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Notiziario Marketpress di Giovedì 13 Gennaio 2011
 
   
  COSTA D´AVORIO: DUE PRESIDENTI PER UN PAESE GIÀ 200 LE VITTIME DALLE ELEZIONI DI NOVEMBRE IL PARLAMENTO EUROPEO ESORTA L´EX PRESIDENTE GBAGBO A CEDERE IL POTERE

 
   
  Bruxelles, 13 gennaio 2011 - Non si fermano i disordini in Costa d´Avorio. Tutto è nato dalla seconda tornata per le elezioni presidenziali, lo scorso 28 novembre. A vincere, secondo le Nazioni Unite e l´Unione europea, è stato lo sfidante Alassane Ouattara, ma l´ex presidente Laurent Gbagbo non ha accettato il verdetto delle urne. Sostenuto dai suoi uomini ha deciso di tenere il potere dando il via a una situazione critica per il paese, ormai sul baratro di una guerra civile. I deputati hanno già espresso la loro preoccupazione in una risoluzione del 16 dicembre. Ne abbiamo parlato con il popolare romeno Cristian Dan Preda, a capo della missione di osservazione elettorale Ue. Una situazione preoccupante - Sono stati diversi i morti dal mese di dicembre in Costa d´Avorio. La situazione è profondamente instabile, la violenza potrebbe scoppiare da un momento all´altro ancora più forte. A niente sono servite finora le pressioni della comunità internazionale sull´ex presidente Gbagbo. "Riconosci la sconfitta, passa il potere a Ouattara", chiedono a più voci. Ad oggi il presunto vincitore Ouattara è rinchiuso in un albergo. Le truppe Onu lo difendono, mentre poco lontano è l´esercito della Costa d´Avorio a proteggere il palazzo presidenziale dove dorme Gbagbo. "Evitate un aumento della tensione, evitate la lotta", ha esortato il Parlamento nella sua risoluzione. "Non possiamo escludere il rischio di un´esplosione della violenza", ha commentato Cristian Dan Preda. "Allo stesso tempo non dobbiamo dimenticare che c´è già uno stato di violenza latente. Dal 28 novembre oltre 200 persone sono state uccise nel paese". Una soluzione possibile? La comunità internazionale è unita nel denunciare il colpo di stato. "La soluzione sarebbe semplice", sostiene Dan Preda. "Bisogna accettare il verdetto delle urne e capire che l´alternanza politica è parte integrante del gioco elettorale". Del resto, aggiunge, "Non succede spesso che la comunità internazionale parli con un´unica voce e in Costa d´Avorio la nostra posizione è stata praticamente unanime", ha affermato sottolineando come finora si siano alternate in modo complementare trattative e sanzioni. Trattative - Una delegazione africana ha incontrato Gbagbo diverse volte, per negoziare la sua cessione del potere. Senza risultati, almeno per il momento. "La Cedeao, vale a dire la Comunità economica degli Stati dell´Africa dell´Ovest, ci dà qualche speranza, grazie alla sua vicinanza geografica e ai legami culturali, di riuscire a risolvere la crisi per mezzo di trattative", aggiunge Dan Preda. "Ma il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è costantemente tenuto al corrente sulla situazione, come si vede anche dalla risoluzione del mese di dicembre". Le misure contro Gbagbo e i suoi fedeli - L´unione europea ha già deciso di congelare gli asset e di revocare i visti dei consiglieri e dei sostenitori più vicini a Gbagbo. "Dobbiamo continuare a invitare tutte le parti alla moderazione. E quelli che non lo faranno, dovranno subire le conseguenze dei loro gesti. L´unione europea del resto ha già reagito in questo senso adottando sanzioni contro coloro che ostacolavano una normalizzazione politica". Il Parlamento si è già espresso molto chiaramente. "Sosteniamo la decisione Ue di imporre sanzioni contro Laurent Gbagbo e accogliamo con favore la decisione del Consiglio europeo di adottare misure che prendano direttamente di mira coloro che ostacolano il processo di pace e di riconciliazione nazionale e coloro che mettono a repentaglio i risultati del processo elettorale". Genesi di un colpo di Stato - Tutto è iniziato quando la commissione elettorale indipendente della Costa d´Avorio, composta anche da rappresentanti di entrambi i candidati, ha annunciato la vittoria di Ouattara. Risultati subito confermati anche dall´Onu e dagli osservatori internazionali. Ma la Corte costituzionale del paese è intervenuta, modificando il verdetto delle urne. "Ci sono stati imbrogli nel nord del paese (tradizionalmente a favore di Ouattara)", ha detto la Corte. "È stato Gbagbo il vero vincitore delle elezioni". Il Parlamento si è già detto fortemente amareggiato dalla decisione della Corte costituzionale, i cui componenti sono stati tutti nominati dal presidente uscente. "Questa decisione è andata contro il desiderio espresso dai cittadini della Costa d´Avorio con il loro voto". La posizione del Parlamento: "La sola fonte di legittimità democratica è il suffragio universale. I suoi risultati sono stati certificati dalle Nazioni Unite. Per questo esortiamo il signor Gbagbo a mettersi da parte, consegnando il potere a Alassane Ouattara";. I risultati elettorali hanno indicato la vittoria di Ouattara con il 54,1% dei voti, contro il 45,9% di Gbagbo..  
   
 

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