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Notiziario Marketpress di Giovedì 13 Gennaio 2011
 
   
  AMBIENTE: ROMETTI,”REGIONE UMBRIA IMPEGNATA PER VALORIZZAZIONE PATRIMONIO IDROMINERALE E TERMALE”

 
   
  Perugia, 13 gennaio 2011 – “La Regione Umbria è sempre più impegnata nella tutela, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio idrominerale e termale che, per il territorio, rappresenta una vera risorsa anche dal punto di vista economico”. Lo afferma l’assessore regionale all’ambiente, Silvano Rometti, rendendo noto che la Giunta regionale dell’Umbria ha assegnato complessivamente 250mila euro ai Comuni di Scheggia e Pascelupo, Acquasparta, Spello, Nocera Umbra e Città di Castello, per interventi di tutela e salvaguardia del patrimonio idrotermale. “Con la legge regionale n.22/2008 – ha precisato l’assessore Rometti – la Regione ha voluto promuovere, oltre alla valorizzazione e alla tutela delle acque minerali naturali, di sorgente e termali, anche lo sviluppo del territorio e, in proposito, è stata prevista la costituzione di un fondo regionale con risorse da assegnare ai vari Comuni”. Rometti, informando che la Giunta regionale ha preso atto della ‘Relazione sull’utilizzazione delle acque minerali e termali, nonché dei consuntivi e dati statistici per l’anno 2009, ha reso noto che in Umbria, con circa 1.250 milioni di litri nel 2009, si è incrementata la produzione di acque minerali del +2per cento, andando in controtendenza con il mercato nazionale”. L’incremento di produzione, secondo quanto emerge dalla relazione, è stato superiore ai risultati nazionali, che hanno registrato nel 2009 un decremento pari a circa il -1per cento rispetto al 2008 giungendo ad una produzione di circa 12.200 milioni di litri. “L’umbria quindi – ha detto Rometti - andando in controtendenza, aumenta la produzione con le acque locali poste in commercio che sono 17 a fronte delle circa 250 fonti presenti sul territorio nazionale. Tutto ciò a dimostrazione delle buone strategie messe in campo dalle società concessionarie che hanno sempre operato in stretta collaborazione con la Regione ed anche per la considerazione di cui gode l’Umbria rappresentata, a buon diritto, come una regione che tiene alla preservazione ambientale dei suoi luoghi e che fa un uso consapevole dell’acqua e del suo territorio”. Rometti ha aggiunto che “obiettivo della Regione “è puntare sempre di più alla promozione dei marchi umbri di acque minerali anche al di fuori dei confini regionali”. Un patrimonio consistente, quello delle acque minerali che, come evidenzia la relazione si sostanzia in 18 concessioni per l’imbottigliamento e 11 operatori. Per quanto riguarda l’andamento del settore dal punto di vista strettamente economico, sul fronte occupazionale nel 2009 sono state registrate le difficoltà già evidenziate nel 2008 con una riduzione del personale di 18 unità rispetto all’anno precedente, mentre l’aumento di produzione non è generalizzato per tutte le acque, ma per quelle di primo prezzo, a dimostrazione che, evidentemente, la crisi economica che attraversa il nostro paese, ha reso gli acquirenti più accorti con un conseguente calo per le acque dai marchi storici che hanno tenuto con fatica sul mercato. Particolarità: a fronte di un incremento dei volumi imbottigliati non si è avuto un incremento sostanziale dei volumi comunque utilizzati (quelli per intenderci in base ai quali viene pagato il diritto annuo dai concessionari), come già era stato per l’anno 2008. Questo a conferma, della maggiore attenzione da parte delle aziende, all’utilizzo della risorsa anche per i fini produttivi, evitando gli sprechi della stessa. Il non incremento dei consumi è da collegarsi anche alla scelta di usare formati più grandi per l’imbottigliamento, con il conseguente abbattimento degli sprechi per il lavaggio delle bottiglie. Nel 2009 infatti, il consumo complessivo di acque minerali è stato pari a 1.410.943 m3 che corrispondono ad una portata media di 44,741 litri/sec di acqua minerale utilizzata per il processo di imbottigliamento. Confrontando tale dato con i volumi realmente imbottigliati pari a 1.250.372 m3 si ottiene che l’acqua utilizzata nel processo di produzione è pari a circa l’11,4per cento di tutta quella prelevata, contro il 11,5 per cento calcolato lo scorso anno. Continua anche l’effetto sulla riduzione degli sprechi determinato dall’ammodernamento degli impianti e dall’ottimizzazione dei processi produttivi, reso necessario dall’introduzione del canone sui consumi. Il prelievo-complessivo di acqua minerale ad uso imbottigliamento rappresenta lo 0,61per cento dei prelievi autorizzati da corpi idrici sotterranei pari a 7.143 l/sec1. La relazione ha preso in esame anche il patrimonio regionale delle acque termali il cui sfruttamento è restato invariato rispetto allo scorso 2007. Nel 2009 le persone che si sono recate presso i due stabilimenti termali di Città di Castello e di Spello per cure, sono stati 15mila367, 384 in meno rispetto al 2008, facendo calare in modo tutto sommato non ancora eclatante il numero dei fruitori delle terme umbre. Le terme di Fontecchio hanno registrato 6913 presenze, di cui 3228 dall’Umbria, contro le totali 7740 della passata stagione, mentre gli assistiti presso le terme Francescane sono passati da 7mila894 dello scorso 2008 a 8mila454, di cui 6mila929 provenienti dall’Umbria per il 2009. Le Regioni che più vengono attratte dalle terme umbre, sono ancora quelle limitrofe, Toscana, Lazio ed Emilia Romagna, sembrano apprezzare l’offerta anche anche l’Abruzzo e il Lazio. Analizzando il tipo di cure prestate, si nota che le Terme Francescane continuano ad erogare cure in convenzione con le Asl, mentre le Terme di Fontecchio operano in convenzione anche con l’Inps e con l’Inail. Inoltre, nonostante le proprietà e le cure autorizzate con queste acque siano analoghe, l’attività prevalente delle Terme Francescane è quella relativa alle cure inalatorie, mentre alle Terme di Fontecchio si effettuano anche molte fangoterapie e bagni. Da notare infine, che le cure erogate privatamente, fuori quindi dalle convenzioni sanitarie, nel complesso rappresentano più del 29 per cento di quelle totali. Circa gli occupati nel settore, nel 2009 si registra una diminuizione del personale impiegato presso gli stabilimenti che, pur essendo aperti tutto l’anno, segnano il massimo di presenze nel periodo marzo-ottobre. Gli occupati diretti in questo periodo raggiungono nelle due strutture un massimo di 38 tra personale medico e paramedico e 24 tra inservienti ed altro. A questo personale va aggiunto quello impiegato nelle altre attività connesse. Infatti, entrambi gli stabilimenti, oltre a fornire le cure termali, sono dotate di strutture ricettive per il soggiorno e per la ristorazione offrendo quindi un servizio completo a chi voglia effettuare una vera vacanza all’insegna del “benessere”.  
   
 

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