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Notiziario Marketpress di Mercoledì 12 Gennaio 2011
 
   
  PUCHTA SI AGGIUDICA SOVVENZIONE DEL CER PER LO SVILUPPO DI NUOVE TECNICHE CHE CONSENTANO DI CONTROLLARE IL PATRIMONIO EREDITARIO DELLE PIANTE

 
   
  I consumatori lamentano spesso che la frutta e la verdura che consumano sono insapori. E mentre molti accusano i coltivatori di utilizzare una quantità troppo elevata di pesticidi, gli stessi coltivatori affermano di ricorrervi per garantire la qualità e la sicurezza degli alimenti che consumiamo. Per fortuna molti ricercatori stanno lavorando per mettere a disposizione dei consumatori alimenti che abbiano il gusto che dovrebbero avere. Tra questi il professor Holger Puchta dell´Istituto di tecnologia di Karlsruhe (Kit), in Germania, al quale il Consiglio europeo della ricerca ha appena assegnato una sovvenzione di ricerca "Advanced Research Grant" del valore di 2,5 milioni di euro. Il professor Puchta sta lavorando allo sviluppo di nuove tecniche che consentano di controllare il patrimonio ereditario delle piante per migliorare, in modo selettivo, le proprietà delle varie specie mediante il pool genico presente in natura. Per esempio, il ricercatore sta lavorando a specie in grado di resistere sia a malattie che a condizioni atmosferiche avverse senza rimetterci sotto il profilo del sapore. "Gli innesti vengono da sempre praticati allo scopo di ottenere proprietà agronomiche migliori", ha spiegato il professor Puchta, direttore dell´Istituto di botanica del Kit. Fino ad oggi, i ricercatori hanno avuto difficoltà a raggiungere risultati positivi per il numero di esperimenti, di errori e di possibilità insiti in queste tecniche. Ma è questo il punto che entrano in gioco il professor Puchta e il suo team. L´équipe, infatti, utilizzerà nuove tecniche per controllare e influenzare in modo efficace lo scambio genetico (meiosi), in modo selettivo. "Intendiamo rendere il processo arbitrario di trasmissione del patrimonio in un processo controllato, in modo tale da poter determinare preventivamente le proprietà che vengono trasmesse", afferma il professore. L´ingente quantità di organismi in natura è alla base dell´immenso pool genico a noi noto. "Per utilizzare questo pool in modo ottimale per la dieta umana, dobbiamo imparare come trasferire alcune proprietà specifiche - come la resistenza alle malattie e agli insetti nocivi - dalle piante selvatiche a quelle coltivate", continua il professore, specificando che questo potrebbe schiudere nuove possibilità per le coltivazioni. "Poiché un´alta percentuale del genoma, o delle informazioni genetiche, delle piante da raccolto non viene scambiato nella trasmissione del patrimonio è piuttosto difficile inserire nuove proprietà nelle specie coltivate". I ricercatori hanno utilizzato per i loro studi l´arabetta comune (Arabidopsis). "I prodotti che otteniamo non hanno nulla a che fare con gli organismi geneticamente modificati (Omg) in senso tradizionale", ha spiegato Puchta, aggiungendo che le condizioni preliminari per lo studio sono ideali. "Nel corso degli ultimi anni, le tecniche per il sequenzialmente del genoma hanno fatto enormi progressi". Per esempio, i ricercatori utilizzano gli enzimi di restrizione (chiamati anche "forbici del Dna"), che consentono di tagliare e ricombinare le informazioni genetiche nella linea ascendente. Infine, i ricercatori del Kit utilizzeranno le risorse naturali per migliorare le piante coltivate. Il professor Puchta utilizzerà vari approcci per manipolare il patrimonio del modello utilizzato. Secondo le sue aspettative, i primi risultati positivi arriveranno nell´arco di cinque anni. "Sono abbastanza certo che ora di allora avremmo le prime soluzioni per controllare il patrimonio nelle piante coltivate come i pomodori", ha detto Puchta. Le "Advanced Researcher Grant" vengono assegnate ai ricercatori che ottengono risultati positivi nel loro ambito di attività. Il professor Puchta ha lavorato alla ricombinazione del Dna per più di 20 anni. Per maggiori informazioni, visitare: Istituto di tecnologia di Karlsruhe (Kit): http://www.Kit.edu/  Consiglio europeo della ricerca (Cer): http://erc.Europa.eu/    
   
 

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