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Notiziario Marketpress di Mercoledì 02 Febbraio 2011
 
   
  UNIONE DELLŽINNOVAZIONE: LŽUE CRESCE MENO DI USA E GIAPPONE

 
   
  Roma, 2 febbraio 2011 - Persiste lo scarto tra le prestazioni in materia dŽinnovazione dellŽUe e quelle dei suoi principali concorrenti internazionali: gli Usa e il Giappone. Sebbene lŽandamento nella maggior parte degli Stati membri Ue sia promettente, nonostante la crisi economica, i progressi non sono abbastanza rapidi. Mentre lŽUnione mantiene un chiaro vantaggio sulle economie emergenti di India e Russia, il Brasile continua ad avanzare e la Cina la sta velocemente raggiungendo. Queste sono alcune delle conclusioni del Quadro valutativo dellŽUnione dellŽinnovazione del 2010 pubblicato oggi dalla Commissione europea. Il Quadro valutativo è alla sua prima edizione nellŽambito dellŽiniziativa Unione dellŽinnovazione; esso sostituisce il Quadro europeo di valutazione dellŽinnovazione. Il quadro valutativo si aggiunge allŽAnalisi annuale della crescita pubblicata di recente (Ip/11/22) allo scopo di aiutare gli Stati membri a identificare i propri punti forti e le proprie debolezze e a potenziare le prestazioni in materia dŽinnovazione mediante i rispettivi programmi nazionali di riforma nellŽambito della strategia Europa 2020. AllŽinterno dellŽUe la Svezia ha ottenuto i migliori risultati, seguita da Danimarca, Finlandia e Germania. Subito dopo si attestano, nellŽordine, Regno Unito, Belgio, Austria, Irlanda, Lussemburgo, Francia, Cipro, Slovenia ed Estonia. LŽitalia rientra nel gruppo dei c.D. "innovatori moderati", quelli le cui prestazioni sono inferiori dal 10 al 50% rispetto alla media Ue. "Il quadro valutativo evidenzia che dobbiamo aumentare il nostro impegno per rendere lŽEuropa maggiormente innovativa, per raggiungere i nostri principali concorrenti e riprendere il cammino verso una crescita solida e sostenibile", ha sottolineato il vicepresidente Antonio Tajani, Commissario per lŽIndustria e lŽimprenditoria. "Il nuovo e migliorato Quadro valutativo dellŽUnione dellŽinnovazione mette in luce lŽemergenza a cui lŽEuropa deve far fronte in tema di innovazione. LŽinnovazione è essenziale per unŽeconomia moderna ed è il principale strumento di creazione di posti di lavoro". Ha dichiarato Máire Geoghegan-quinn, Commissaria per la Ricerca, lŽinnovazione e la scienza. Il quadro valutativo del 2010 si basa su 25 indicatori relativi a ricerca e innovazione e considera i 27 Stati membri dellŽUe, la Croazia, la Serbia, la Turchia, lŽIslanda, la Norvegia e la Svizzera. Gli indicatori sono raggruppati in tre principali categorie: - "Elementi abilitanti", ovvero gli elementi fondamentali che rendono possibile lŽinnovazione (risorse umane, finanziamenti e aiuti, sistemi di ricerca aperti, di eccellenza e attrattivi); - "Attività delle imprese" che mostrano in che modo le imprese europee sono innovative (investimenti, collaborazioni e attività imprenditoriali, patrimonio intellettuale); e - "Risultati" che mostrano come ciò si traduce in benefici per lŽintera economia (innovatori, effetti economici). Un confronto tra gli indicatori di Ue-27, Usa e Giappone evidenzia che lŽUnione non riesce a colmare il divario nelle prestazioni in materia dŽinnovazione che la separa dai suoi principali concorrenti. Le differenze maggiori si riscontrano nella categoria "Attività delle imprese", nellŽambito della quale lŽUe-27 è in ritardo in termini di co-pubblicazioni pubblico/privato, spesa delle imprese per attività di R&s e, rispetto al Giappone, brevetti Pct (Trattato di cooperazione in materia di brevetti). Questi dati sottolineano che il deficit di innovazione dellŽEuropa deriva innanzitutto dal settore privato. Dovrebbe quindi essere data priorità alla creazione di condizioni normative e quadro atte a incoraggiare maggiori investimenti del settore privato e ad agevolare lŽimpiego dei risultati della ricerca da parte delle imprese, in particolare tramite un sistema di brevetti più efficiente. Il divario è particolarmente ampio e in rapido aumento per quanto riguarda le entrate dallŽestero derivanti da licenze e brevetti. Questo elemento è un indicatore importante del dinamismo economico ed evidenzia che nellŽUe il modello economico e il funzionamento del mercato interno della conoscenza protetta devono essere migliorati. Esso dimostra inoltre che lŽUnione produce meno brevetti ad alto impatto (che generano entrate significative da paesi terzi) rispetto a Usa e Giappone e che non raggiunge una posizione adeguata nei settori a crescita globale elevata. Si riduce leggermente lo scarto, ancora notevole, riguardante il numero di persone che portano a termine gli studi di istruzione terziaria, con una crescita relativamente elevata nellŽUe. LŽue-27 ottiene invece risultati migliori rispetto agli Usa nellŽambito della spesa pubblica per R&s e delle esportazioni di servizi ad elevata intensità di conoscenze. Negli ultimi cinque anni la maggiore crescita degli indicatori di innovazione dellŽUe-27 si è registrata nei sistemi di ricerca aperti, di eccellenza e attrattivi (co-pubblicazioni scientifiche internazionali, pubblicazioni ad alto impatto, dottorandi extraeuropei) e nel patrimonio intellettuale (deposito di marchi Ue, brevetti Pct e disegni e modelli dellŽUe). Complessivamente lŽUe-27 rimane in posizione più avanzata rispetto a India e Russia, mentre sta perdendo il proprio vantaggio sul Brasile e soprattutto sulla Cina, il cui deficit in termini di prestazioni si sta rapidamente assottigliando. Il quadro valutativo suddivide gli Stati membri nei seguenti quattro gruppi di paesi (si veda figura 2): - Leader dellŽinnovazione: Danimarca, Finlandia, Germania e Svezia presentano risultati molto al di sopra della media dellŽUe-27. - Paesi che tengono il passo: Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Slovenia e Regno Unito presentano risultati che si avvicinano alla media dellŽUe-27. - Innovatori moderati: i risultati di Croazia, Repubblica ceca, Grecia, Ungheria, Italia, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Spagna sono inferiori alla media dellŽUe-27. - Paesi in ritardo: i risultati di Bulgaria, Lettonia, Lituania e Romania sono molto inferiori alla media dellŽUe-27.  
   
 

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