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Notiziario Marketpress di Giovedì 25 Maggio 2006
 
   
  LA COMMISSIONE EUROPEA LANCIA L’ALLARME: NON ESISTONO PRODOTTI CHE PROTEGGANO AL 100% DAI RAGGI UV CDV RIBADISCE CHE GLI OCCHIALI DA SOLE OFFRONO INVECE UNO SCHERMO TOTALE

 
   
  Milano, 25 Maggio 2006 – Si rinnova l’appuntamento con il Progetto Sole, la campagna di sensibilizzazione promossa dalla Commissione Difesa Vista per ricordare agli italiani di utilizzare gli occhiali da sole per proteggersi dai raggi Uv. Un programma che – di anno in anno – si arricchisce di nuovi contenuti e di nuovi stimoli. Spunto di riflessione del progetto 2006 è un documento della Comunità Europea – del 4 maggio scorso – che invita i produttori di articoli preposti alla protezione dai raggi solari a migliorare l’etichettatura. Un monito questo che si è reso necessario in quanto – come ha affermato Markos Kyprianov, Commissario responsabile per la salute e la protezione dei consumatori – “i consumatori devono essere messi al corrente del fatto che non esiste un prodotto per la protezione solare che fornisca il 100% di protezione nei confronti dei raggi Uv pericolosi”. Un’esigenza che i produttori di articoli ottici hanno manifestato già da tempo: un buon occhiale da sole, infatti, è sempre accompagnato da un foglietto illustrativo. “I foglietti illustrativi – raccomanda il dottor Massimo Trevisol, ottico optometrista specializzato in Visual Trainings e Sports Vision e consulente Commissione Difesa Vista – giocano un ruolo centrale per offrire al cliente le corrette indicazioni per ottenere una protezione quanto più completa e adatta ad ogni tipo di esigenza. I filtri solari degli occhiali, infatti, sono divisi in categorie, stabilite da enti internazionali con criteri scientificamente comprovati, anche a livello di normative europee (Iso 8980). Queste categorie sono cinque e vengono indicate con numeri arabi dallo 0 al 4 a seconda del grado di assorbimento dei raggi solari e di conseguenza del grado di protezione delle lenti. A cifra più alta corrisponde un maggiore grado di protezione. Per quanto riguarda la presenza di uno schermo totale “è possibile affermare – aggiunge Trevisol – che con la categoria 4 si può raggiungere un grado di protezione dai raggi Uv del 100%. Ancora maggiore è la protezione se alla lente si combina una montatura avvolgente che aderisca perfettamente al viso e una specchiatura delle superfici esterne delle lenti e dispositivi antiriflesso sulle superfici interne”. Un buon occhiale, dunque, offre una protezione completa: utilizzarlo non è un semplice vezzo. Soprattutto per le categorie più esposte quali bambini e anziani. Come ricorda il dottor Ugo Introini, Responsabile del Servizio maculopatie Ospedale San Raffaele di Milano: “Bisogna sempre considerare l’utilizzo di lenti protettive, soprattutto in due categorie di persone: i bambini, dove la trasparenza dei mezzi diottrici consente il passaggio di una quantità eccessiva di radiazioni dannose, e gli anziani, per i quali un ulteriore accumulo di danno fototossico può portare alla progressione di patologie retiniche invalidanti”. Oltre a prestare attenzione verso la qualità dei prodotti protettivi, occhiali in particolare, e alla loro corretta etichettatura, è fondamentale procedere anche con la ricerca. Questo è l’avvertimento del Cnr che invita a studiare con attenzione le mutate condizioni atmosferiche che determinano, a loro volta, una diversa condizione delle radiazioni solari. “Sarebbe opportuno – afferma Gaetano Zipoli, Ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche presso l’Istituto di Biometeorologia di Firenze – verificare come le radiazioni Uv, insieme alla luce blu, possano creare danni alla vista. Questa mi pare un’ipotesi di lavoro e di ricerca realmente interessante, da svilupparsi con continuità”. Attualmente, infatti, i presidi protettivi sono studiati per filtrare raggi Uva e Uvb, mentre i raggi Uvc, a minor lunghezza d’onda e quindi più pericolosi, risultano completamente assorbiti dalla biosfera. Ma sarà così anche in futuro, considerando le modifiche in atto, come il buco nell’ozono? Meglio essere prudenti. “In futuro – ribadisce anche il dottor Trevisol – si dovrebbero effettuare studi e monitoraggi più mirati in tal senso, che potrebbero evidenziare la necessità di ulteriori sistemi di filtraggio”. Si delinea, quindi, una crescente attenzione nei confronti della prevenzione e della protezione dai raggi solari manifestata da parte delle Istituzioni, tanto nazionali, come il Cdv, quanto internazionali, come la Commissione Europea. Cresce anche la preparazione del consumatore: sempre maggiore, infatti, è la percezione delle conseguenze nocive che ha sulla vista una scorretta esposizione al sole. Il sondaggio, promosso dalla Commissione Difesa Vista a partire dal 2004, a cadenza annuale e con l’obiettivo di monitorare gli atteggiamenti degli italiani nei confronti degli occhiali protettivi, sta dando esiti davvero soddisfacenti, anche grazie al ruolo della stampa e degli opinion leader. La diffusione di informazioni utili e preziose e la cassa di risonanza ottenuta hanno innescato un circolo virtuoso che ha portato il consumatore medio ad aumentare l’attenzione verso la prevenzione, come dimostrano i risultati del sondaggio 2006. Quest’anno, rispetto al 2005, aumenta l’attenzione verso la qualità del prodotto-occhiale: al momento della scelta, l’incidenza di motivazioni di ordine meramente estetico è diminuita di quasi sei punti percentuali, mentre si è maggiormente puntato sull’aspetto ‘salutistico’ con un aumento dell’importanza conferita alla difesa dai raggi Uv di oltre il 4%. Maglia nera ai giovani: nonostante una accresciuta consapevolezza dei rischi, tra i 18 e i 34 anni, resta alta la percentuale di coloro che scelgono l’occhiale da sole per il semplice fattore estetico (ben il 42%). Migliora invece, in generale, la conoscenza degli effetti dannosi dei raggi Uv, così come la percezione del ruolo fondamentale giocato dagli occhiali protettivi. Alla domanda “Lei ha mai sentito parlare di prevenzione dei danni alla vista, provocati dai raggi Uv, mediante l’uso di occhiali da sole?”, ha risposto affermativamente il 63% del campione rispetto al 44% dell’anno scorso (+19%). Gli italiani, dunque, manifestano una crescente attenzione verso i rischi che si corrono attraverso una esposizione non corretta ai raggi Uv. Questo ovviamente rappresenta per la Commissione Difesa Vista un punto di partenza e non d’arrivo: uno stimolo a non abbassare la guardia e a continuare a promuovere campagna di sensibilizzazione. .  
   
 

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