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Notiziario Marketpress di Martedì 11 Gennaio 2011
 
   
  INTERVENIRE A LIVELLO PSICOLOGICO PER ARGINARE LA DEPRESSIONE

 
   
  Bruxelles, 11 gennaio 2011 - Una delle patologie psichiche più diffuse tra gli anziani è la depressione. Un fenomeno, questo, che aumenta di pari passo con l´invecchiamento della popolazione. Alcuni ricercatori della Scuola nordica di sanità pubblica, in Svezia, hanno scoperto che intervenire a livello psicologico è fondamentale per prevenire l´insorgere dei disturbi depressivi tra gli ultra sessantacinquenni. Lo studio, parzialmente finanziato dal progetto Dataprev ("Developing the evidence base for mental health promotion and prevention in Europe: a database of programmes and the production of guidelines for policy and practice"), che ha ottenuto 997.621 euro nell´ambito del Sesto programma quadro dell´Ue (6° Pq), è volto a consolidare la base scientifica della ricerca per la promozione e la tutela della salute mentale. I ricercatori hanno analizzato varie forme di interventi a livello psico-sociale, concludendo che sono proprio le attività di natura sociale quelle più determinanti per migliorare la salute mentale degli strati più anziani della popolazione. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Journal of Aging and Health. "Nei programmi per la cura degli anziani dovrebbero essere inserite alcune attività di carattere sociale adattate alle esigenze e alle capacità degli anziani", ha spiegato Anna Forsman, dottoranda presso l´istituto svedese e prima autrice dello studio. Nel corso delle loro analisi, i ricercatori non hanno individuato effetti significativi delle attività incentrate sull´esercizio psicologico, sulla promozione di determinate capacità o che prevedono la formazione di gruppi di supporto, esercizi per la memoria o attività basate su contenuti combinati. Lo studio è stato condotto sulla base di ricerche sistematiche effettuate in 11 diverse banche dati elettroniche aggiornate fino all´ottobre 2009. L´attività dei ricercatori mirava principalmente a individuare e valutare conoscenze fondate su basi empiriche ed esperienze esemplari che potessero essere utili alla prevenzione dello sviluppo dei disturbi depressivi e favorire quindi la salute mentale degli anziani. Il progetto Dataprev, coordinato dal Centro accademico per le scienze sociali con sede nei Paesi Bassi, ha visto la partecipazione di ricercatori provenienti da Repubblica ceca, Spagna, Austria, Polonia, Finlandia e Regno Unito. In un altro studio, sempre dedicato alla depressione, i ricercatori della Scuola nordica di sanità pubblica e dell´Università di Göteborg hanno scoperto che le donne svedesi fanno un uso doppio dei farmaci antidepressivi rispetto ai loro connazionali uomini. I risultati dello studio evidenziano tuttavia che sia uomini che donne utilizzano una sola volta la prescrizione medica pertinente. "Questo dato può essere l´espressione della scelta di interrompere il trattamento farmacologico prima del previsto", chiarisce la dott.Ssa Karolina Andersson Sundell, ricercatrice presso la Scuola nordica di sanità pubblica. Il team ha condotto anche uno studio di registro sui giovani (24-30 anni) che hanno acquistato almeno un antidepressivo nel corso del 2006 e hanno scoperto che una percentuale compresa tra il 4 e il 13% degli svedesi appartenenti a questa fascia d´età ricorrono a questi farmaci. Di questi, una percentuale elevata è rappresentata da donne. Lo studio dimostra che una persona su dieci tra coloro che utilizzano antidepressivi fa uso anche di antipsicotici e che alcuni dei soggetti analizzati nello studio hanno acquistato i farmaci un´unica volta: un dato che dimostra il ricorso non ottimale a questi farmaci. "Dobbiamo monitorare il campione su un arco di tempo più lungo per verificare se i soggetti riacquistano antidepressivi in una fase successiva", ha affermato il dott. Sundell. "Al momento non disponiamo dei dati necessari per appurare le ragioni che spingono le persone ad acquistare i farmaci un´unica volta. Sono pertanto necessari altri studi. Le ricerche internazionali condotte in passato indicano tuttavia che i pazienti spesso operano queste scelte autonomamente e senza avvertire il medico che ha prescritto il farmaco dell´intenzione di interrompere il trattamento". Il team ha poi rilevato un tasso di mortalità più alta tra le persone (uomini e donne) che assumono contemporaneamente antidepressivi e stabilizzatori dell´umore (ad eccezione del litio). "È possibile che la ragione sia da ricercarsi nel fatto che coloro che assumono il litio sono seguiti meglio", ha spiegato sempre la dott.Ssa Andersson. "Un tasso di mortalità più elevato è stato osservato anche tra coloro a cui vengono prescritti antidepressivi e antipsicotici. È indispensabile condurre un numero maggiore di studi per comprendere le ragioni di tassi di mortalità tanto elevati". Per maggiori informazioni, visitare: Scuola nordica di sanità pubblica http://www.Nhv.se/customer/templates/startpage.aspx?epslanguage=sv  Journal of Aging and Health: http://jah.Sagepub.com/    
   
 

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