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Notiziario Marketpress di Mercoledì 29 Novembre 2006
 
   
  FINANZIARIA: PER LE CAMERE DI COMMERCIO TAGLI INGIUSTIFICATI E DANNOSI PER IL TERRITORIO

 
   
   Milano, 29 novembre 2006 – Quest’anno sono stati oltre 580 i milioni di euro che le Camere di Commercio hanno messo a disposizione dello sviluppo delle 103 province italiane. Nel 2007 saranno molti di meno, a causa dell’impatto dei tagli di spesa che l’attuale stesura della Finanziaria e la legge Bersani-visco del luglio scorso apporteranno ai bilanci delle Camere. Il tutto provocherà un beneficio irrisorio al bilancio dello Stato a fronte di un danno di gran lunga superiore causato da minori risorse. Fatto che comprometterà l’efficienza delle strutture camerali e limiterà il ricorso alle “intelligenze” e al know how altamente professionale, che costituiscono la base indispensabile per progettare lo sviluppo. Muove da queste considerazioni l’iniziativa presa oggi dalle Camere di Commercio italiane con il coordinamento di Unioncamere, diretta a sensibilizzare le forze politiche e di governo a livello nazionale e locale sulle possibili ricadute negative derivanti dai tagli che la manovra di bilancio introduce. Alle 12, quindi, è stato trasmesso, all’indirizzo web www. Streaming. Infocamere. It un intervento del presidente di Unioncamere. Contestualmente, le singole Camere di Commercio hanno organizzato iniziative di comunicazione in ogni provincia italiana, per far comprendere come e in quale misura la riduzione delle risorse camerali, prevista dall’attuale stesura della Legge finanziaria, inciderà sulla loro azione per lo sviluppo. “Con le attuali restrizioni previste dalla Finanziaria, non potremo più svolgere efficacemente le nostre funzioni di istituzioni al servizio dello sviluppo economico”. E’ quanto ha dichiarato il presidente di Unioncamere, Andrea Mondello. "Le Camere non sono un costo per lo Stato, dal quale non ricevono risorse. Sono, piuttosto, capacità di investimento sul territorio e, quindi, di innalzamento del reddito e di incremento delle potenzialità di entrate fiscali dello Stato. Questa Finanziaria non taglia le risorse delle Camere per investimenti, ma colpisce la loro capacità di pensare, elaborare, progettare gli interventi necessari per lo sviluppo. Questo provvedimento introduce un paradosso che rischia di creare più danni che benefici al bilancio pubblico". Istituzioni di riferimento delle imprese, le Camere di Commercio italiane, infatti, sono enti pubblici, con un sistema di finanziamento autonomo, completamente a carico delle imprese e senza alcun contributo da parte dello Stato. I tagli della Finanziaria, dunque, gravando su enti che non sono finanziati con trasferimenti statali, non giovano alle casse dello Stato. Semmai, questa riduzione delle risorse potrebbe avere due effetti negativi. Uno sulle imprese, che si troveranno a pagare il contributo annuale alle Camere per servizi che, inevitabilmente, saranno inferiori sotto il profilo qualitativo e quantitativo a quelli attuali. L’altro sulle potenziali entrate fiscali, che cresceranno meno di quanto potrebbero crescere se le Camere potessero continuare ad assicurare lo stesso livello di investimenti per attività di sostegno allo sviluppo. Di grande rilievo, del resto, è la capacità di intervento sul territorio del sistema camerale. Le Camere di Commercio, infatti, oltre ad assicurare la gestione e implementazione – con modalità innovative – del Registro delle imprese, svolgono molteplici attività di supporto alle economie locali. Nel 2005, ad esempio, il sistema camerale ha investito oltre 580 milioni di euro in infrastrutture, partecipazioni e servizi per il mercato (internazionalizzazione, formazione, promozione, finanza e credito per le imprese, innovazione, ambiente ecc. ). In particolare, le attività delle Camere hanno riguardato: E-government e semplificazione dei rapporti con le imprese: le Camere hanno distribuito ad oggi 2,4 milioni firme digitali e nel 2005 hanno ricevuto e gestito 2,4 milioni di pratiche telematiche. In tre anni, questa innovazione ha consentito alle imprese un risparmio complessivo stimabile in 780 milioni di euro; Internazionalizzazione: quasi 67mila imprese sono state coinvolte iniziative e azioni di internazionalizzazione, tra missioni commerciali all’estero, partecipazione a fiere e mostre internazionali, ricevimento di delegazioni estere, formazione specifica; Innovazione: alcune migliaia di imprese hanno beneficiato degli oltre 700 interventi di supporto all’innovazione o al trasferimento tecnologico; Orientamento, formazione, alternanza scuola lavoro e mercato del lavoro: 16. 500 persone hanno preso parte ai 680 corsi di formazione realizzati direttamente dalle Camere, per complessive 20mila ore di lezione; 11mila utenti hanno beneficiato dei servizi di accompagnamento e incontro domanda-offerta di lavoro; quasi 14mila studenti di 406 scuole secondarie superiori hanno animato i 576 percorsi di alternanza scuola-lavoro promossi e cofinanziati dalle Camere con risorse proprie; Finanza e credito: le Camere hanno erogato contributi finanziari ai fondi di garanzia dei Consorzi fidi per complessivi 25 milioni di euro. Questi finanziamenti hanno consentito di liberare risorse per le imprese per un valore stimato di 300 milioni di euro. Ambiente: le Camere, che hanno competenze amministrative in materia di legislazione ambientale, nel 2005 hanno realizzato 152 azioni per la tutela e la salvaguardia del patrimonio ambientale; Nuove imprese: l’affiancamento alla creazione di impresa ha interessato oltre 11mila giovani aspiranti imprenditori, mentre quasi 4mila iniziative sono state prese a favore dell’imprenditoria femminile; Giustizia alternativa: Le Camere hanno gestito 6. 300 conciliazioni tra imprese e tra imprese e consumatori. Secondo una stima basata sul valore medio delle controversie, la conciliazione costa oltre 1. 200 euro in meno di una analoga causa civile e consente un risparmio di 822 giorni. Le Camere, inoltre, hanno gestito oltre 400 arbitrati tra imprese. Infrastrutture: le Camere sono tra i principali azionisti di centri fieristici e mercati agroalimentari all’ingrosso. Inoltre, esse sono tra i principali promotori di strutture aeroportuali e delle altre infrastrutture di trasporto. Si stima, inoltre, che la riduzione delle risorse camerali provocherà: il venir meno degli effetti moltiplicativi che i programmi di sostegno a specifiche filiere produttive hanno per un impiego più massiccio ed efficace dei fondi comunitari (15 milioni); la riduzione degli stanziamenti delle Regioni per gli specifici accordi di programma con il sistema camerale a favore delle Pmi, con effetti importanti per la loro innovazione e competitività; la contrazione delle risorse che gli Enti locali (Comuni e Province) destinano ai progetti di marketing territoriale, con il ridimensionamento degli investimenti per lo sviluppo locale (30 milioni). .  
   
 

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