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Notiziario Marketpress di Lunedì 31 Gennaio 2011
 
   
  PERSONALE FVG: LETTERA A TUTTI I DIPENDENTI DEL COMPARTO UNICO

 
   
   Trieste, 31 gennaio 2011 - Il presidente della Regione Renzo Tondo, il presidente dell´Upi (Unione Province Italiane) Pietro Fontanini e il presidente Uncem (Comunità montane) Alessio Belgrado, hanno inviato 27 gennaio a tutto il personale del pubblico impiego regionale e locale, ai consiglieri regionali, ai presidenti delle Province, ai sindaci e ai commissari delle Comunità, una lettera sul rinnovo del contratto del comparto unico per il biennio economico 2008-2009 anche ´´a supporto di quanto recentemente comunicato dall´Anci´´, l´associazione dei Comuni. Nella lettera sono toccati tre temi: le risorse a disposizione per il rinnovo contrattuale, gli incrementi retributivi che ne derivano e, infine, le disposizioni previste dalla Finanziaria regionale per il 2011. Sul primo aspetto si precisa che ´´pur in presenza della situazione economica generale che tutti conoscono, i datori di lavoro hanno stabilito di destinare per l´adeguamento del contratto in esame, la somma di 19 milioni di euro a regime. Tale somma corrisponde al 3,16 per cento della massa salariale di riferimento e quindi è molto vicina al 3,2 per cento posto quale limite massimo statale: la differenza, comunque marginale, è inferiore ai maggiori aumenti erogati nel biennio 2006-2007, come rilevato dalla Corte dei Conti´´. ´´Non va sottaciuto, per completa trasparenza, che la somma indicata - si legge ancora nella lettera - non ha trovato il consenso di talune importanti forze datoriali, orientate ad importi minori proprio in relazione alla situazione economica generale, alle maggiori basi retributive di partenza rispetto ad altre realtà territoriali nonché alle notevoli difficoltà di bilancio degli enti: nei loro confronti è stata operata quindi una forzatura verso l´alto per evitare che i problemi di sostenibilità del comparto unico vengano scaricati sui lavoratori e sulle loro legittime aspettative di breve termine. In questo quadro il tetto massimo dei maggiori oneri a regime non è ulteriormente valicabile, né politicamente né tecnicamente´´. Nella lettera si tocca poi il punto degli incrementi retributivi. ´´Con le somme a disposizione - si legge - gli incrementi per i dipendenti del comparto variano da 55 a 75 euro mensili per dipendente, calcolati anche sul salario aggiuntivo e questo sia per i dipendenti regionali che per quelli degli enti locali, ove il salario aggiuntivo è pari ad una mensilità. Con questi aumenti le posizioni retributive del personale risultano superiori a quelle delle altre regioni da un minimo di 1.400 euro all´anno ad un massimo di 7.084 euro all´anno a seconda della qualifica. Gli incrementi in valore assoluto sono superiori a quelli nazionali da un minimo del 7.90 per cento ad un massimo del 18.70 per cento´´. Per quanto riguarda la legge finanziaria per il 2011, essa ´´ha autorizzato i datori di lavoro a corrispondere, a titolo di acconto sino al 90 per cento dell´importo massimo delle somme destinate a regime per il rinnovo del contratto. Questa norma, adottata dal Consiglio regionale con l´intesa dei datori di lavoro, ha lo scopo principale di tenere indenni i lavoratori da una conflittualità sindacale che, per quanto sopra espresso, si ritiene non giustificata in relazione alla tutela del reddito dei lavoratori. Bollata da taluni sindacati come gravemente lesiva delle prerogative sindacali, la norma prevede espressamente che l´acconto è da intendersi ´salvo conguaglio all´atto della stipulazione del contratto´, il quale non viene quindi in alcun modo sostituito dalla norma di legge. Va infine ricordato che la possibilità di concedere unilateralmente acconti ai lavoratori è espressamente prevista dal decreto legislativo 165 del 2001´´. ´´I datori di lavoro - si conclude nella lettera - sono e rimangono in ogni caso disponibili a chiudere positivamente la vertenza contrattuale, interrotta unilateralmente da alcune sigle sindacali. Fanno tuttavia presente che non è attualmente possibile riconvocare i tavoli della contrattazione a causa dello stato di agitazione proclamato dalle sigle sindacali medesime e ad oggi non revocato. Questa condizione impedisce quindi di chiudere il contratto liberando tutte le risorse disponibili, compresi gli arretrati´´.  
   
 

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