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Notiziario Marketpress di Giovedì 20 Gennaio 2011
 
   
  IL PANORAMA INDUSTRIALE

 
   
  È ben noto che, la struttura produttiva del Lazio è caratterizzata dalla presenza della piccola e media impresa, che risulta dominante per fatturato e numero di addetti nell’edilizia, nell’industria, nell’artigianato di produzione e in quello dei servizi e della manutenzione, nel commercio e nelle attività alberghiere e turistiche, nei servizi alle imprese e in quelli di intermediazione immobiliare e finanziaria, in agricoltura e nelle strutture del volontariato. Per molti anni la principale caratteristica della Regione Lazio è stata quella di avere un sistema economico fondamentalmente monocentrico, in cui gran parte di ciò che veniva prodotto era, di fatto, quasi interamente consumato entro i confini regionali e la maggior parte dei redditi proveniva da un terziario rappresentato da una Pubblica amministrazione molto ramificata sul territorio, da piccole imprese artigiane e, nella parte meridionale della regione, dagli insediamenti della Cassa per il Mezzogiorno. Gli anni Ottanta, e ancor più i Novanta, con il calo delle commesse provenienti dalla Pubblica amministrazione, la crisi dell’edilizia e il venir meno degli aiuti erogati dalla Cassa per il Mezzogiorno, hanno indotto notevoli trasformazioni nella struttura economica della regione. La scomparsa di imprese multinazionali ha implicato la ricerca di nuovi sbocchi commerciali fuori regione, favorendo in questo modo la formazione di un’imprenditorialità dinamica assai meno dipendente dal “cliente pubblico”. In termini assoluti, la tipologia di impresa più diffusa nel Lazio è la ditta individuale (261.780 unità, pari al 56,7% del totale), seguita dalle società di capitali (131.357 unità, 28,5% del totale) le società di persone (56.510 unità, 12,2% del totale) e le altre forme giuridiche (11.999 unità, 2,6% del totale). In particolare, nella provincia di Roma, dove è concentrata la grande maggioranza delle imprese industriali attive, il sistema produttivo presenta, accanto ai notevoli punti di forza, alcune zone di debolezza intrinseca nello stabilire una redislocazione territoriale dell’attività secondaria in funzione di spazi e luoghi di insediamento che seguano una direttrice costante di sviluppo e che, allo stesso tempo, facciano parte di un complesso fortemente strutturato di attività organizzate sul territorio. In questo senso, la mancanza di una vera rete infrastrutturale moderna diviene un elemento fortemente critico che si riversa sull’intero assetto produttivo. Nel panorama dell’attività produttiva laziale, l’industria aerospaziale rappresenta uno dei comparti più importanti nonché tecnologicamente avanzati. A livello settoriale vi è una forte differenziazione e specializzazione tra le imprese: il 33,3% di esse si occupa di Ict per l’Aerospazio (sistemi satellitari, impianti di trasmissione radio), il 18,5% di elettronica per l’aerospazio (sistemi elettronici militari e civili), il 16,7% di industria aeronautica e aerospaziale (produzione di velivoli militari e civili, aerostrutture) e i restanti comparti detengono quote inferiori al 10%. Il tessuto produttivo delle industrie nautiche laziali (cantieristica, fornitura e servizi) è formato principalmente da piccole imprese spesso a carattere artigianale, a parte i grandi nomi come i Cantieri Navali di Roma, Rizzardi o Aprea. A metà 2010 le imprese attive nel settore della costruzione di imbarcazioni sono 399, contro le 308 dello stesso periodo del 2009. Sempre nel 2009, il calo del fatturato è stato del -32,9% e la flessione dell’export del -58,3%. Il settore è quindi in forte crisi, e richiede interventi mirati per il rilancio dell’intero comparto come, ad esempio, accesso al credito, reti di imprese e infrastrutture e azioni volte ad aumentare l’export oltre i confini nazionali, dove molti mercati, come quello cinese, sono interessati al design italiano. Comparto particolarmente importante è poi quello dell’industria chimica e delle materie plastiche: a livello territoriale l’industria si colloca principalmente all’interno di 3 poli produttivi. Circa un terzo delle imprese sono concentrate nell’area della Capitale, il 27% sorge nei comuni del frusinate e il 20% circa si trova tra Latina, Pomezia ed Aprilia. Un’altra importante realtà dell’economica laziale è rappresentata dal comparto agro-industriale. Uno dei poli principali è quello di Latina e dei comuni limitrofi, all’interno dei quali si trovano diversi insediamenti produttivi ed alcune aziende di grande dimensione; di notevole importanza anche l’area dei Castelli Romani. Nel 2010 (dati aggiornati al terzo trimestre), è stata registrata una flessione del 2,2% in Italia e dell’1,7% nel Lazio del numero di imprese attive relative al settore delle coltivazioni agricole e alla produzione di prodotti animali, caccia e servizi connessi (Codice Ateco A01). Il settore della meccanica strumentale laziale è uno dei più importanti, anche a livello nazionale. Dal punto di vista geografico, nella provincia di Roma sono localizzate il 67% delle imprese mentre la parte restante è diffusa soprattutto tra i poli di Latina, Frosinone e Pomezia. Il comparto della meccanica industriale è spesso di supporto ad altri settori produttivi e nel 2009, il 10% dell’export regionale è derivato da questo settore, per un valore di circa un miliardo e mezzo di euro. Nel complesso la crescita delle imprese laziali al terzo trimestre 2010 è stata dello 0,4%. È uno dei primi segnali del risveglio, di una lenta ripresa dell’economia che, almeno dal punto di vista della natalità delle imprese, registra un saldo positivo. Inoltre questo risultato acquista maggiore significato se confrontato con il dato nazionale, che si attesta su un tasso di crescita del -0,1%. Emergono dunque criticità ma anche eccellenze: il valore aggiunto 2009 (dati Istat) dell’industria manifatturiera e high tech nel Lazio è stato di 43 milioni di euro, pari al 28.3% del valore aggiunto totale.  
   
 

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