisogno per giungere a uno sviluppo duraturo, non c´è traccia di rilancio degli investimenti, azzerati dall´unica scelta strategica che prende il nome di contenimento della spesa corrente. C´è invece una traccia fin troppo profonda della cultura delle tasse, del balzello e dell´imposta”. Il Presidente della Regione Lombardia ha definito la Finanziaria "contro le imprese”: il "combinato disposto" degli aumenti dei contributi previdenziali per il lavoro autonomo, la stretta sugli studi di settore, le scelte sul Tfr non accompagnate da misure di sviluppo, i maggiori margini di manovra per il fisco locale, sono tutti interventi che si traducono, in concreto, in un "assegno" da 5 - 6 miliardi di euro che le imprese dovranno staccare per permettere allo Stato di fare cassa. Anche il Collegato alla Finanziaria - secondo il presidente Formigoni - contiene "misure a favore dello sviluppo", ma nei fatti persegue un solo obiettivo: quello di incassare soldi da chi onestamente produce ricchezza. "Penso - ha sottolineato - alle limitazioni alla deducibilità dei veicoli aziendali, penso alla tassazione delle donazioni e delle successioni, e penso - infine - all´imposta sostitutiva su plusvalenze immobiliari di privati. In realtà è una finanziaria contro lo sviluppo”. “Viviamo in un sistema di “capitalismo personale” diffuso fatto da persone che si sono imprenditorializzate e da imprese che si sono personalizzate; un connubio che ha investito, innovato, creato sviluppo, un modello dove la persona è al centro dell’impresa – ha sostenuto Fausto Cacciatori, presidente Cna Lombardia. Ciò che vogliamo sono attenzione e riconoscimento, chiediamo regole chiare e che vengano rispettate; non abbiamo mai delegato ad un partito politico la difesa dei nostri interessi, chiediamo solo una politica economica che metta al primo posto le nostre imprese”. “Le misure di riforma, così come quelle di sviluppo – sostiene Maurizio Calzolari, presidente della Cna milanese- vanno individuate con la pratica della concertazione, indispensabile per realizzare un elevato grado di mobilitazione sociale verso obiettivi comunemente condivisi. L’attuale governo ha parlato di concertazione ma le piccole e medie imprese artigiane, i liberi professionisti, le imprese commerciali e tutti coloro che svolgono un “lavoro autonomo” sono stati esclusi dal tavolo delle decisioni”. .  
   
 

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