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Notiziario Marketpress di Martedì 25 Gennaio 2011
 
   
  POLITICA PER LA CASA: AFFITTI

 
   
  Perugia, 25 gennaio 2011 - "L´introduzione della cedolare secca e le modifiche che il governo ha indicato nel decreto sul federalismo fiscale sono fumo negli occhi e lasciano inalterata la sostanza iniqua del provvedimento": lo sostiene l´assessore regionale alle politiche per la casa, Stefano Vinti, per il quale gli "incentivi fiscali a favore della proprietà, compresa la cedolare secca, hanno senso solo se vincolati a una riduzione degli affitti. Poter detrarre l´affitto che si paga dalla denuncia dei redditi è - per l´assessore - l´unica misura seria che, assieme alla tracciabilità dei canoni, può permettere di combattere l´enorme evasione fiscale nel settore". Nello spiegare la cedolare secca, Vinti ricorda che questo tipo di tassazione si divide in due: il 20% per il canale concordato (in cui l´affitto è più basso in media del 20% rispetto al libero mercato) e il 23% per il canale libero, una divisione che "penalizza in maniera molto drastica il canale concordato, a vantaggio immotivato dei proprietari ricchi e che praticano gli affitti più alti del libero mercato". Ipotizzando un medesimo alloggio da cui si riceve un affitto di 700 euro al mese (8400 euro l´anno), secondo l´assessore un proprietario con un reddito di 30 mila euro, se sta a canale libero ha un risparmio di 77 euro l´anno e se sta a canale concordato ci rimette 308 euro l´anno; se invece ha un reddito di 50 mila euro, con il canale libero risparmia, rispetto ad oggi, 781 euro l´anno e solo 251 con quello concordato (il vantaggio fiscale tra i due canali si riduce di 530 euro); se ha un reddito di 100 mila euro, il suo risparmio fiscale diviene di mille 138 euro nel canale libero e di 505 euro in quello concordato (qui la differenza si riduce ulteriormente di 633 euro). In pratica il piccolo proprietario con redditi bassi che affitta a canale concordato ci rimette e il grande proprietario, con redditi alti, ne ricava un ulteriore guadagno. Di conseguenza gli affitti saranno destinati a crescere perché la convenienza a stare nel canale concordato si riduce. Relativamente al differenziale del 3% tra canale libero e concordato - aggiunge l´assessore - si dice che andrà a sostenere un fondo, massimo di 400 milioni, per sgravi agli inquilini, con particolare riguardo a coloro con figli a carico. A differenza della cedolare secca l´istituzione del fondo viene rimandata a un decreto ulteriore del governo. 400 milioni diviso 3 milioni e mezzo di famiglie in affitto da privati - evidenzia Vinti - fa "l´astronomica cifra di 9,50 euro al mese". Per Vinti occorrerebbe invece introdurre la possibilità di detrarre del tutto o in parte l´affitto dalla denuncia dei redditi, così da "coniugare equità sociale e lotta all´evasione fiscale con il conflitto di interessi". Per quanto riguarda gli inquilini, Vinti ricorda che nel decreto "mille proroghe" non è stato reiterata la proroga dell´esecuzione degli sfratti e con la Legge di bilancio il fondo per il sostegno all´affitto per le famiglie con redditi bassi e incidenza dell´affitto sul reddito lordo superiore al 24% è stato tagliato dell´85%. "In Umbria nel 2009 - sottolinea l´assessore - sono state presentate circa 10 mila domande per l´accesso ai finanziamenti della misura, con un fabbisogno corrispondente pari a 26,5 milioni di euro. Una parte delle risorse è stata coperta dal contributo statale pari a 3 milioni 286 mila euro, un´altra dal contributo regionale per 1 milione 300 mila euro a cui si è aggiunto il contributo dei comuni per 700 mila euro, per un totale di 5 milioni 286 mila euro. Nel 2011 il contributo del governo verrà ridotto del 77%, esattamente di 2 milioni 530.220, per un importo da erogare pari a circa 755 mila 780 euro. Se si pensa che già in precedenza si rispondeva solo al 20% delle richieste umbre si comprende la gravità delle scelte del governo che rischiano di far precipitare centinaia di famiglie nel baratro della morosità. Le oltre 300 mila famiglie che ricevevano il contributo non lo avranno più. Aumenterà ancora di più - conclude Vinti - la voragine degli sfratti per morosità che ormai sono circa il 90% delle sentenze emesse".  
   
 

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