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Notiziario Marketpress di Mercoledì 26 Gennaio 2011
 
   
  AL PAC DI MILANO LA MOSTRA "TERMINATION SHOCK 03" DI ROBERT GLIGOROV

 
   
  Milano, 26 gennaio 2011 - Apre al pubblico oggi Termination Shock 03, la mostra di Robert Gligorov presentata oggi al Pac dall’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory assieme all’artista. L’esposizione, promossa dal Comune in collaborazione con Bnd Art Promotion, è curata dallo stesso Gligorov, su idea e progetto di Tomaso Renoldi Bracco, ed è in programma al Pac di via Palestro fino al 15 febbraio con ingresso gratuito. Termination shock 03 è un termine ripreso dalla terminologia astronomica per indicare una zona dell’eliosfera ricca di scontri tra particelle, ripreso da Gligorov per rimandare all’idea di una mostra che condensa in un solo evento la visione dell’arte e dell’essere artista. "Shock. Che cos’è uno shock? È un trauma – spiega Finazzer Flory -, un incidente, un’interruzione, uno stato mentale, un’emozione improvvisa e violenta, una reazione organica indotta da uno stimolo esterno, confusione. Oggi, tuttavia, shock è anche altro: una ‘news’, un’ultima ora. E da qui Robert Gligorov ci conduce a un ripensamento della società mediale. Artista, performer, musicista, attore unisce sperimentazione e provocazione dell’arte contemporanea per sollevare domande inevase e interrogativi inaspettati sulla realtà, i rapporti, il potere, le icone del nostro immaginario". In mostra sei installazioni inedite, alcune delle quali realizzate appositamente dall’artista per lo spazio milanese. I temi più riconoscibili delle opere esposte sono la sorpresa, l’inganno percettivo, la falsa credenza e la delusione per le aspettative disattese. È a partire dagli anni Ottanta, infatti, che i lavori dell’artista macedone giocano sui sensi e sulle attese da parte del pubblico. In questa direzione va il lavoro intitolato, non a caso, Mirage, un’installazione site specific di oltre 20 metri, in cui l’opera dialoga con l’architettura dello spazio espositivo in un’osmosi reciproca e sorprendente. Altre due opere realizzate per la mostra vanno nella stessa direzione: si tratta di Still e Pool, in cui il senso delle proporzioni e della realtà vacillano. Iglesia è un’installazione realizzata con 160.000 mollette bianche e nere, che mette in scena il dualismo tra bene e male all’interno di una costruzione fragile e improbabile. In Liquid Sky, l’universo di Robert Gligorov è liquido e porta il profumo del vino, frutto della terra e dell’uomo, sostanza sacra e profana nello stesso tempo. Elvis, sesta e ultima opera in mostra, è un lavoro sulla vanitas e la precarietà del nostro essere, che utilizza l’immagine di un pappagallo come metafora dello sfarzo dei ruoli, dei titoli e la sua conseguente decadenza. Il coordinamento della mostra è affidato a Paola Magni, mentre il testo critico è a cura del professor Valerio Deho’.          
   
 

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