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Notiziario Marketpress di Giovedì 25 Maggio 2006
 
   
  THE BLUE ROOM MOSTRA FOTOGRAFICA DI GUIDO HARARI MILANO, GALLERIA ARTEUTOPIA 31 MAGGIO – 22 LUGLIO 2006

 
   
   Milano, 25 maggio 2006 - La Galleria Arteutopia inaugura il nuovo spazio milanese di via Mora con The Blue Room, mostra fotografica di Guido Harari, realizzata in collaborazione con Regione Lombardia, Fuji-hunt, Epson e Imprint. Guido Harari è da più di trent’anni il più noto e affermato fotografo musicale in Italia, dopo una straordinaria carriera che, dai primi passi nel mondo della musica come autore di prestigiose copertine di dischi, lo ha visto in seguito fotografo ufficiale di molti grandi miti internazionali. The Blue Room è incentrata su circa 15 artisti - ognuno rappresentato con un portfolio di alcune immagini - che Harari ha percepito come particolarmente vicini alla propria sensibilità e alle sue passioni musicali: Laurie Anderson, Jeff Buckley, Kate Bush, Vinicio Capossela, Leonard Cohen, Paolo Conte, Bob Dylan, Fabrizio De André, Peter Gabriel, Bob Marley, Joni Mitchell, Vasco Rossi, Patti Smith, Tom Waits e Frank Zappa. Sono questi gli straordinari artisti che il fotografo segue da sempre, accompagnandoli e ritraendoli nelle loro performance musicali e non solo. Amatissimo da queste grandi stelle che in varia misura hanno segnato in maniera indelebile e definitiva la storia della musica rock e pop, Harari ha sviluppato con loro nel tempo un rapporto speciale, di amicizia e complicità creativa. In alcuni casi, come per Jeff Buckley e Bob Marley, si è trattato invece di incontri isolati, ma egualmente affascinanti e significativi. Molte immagini sono inedite e presentate qui per la prima volta, accostate in alcuni casi a fotografie divenute nel tempo leggendarie, come quella di De André addormentato contro un termosifone, o l’abbraccio molto privato di Lou Reed e Laurie Anderson, o ancora Tom Waits in fuga con mantello. Per Harari questi artisti sono singolari compagni di viaggio di cui, nelle sue immagini, coglie con naturalezza e ironia aspetti inediti, certamente meno usurati ed effimeri rispetto alla loro iconografia ufficiale, grazie a una sorta di concordata violazione della privacy che nasce da un’intesa quasi telepatica tra fotografo e fotografato, tra musica e immagine. Gli artisti sono fissati da Harari nelle situazioni più disparate e insolite, in momenti privati e pubblici, in casa, in sala d’incisione, in concerto, nel limbo di un backstage, o più semplicemente colti su un set fotografico, in atteggiamenti e contesti spesso rivelatori della loro natura e del loro carattere. Grande novità tecnica ed elemento di pregio e richiamo è la stampa delle immagini della mostra, in collaborazione con Fuji-hunt, Epson e Imprint. Si tratta di fine art giclée di medio e grande formato, cioè stampe ink-jet su carta fine art, ricavate da scansioni digitali dei negativi originali, dunque con un’assoluta fedeltà di riproduzione e di gamma tonale rispetto alle convenzionali stampe su carta fotografica. .  
   
 

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