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Notiziario Marketpress di Martedì 18 Gennaio 2011
 
   
  COLDIRETTI: AGRO PIRATERIA, SERVE ORIGINE PRODOTTI SU ETICHETTA

 
   
  Sul mercato italiano, prosciutto, formaggi low cost , latte a lunga conservazione, latticini, carni di maiale e derivati non a marchio, stanno subendo una forte contrazione al consumo dopo l’esplosione dell’emergenza diossina in Germania. L’italia importa dalla Germania 41 milioni di quintali all’anno in equivalente di latte (latte, latticini e formaggi), 220 milioni di chili di carne di maiale e 3,7 milioni di chili di maiali vivi che vengono macellati nella nostra penisola e arrivano sulle tavole dei consumatori con il Marchio Made in Italy. Purtroppo su questi prodotti ancora manca in etichetta l’indicazione d’origine del prodotto, nonostante le battaglie messe in atto da Coldiretti che hanno portato alla scoperta di innumerevoli casi di frode alimentare. La Ue, dopo il no espresso dal Consiglio dei Ministri della Salute, non ha intenzione di tutelare i consumatori e porre un freno all’agropirateria. Sta al Parlamento italiano, ora, recuperare con l’approvazione in sede legislativa alla Commissione Agricoltura della Camera, il disegno di legge che prevede l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta, il 18 Gennaio. I consumatori italiani, intanto, rifiutando di comprare prodotti agroalimentari non sicuri, hanno espresso concretamente la loro posizione. Produzioni biologiche e di prodotti a marchio Dop, Doc e Igp sono le più ricercate e acquistate dai cittadini. Solo il consumo di uova, pur coinvolte nello scandalo diossina, non ha subito contrazioni, nonostante l’Italia ne importi dalla Germania circa 2,7 milioni, per il fatto che in etichetta è ben chiara l’origine. Coldiretti da anni porta avanti la battaglia sull’indicazione della provenienza del prodotto obbligatoria in etichetta, facendosi portavoce non solo delle richieste degli agricoltori che si vedono depredati del frutto del loro lavoro ma anche di tutti i consumatori che, ad oggi, non sono messi nelle condizioni di tutelare la loro salute. “La creazione dei punti vendita Campagna Amica – ha affermato Piergiorgio Quarto, Presidente Coldiretti Basilicata- la realizzazione della filiera a Km Zero e la promozione di prodotti biologici, Doc, Dop e Igp, sani certificati e controllati Made in Basilicata, sono solo alcune azioni messe in campo da Coldiretti per combattere l’agropirateria e dare ai consumatori la possibilità di acquistare prodotti salutari a prezzi competitivi. Carne di maiale, uova, insaccati e latte alla diossina, sono l’ennesimo caso di frode alimentare a danno del settore primario. Mi preme sottolineare che anche su pasta, pane e derivati, conserve di pomodoro, ortaggi e frutta in scatola non è obbligatorio indicare l’origine del prodotto trasformato. In più occasioni la Federazione lucane ha dimostrato come le materie prime utilizzate nella trasformazione di questi prodotti non siano italiane nonostante sulla confezione venga riportato il marchio Made in Italy. Il grano canadese lavorato dalla Candeal S.p.a. Di San Nicola di Melfi e venduto come pasta italiana, le tonnellate di concentrato di passata di pomodoro sbarcate dalla Cina nei porti della penisola e i maiali provenienti dall’Est Europa, ma veduti come allevati in Basilicata, sono solo alcuni dei casi che stanno colpendo duramente il settore agroalimentare lucano. Per questo motivo, il 18 gennaio, è necessario che la Commissione Agricoltura della Camera, approvi il Ddl sull’etichettatura per porre un freno al grave furto d’identità e di valore a danno del Made in Italy. ”  
   
 

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