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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 19 Gennaio 2011 |
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FOCUS ISTANBUL 2010, A MATERA L´ARTISTA TURCA SUKRAN MORAL
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Matera, 19 gennaio 2011 - E’ considerata tra le più interessanti artiste contemporanee presenti sulla scena internazionale. Parliamo dell’artista turca Sukran Moral, da oltre 10 anni impegnata in mostre collettive e personali realizzate in Italia e all’estero, che spaziano dalle fotografie ai video-documentari alle performance artistiche che, senza pudori e falsi moralismi, e con uno stile crudo e dissacrante, denunciano la condizione di quelle persone che vivono ai margini della società come i transessuali, le prostitute, i malati di mente, gli emigranti, e lo fa entrando nei posti dimenticati, malfamati e di esclusivo “dominio” maschile. Tra i lavori più importati di Moral, “Zina” e “Il manicomio femminile di Istanbul” due video realizzati nel 1997 e nel 2003 esposti a Matera dal 15 fino al 31 gennaio nella Chiesa di Santa Maria de Armenis (piazzetta Pascoli), in una mostra dal titolo “Identità violate” curata da Bruna Fontana, e inserita nel Focus Matera-istanbul 2010 ideato dall’Associazione Matera 2019 e finanziato con i fondi Piot. L’artista sarà a Matera venerdì 21 alle 18 per incontrare il pubblico nella chiesa di Santa Maria de Armenis e raccontare la sua singolare vicenda artistica che l’ha costretta ad allontanarsi dalla Turchia. Nel corso della serata saranno presentati due lavori. Il primo si intitola “Zina” che in arabo significa adultera. Nel video l’artista si fa lapidare secondo le modalità con cui viene giustiziata una donna accusata di adulterio in alcuni paesi musulmani. Ci viene risparmiato soltanto l’atto finale della tragedia. Il secondo video ha come tema la follia e racconta il dramma di un luogo che nell’immaginario collettivo si tinge dei colori cupi dell’abbandono, della solitudine e spesso della violenza fino all’annientamento dell’identità umana. Nel video la Moral, prima da spettatrice poi da protagonista, racconta senza filtri il dramma di quel luogo. Scene di vita quotidiana scandite da azioni semplici, ripetitive, momenti di socializzazione sterili in cui ogni individuo rimane da solo, chiuso in se stesso forse perché, ormai, ha paura dell’altro. |
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