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Notiziario Marketpress di Lunedì 10 Gennaio 2011
 
   
  COMMERCIO ESTERO, ASSOCAMERESTERO: L’EXTRA-UE TRAINA L’AVANZO COMMERCIALE DELLE PRODUZIONI TIPICHE DEL MADE IN ITALY NEI PRIMI NOVE MESI DELL’ANNO IL SURPLUS DEL MADE IN ITALY RAGGIUNGE UN VALORE TRIPLO RISPETTO A QUELLO REGISTRATO NELL’UE A 27 (21,2 CONTRO 7,2 MILIARDI DI EURO)

 
   
   Roma, 10 gennaio 2011 – Dall’inizio dell’anno le esportazioni italiane verso i Paesi extra-europei aumentano del 16,5% (con un valore di 130,5 miliardi di euro), recuperando posizioni rispetto allo stesso periodo del 2009, quando la variazione su base annua delle vendite faceva registrare un calo del 19,6% (per un valore di 112 miliardi di euro). Sebbene il mercato europeo continui a rappresentare la prima destinazione per le imprese italiane, con una quota del 57% circa sull’export complessivo, negli ultimi cinque anni stiamo assistendo a un progressivo spostamento al di fuori dei confini europei: il saldo al netto dell’energia, infatti, ha triplicato in valore quello registrato in Europa raggiungendo a gennaio-novembre 2010 i 26,6 miliardi di euro. Questi risultati sono attribuibili non solo alla presenza in queste Aree di un bacino di consumatori disposti a spendere di più per la qualità dei prodotti italiani ma, specialmente nei Grandi Sistemi Paese (Brasile, India, Cina), a un’elevata specializzazione dell’export in settori come i macchinari, necessari alle industrie locali per la produzione di beni. Considerando inoltre l’andamento del fatturato e degli ordinativi dell’industria italiana la componente estera guida la ripresa con un incremento nel periodo gennaio-ottobre 2010 rispettivamente del 15,6% e del 23,0%, dato quest’ultimo che lascia prevedere per il prossimo futuro incrementi significativi delle vendite dei prodotti nazionali. “Andando ad analizzare però la crescita delle nostre esportazioni nei diversi Paesi extra-Ue notiamo come le variazioni significative registrate verso il lontano Far East, ovvero Cina (31,4%) e India (25,0%), corrispondano a valori molto simili a quelli della vicinissima Svizzera. – commenta Gaetano Fausto Esposito, Segretario Generale di Assocamerestero, dopo la pubblicazione dei dati Istat – La variazione in termini assoluti del valore dell’export italiano in Cindia dal gennaio-novembre 2009 al 2010 è pari infatti a 2,4 miliardi di euro, mentre nel mercato svizzero si attesta su livelli poco inferiori, pari a 2,2 miliardi”. Per quanto riguarda il peso esportativo dei singoli settori all’interno delle diverse aree Paese, negli ultimi cinque anni i macchinari rappresentano il settore leader dell’export in quasi tutti i Paesi extra-europei. Fatto 100, infatti, il totale dell’export manifatturiero italiano fuori dall’Ue a 27, circa il 25% delle vendite è dato dalla meccanica. “A fronte di uno spostamento di alcune produzioni tipiche del Made in Italy nei mercati extra-europei, rimane un deficit verso quest’Area di 18,8 miliardi di euro, attribuibile in gran parte alla nostra dipendenza energetica ma anche alla progressiva ricostituzione delle scorte da parte delle imprese”, conclude Esposito.  
   
 

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