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Notiziario Marketpress di Giovedì 25 Maggio 2006
 
   
  LE UNIVERSITÀ PRESENTANO PROPOSTE PER L´ISTITUTO EUROPEO DI TECNOLOGIA

 
   
  Bruxelles, 25 maggio 2006 - La Leru (League of European Research Universities) ha espresso la propria opinione sull´eventuale struttura di un Istituto europeo di tecnologia (Eit), dopo avere disapprovato in precedenza gli elementi contenuti nelle proposte della Commissione sulla creazione dell´Istituto. Pur essendosi opposta in passato alla creazione dell´Eit, la Leru ritiene che il progetto sarà portato avanti e ha quindi deciso di mettere a disposizione "la propria esperienza e consulenza per quanto riguarda gli obiettivi, la struttura e i processi di un Eit che con tutta probabilità produrranno effetti utili". Sono due le questioni che dovrebbero definire il contesto per qualsiasi proposta relativa all´Eit, sostiene la Leru: "Le politiche degli Stati membri non hanno finanziato le università e la ricerca a livelli talmente elevati - né hanno esercitato una selettività sufficientemente forte - da far nascere istituti con adeguate risorse di finanziamento in grado di competere con gli istituti statunitensi e, potenzialmente, con i sistemi emergenti in Asia". E ancora, "I sistemi di innovazione in Europa sono relativamente deboli e l´industria, in generale, ha quindi una modesta capacità di assorbimento e di impiego in termini di ricerca e ricercatori". L´eit, pertanto, dovrebbe porsi come obiettivi complementari la promozione dell´eccellenza nei migliori gruppi di ricerca in Europa in settori selezionati, e l´incentivazione di processi di innovazione in quegli stessi settori. La Leru ha proposte molto specifiche su come l´Eit dovrebbe essere strutturato. Dovrebbe comprendere fino a dieci settori di ricerca, con una rete di tre-cinque gruppi di ricerca (i migliori in Europa) in ciascuna area. Si dovrebbe creare un partenariato fra gli enti di appartenenza, le università da cui provengono i gruppi di ricerca, per facilitare l´interazione sulla ricerca, l´insegnamento post-laurea e l´innovazione fra l´Eit e le università. La Leru dichiara che la maggior parte dei gruppi lavorerà presso università ad alta intensità di ricerca, ma che altri gruppi potranno svolgere l´attività in istituti di ricerca con capacità specialistiche d´avanguardia, pertinenti alla rete. Secondo la Leru, il collegamento con l´industria è di vitale importanza e potrebbe essere raggiunto attraverso delle "Comunità per l´integrazione della conoscenza". La Leru è contraria al distacco dei ricercatori dalle università all´Eit, come proposto dalla Commissione nel 2005. In base al piano presentato, gruppi di lavoro o intere facoltà di università, dipartimenti di istituti di ricerca o di imprese verrebbero distaccati all´Eit per periodi da 10 a 15 anni, separandosi legalmente ma non fisicamente dalle rispettive organizzazioni di provenienza. L´eit offrirebbe inoltre i propri diplomi. In risposta, la Leru afferma: "L´unico approccio razionale alla creazione di un Eit è aggiungere valore ai gruppi mondiali esistenti, non sottraendoli alle loro università che forniscono parte dell´hinterland intellettuale che rafforza e ispira il loro impegno". Il documento della Leru osserva come le diverse capacità intellettuali delle università consentano ai gruppi di sfruttare opportunità transdisciplinari inattese. L´ambiente mette un´università nella posizione di riconfigurare i propri sforzi in linea con l´evolversi dell´agenda di ricerca. "Nel mondo in rapidissima evoluzione della ricerca moderna, questa ´diversità critica´ è importante tanto quanto la ´massa critica´´´, sostiene la Leru. D´altro canto secondo la Leru le proposte della Commissione vedrebbero l´Eit tagliato fuori dalla capacità delle università di evolversi e dalla "luminosità genetica" intellettuale dell´interfaccia università-Eit. "Il mondo si sposta realmente verso l´idea di una ricerca senza frontiere, dove la relazione sinergica fra mondo accademico, industria, governo e organizzazioni senza scopo di lucro crea l´innovazione e il pensiero più produttivi", ha dichiarato David Livesey, segretario generale della Leru. "Tornare a un monopolio monolitico sarebbe un grave errore adesso. Abbiamo invece bisogno di sostenere e di sfidare le università a impiegare le loro risorse intellettuali in nuovi modi che creino l´ambiente e il contesto adatti a collegare università e imprese". È molto improbabile che gli studenti siano interessati ai diplomi offerti dall´Eit, ha aggiunto la Leru. Il documento cita l´esempio del Laboratorio europeo di biologia molecolare (Embl), che può rilasciare propri titoli. Delle molte migliaia di studenti che hanno frequentato corsi presso tale istituto, tutti hanno scelto di conseguire i loro diplomi presso università associate. La Leru ritiene che l´Eit abbia un proprio ruolo da svolgere per sviluppare processi di innovazione per il mercato, condurre la ricerca di base nelle aree prescelte, elaborare programmi post-laurea in associazione con le università ospitanti, e impegnarsi per l´attuazione di programmi rivolti ai giovani ricercatori. Per conseguire questi obiettivi, all´Eit occorrerebbe una dotazione finanziaria di almeno 1 miliardo di euro l´anno, secondo la Leru, e le reti dovrebbero avere la capacità di acquisire importanti risorse aggiuntive competitivamente da fonti nazionali, comunitarie e industriali. Http://www. Leru. Org .  
   
 

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