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Notiziario Marketpress di Martedì 28 Novembre 2006
 
   
  MANTENERE I LEGAMI CON L´EUROPA NEL CAMPO DELLA S&T

 
   
  Bruxelles, 28 novembre 2006 - Oltre ad affrontare questioni politiche e a mettere in mostra parte della tecnologia all´avanguardia dell´Europa, la manifestazione Ist2006, svoltasi a Helsinki dal 21 al 23 novembre, ha anche offerto ai delegati l´occasione di approfondire ulteriormente i partenariati internazionali. Erano presenti, tra i numerosi stand, delegazioni di Russia, India, Cina, Singapore, Israele, Stati baltici, Balcani occidentali, Egitto e Nuova Zelanda, che hanno illustrato i legami esistenti tra le loro regioni e l´Europa e le aree in cui è possibile accrescere la cooperazione in materia di scienza e tecnologia (S&t). Il Notiziario Cordis ha intervistato rappresentanti di Sudafrica e Canada, interrogandoli sui loro legami di cooperazione con l´Europa e sulle loro aspettative quanto all´avvio di nuovi partenariati a seguito della partecipazione a Ist2006. Fin da quando, nei primi anni ´90, il Sudafrica è diventato una democrazia a pieno titolo, il paese si è impegnato a riaffermarsi sulla scena mondiale, instaurando forti relazioni con l´Europa e altre parti del mondo. «Una delle priorità strategiche del governo era reintegrare la comunità di ricerca sudafricana all´interno della comunità internazionale», ha dichiarato Daan du Toit, Alto rappresentante per la scienza e la tecnologia per l´Europa, al Notiziario Cordis. A tal fine, nel 1996 il governo del Sudafrica ha firmato un accordo formale bilaterale in materia di S&t con l´Ue. Un elemento importante di questo accordo di cooperazione era volto a permettere ai sudafricani di partecipare al programma quadro per la ricerca dell´Unione europea, a titolo della sezione Cooperazione internazionale scientifica e tecnologica (Inco) del 4Pq. A dieci anni di distanza, questa partecipazione si è rafforzata, grazie all´apertura di tutte le aree tematiche ai paesi terzi nell´ambito del 6Pq. Benché le statistiche complete non siano ancora disponibili, secondo le stime di Daan du Toit, dal 4Pq al 6Pq si sono registrate circa 200 partecipazioni sudafricane. Tra le aree tematiche in cui i partecipanti sudafricani hanno compiuto progressi figurano la sicurezza e la qualità degli alimenti, l´ambiente e lo sviluppo sostenibile e le scienze della vita. L´area tematica delle Tic, tuttavia, si è rivelata molto più ostica, afferma du Toit, a dispetto del desiderio dei partner sudafricani di partecipare ai progetti e della decisione del governo di annoverare tra le sue priorità strategiche fondamentali le tecnologie dell´informazione e della comunicazione. Nel complesso, i partner sudafricani hanno partecipato a soli cinque progetti a titolo dell´area tematica «Tecnologie per la società dell´informazione (Tsi)» del 6Pq. Tuttavia, «considerando che siamo partiti da un livello molto basso, si tratta di un inizio modesto ma soddisfacente», ha dichiarato. «Abbiamo la prova pratica che dimostra che, partecipando al programma quadro, il Sudafrica ha aumentato la propria capacità in materia di S&t», ha affermato du Toit. Il Sudafrica spende attualmente lo 0,87% del suo Pil in ricerca e sviluppo (R&s) e punta a raggiungere l´1% entro il 2008. Secondo Daan du Toit, la partecipazione limitata del Sudafrica è in parte dovuta al modo in cui è organizzato il 6Pq, che si concentra sull´eccellenza e la competitività. «Comprendiamo questa filosofia e la sottoscriviamo appieno», ha dichiarato al Notiziario Cordis, rilevando che il Sudafrica ha fornito la propria competenza a progetti in aree quali le malattie trasmissibili come l´Hiv/aids e la malaria. Per quanto riguarda le Tic, invece, «in Sudafrica abbiamo persone valide in questo settore, che però non sono né migliori né peggiori dei belgi o degli olandesi, ad esempio», afferma. «Pertanto, quando un consorzio [operante nell´ambito di un programma quadro], con sede ad esempio in Germania, deve scegliere tra un partner che si trova dall´altra parte del mondo o qualcuno che invece offre un lavoro di qualità altrettanto elevata in Austria, si trova dinanzi a una decisione facile», sostiene du Toit. Dal riscontro ricevuto durante una riunione tra partner tenutasi in occasione dalla manifestazione Ist e organizzata dalla delegazione sudafricana, Daan du Toit ha rilevato un´evidente mancanza di consapevolezza all´interno della comunità europea della ricerca riguardo alla capacità del Sudafrica di partecipare al programma quadro. Daan du Toit sostiene che sia l´Europa sia il Sudafrica dovrebbero condividere la responsabilità di sensibilizzare le loro rispettive comunità di ricerca sulle opportunità di partenariato offerte dal 6Pq e dal 7Pq, incoraggiando una maggiore partecipazione. Partendo da questo presupposto, il ministero sudafricano di Scienza e tecnologia ha istituito, con i fondi del 6Pq, il programma Ue-sudafrica per il progresso scientifico e tecnologico (Esastap). Obiettivo di questa iniziativa è rafforzare la creazione di reti e di partenariati tra le due regioni. Uno dei suoi strumenti è un fondo a favore del capitale di avviamento per i ricercatori sudafricani intenzionati a partecipare al 6Pq. Grazie a questo sostegno finanziario, gli studiosi possono andare all´estero ed esplorare eventuali opportunità di partenariato. L´iniziativa offre anche fondi di cofinanziamento ai partecipanti sudafricani che hanno preso parte con successo a progetti del 6Pq considerati di importanza strategica nazionale. «Sappiamo anche di doverci presentare meglio sul mercato ed è per questo che siamo qui», ha affermato du Toit. A suo avviso l´avvenimento Ist è un´ottima opportunità per mettere in luce le competenze del Sudafrica sulle Tic. Ha inoltre osservato che per l´Europa potrebbero rivelarsi utili i punti di forza del paese negli sviluppi open source e nelle attività di e-Inclusion nella sanità e nell´istruzione. Interrogato sui motivi dell´importanza della cooperazione tra l´Europa e il suo paese, Daan du Toit ha precisato che in Sudafrica viene svolto solo lo 0,5% delle attività di R&s mondiali. «Dobbiamo quindi mantenere i legami con chi svolge il restante 99,5%». Anche l´Europa deve mantenere i propri legami. «Con l´allargamento, gli obiettivi dell´Ue si sono avvicinati a quelli del Sudafrica, perché per molti versi siamo alle prese con le stesse sfide economiche e sociali», ha dichiarato du Toit. Un altro paese, questa volta situato nell´emisfero settentrionale, a constatare i vantaggi derivanti dalla stretta collaborazione con l´Europa è il Canada. «La collaborazione è importante perché è semplicemente impossibile cavarsela da soli», ha dichiarato al Notiziario Cordis Debbie Kemp, punto di contatto nazionale (Pcn) canadese per le tecnologie della società dell´informazione. «Attraverso la collaborazione, la ricerca ha più probabilità di andare a buon fine e di essere commercializzata e dischiude un maggior numero di opportunità». Patricia Ockwell, consulente S&t della missione del Canada presso l´Ue, è d´accordo. «Cooperare significa lavorare con i massimi esperti del settore. Perché duplicare il lavoro che viene svolto altrove nel mondo, quando si può lavorare insieme, giungere più rapidamente a una soluzione e ottenere un risultato migliore?», ha chiesto. Come il suo omologo sudafricano, Patricia Ockwell ritiene che la cooperazione permetta a entrambe le regioni di unirsi per affrontare sfide che le accomunano, quali l´invecchiamento demografico e lo sviluppo rurale, condividendone in questo modo rischi e benefici. «Analizzando le aree tematiche del 6Pq, mi rendo conto che sono molto simili a quelle del Canada», ha aggiunto. Nel 1995, il Canada ha firmato un accordo di cooperazione scientifica e tecnologica con l´Ue, che ha permesso ai ricercatori e alle organizzazioni di ricerca del paese di partecipare a consorzi nell´ambito del programma quadro di ricerca dell´Unione europea. Se si esaminano gli ultimi dati sulla partecipazione dei ricercatori canadesi, i frutti di questo accordo risultano evidenti. Solo nell´ambito del 5Pq, sono stati avviati almeno 75 progetti Canada-europa di collaborazione scientifica e tecnologica, ai quali hanno partecipato attivamente circa 80 ricercatori canadesi e diverse centinaia di ricercatori comunitari. 28 di questi 75 progetti riguardavano l´ambito delle tecnologie della società dell´informazione (Tsi). Al programma Tsi del 5Pq hanno partecipato in tutto 38 organizzazioni canadesi, la maggior parte delle quali proveniva dal settore pubblico (75%). Esaminando le osservazioni emerse dal forum Ist2006, le aree delle Tic in cui si ritiene che il Canada fornisca prestazioni eccellenti sono i servizi di e-Health ed e-Accessibility e la robotica. Un´altra delle aree citate in cui si potrebbero sviluppare partenariati con l´Europa è la competenza del Canada nel campo della fotonica. Questa non è una novità poiché il Canada ha l´unica rete nazionale ad alta velocità interamente ottica al mondo. Nel corso degli anni la cooperazione tra le due regioni è stata promossa da iniziative quali Ist-ec, un progetto congiunto Canada-europa giunto alla sua seconda fase e volto a collegare le comunità di ricerca di Europa e Canada in settori fondamentali delle Tsi. Tra le sue attività figurano servizi e manifestazioni di partenariato. «Il modo migliore di mantenere la cooperazione è organizzare incontri di persona come quelli allestiti in occasione della manifestazione Ist», ha affermato Patricia Ockwell. «Si tratta di riunioni molto importanti perché, al nostro rientro a casa, possiamo rimanere in contatto, nella consapevolezza di avere instaurato una relazione solida e destinata a crescere». Per ulteriori informazioni sulla cooperazione scientifica e tecnologica con il Sudafrica consultare: http://www. Dst. Gov. Za/ http://www. Esastap. Org. Za Per ulteriori informazioni sulla cooperazione scientifica e tecnologica con il Canada consultare: http://www. Ist-ec. Org/ http://www. Crc. Ca/ncp/ http://www. Infoexport. Gc. Ca/science/eu_home-en. Htm http://cordis. Europa. Eu/canada/ .  
   
 

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