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Notiziario Marketpress di Mercoledì 29 Novembre 2006
 
   
  MARCHE E ROMAGNA SI UNISCONO NEL NOME DEL FORMAGGIO DI FOSSA. A BATTESIMO IL NUOVO SODALIZIO FRA I SOMMELIER AIS DELLE DUE REGIONI

 
   
   Matrimonio nel nome dei vini e dei sapori fra i sommelier dell’Ais Romagna e dell’Ais Marche, che lunedì 27 novembre in occasione della trentaduesima edizione della Sagra del Formaggio di Fossa a Sogliano si sono incontrati e confrontati nella valorizzazione del territorio attraverso le sue specificità enogastronomiche. Sotto i riflettori il Formaggio di Fossa, prodotto d’eccellenza di Sogliano e del Montefeltro, da Talamello a Novafeltria: un formaggio prodotto con latte ovino, vaccino, caprino o misto, la cui caratteristica di unicità sta nel particolare sistema di stagionatura, che prevede la permanenza per tre mesi in fosse tufacee o di arenaria dove l’ambiente anaerobico va a modificare profondamente le caratteristiche organolettiche del prodotto. L’incontro che lunedì 27 si è tenuto nelle sale del palazzo comunale di Sogliano è stato il numero zero per quella che sarà la nuova joint venture fra due realtà storicamente in competizione fra di loro- Sogliano e Talamello- ora unite per la prima volta nella comune valorizzazione del loro prodotto di punta, il Formaggio di Fossa ormai prossimo all’ottenimento della Dop (denominazione di origine protetta). In abbinamento al formaggio, grazie all’intervento dei sommmelier Ais, grandi protagonisti sono stati i vini delle due regioni, i migliori bianchi marchigiani e i migliori rossi dell’entroterra romagnolo (certificati con i 5 grappoli di Duemilavini, la guida ufficalie dell’Associazione Italiana Sommeliers). Tre i formaggi di fossa più votati dalla giuria di esperti e sommelier: il pecorino Montefeltro Latte delle Fosse Fabbri di Perticara, prodotto sul crinale che divide il Rubicone dal Montefeltro. Una terra di confine dove le tradizioni romagnole e marchigiane si sposano in una perfetta armonia di sapori e suggestioni. Per una manciata di punti la medaglia d’argento è andata al pecorino la Ginchiglia Fosse Tera di Sogliano- quello prodotto nelle fosse del sindaco soglianese Enzo Baldazzi- seguito al terzo posto da un’altra produzione soglianese, il pecorino delle Fosse Rossini. Testa a testa anche per i vini Cinque grappoli di Romagna che si sono contesi la vittoria finale per l’abbinamento più armonico con il Fossa. Se il Verdicchio Colli di Iesi Classico Superiore Stracacio Vendemmia 2003 si è aggiudicato il primo posto, è stato il Sangiovese Riserva 2003 Domus Caia dell’Azienda Ferrucci di Castel Bolognese il vino che ha riservato la più grossa sorpresa ai sommelier, con un intrigante e insolito abbinamento di un sangiovese “morbido” dai tannini levigati, vinificato utilizzando il metodo dell’appassimento delle uve, che ha saputo sfatare i classici abbinamenti dei formaggi coi vini a bacca bianca. La giuria tecnica, che lunedì 29 è stata chiamata a valutare 22 Formaggi di Fossa (14 romagnoli e 8 marchigiani) in abbinamento a 5 vini rossi romagnoli e 6 vini marchigiani (5 bianchi e uno rosso) era composta da: Piergiorgio Angelini, scrittore ed enogastronomo (presidente di giuria) Giancarlo Mondini, Presidente Ais Romagna Otello Renzi, Presidente Ais Marche Giorgio Amadei, enogastronomo Ais Romagna Rita Mazzillo, sommelier ed enogastronoma Caliope Fabbri, esperto di formaggio di fossa Il gemellaggio Rubicone-montefeltro proseguirà lunedì prossimo 4 dicembre alle 16,30 in un secondo incontro al Teatro Sociale di Novafeltria, dove si terrà il convegno interregionale “Il Formaggio di Fossa ambasciatore del territorio, tra Marche e Romagna”. A seguire, alle 19,30 alla Locanda dei Venti di Novafeltria si terrà il Premio Ais Romagna e Ais Marche e il concorso fra ristoratori di romagnoli e marchigiani per il miglior piatto a base di Formaggio di Fossa in abbinamento a un vino scelto dai ristoratori stessi. Le fosse a Sogliano sono state scavate in epoca medievale nella roccia arenaria e l’usanza di infossare il formaggio risale al Xv secolo, quando in seguito alle distruzioni della città del 1312 e 1351 la popolazione iniziò a nascondere i viveri nelle fosse ipogee, granaio dei Malatesta. Nel settembre 2005 il prodotto caseario soglianese ha ricevuto il Premio Qualità Buonitalia quale miglior prodotto agroalimentare tradizionale ed ora è in attesa della consacrazione definitiva col traguardo della Dop. .  
   
 

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