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Notiziario Marketpress di Mercoledì 02 Febbraio 2011
 
   
  INNOVAZIONE UE: PER RECUPARE IL RITARDO, L’ITALIA DEVE LIBERALIZZARE PROFESSIONI E MERCATO DEI SERVIZI

 
   
  Roma, 2 febbraio 2011 - “Il ritardo sull’innovazione tecnologica che l’Italia sconta rispetto ai principali paesi europei, trova un’importante causa nelle mancate liberalizzazioni e nella carenza di una politica per stimolare la concorrenza e la competitività nel settore dei servizi innovativi, ovvero dei Knowledge Intensive Service, fattori sostanziali per incrementare i processi d’innovazione e l’attrattività del Paese”. E’ quanto afferma in una nota Ennio Lucarelli, vicepresidente vicario di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, commentando i risultati del “ Quadro valutativo dell’Unione dell’innovazione”, studio comparativo della Commissione Ue presentato ieri. Lo studio europeo, infatti, evidenzia che la maggior crescita dell’innovazione, si registra in quei paesi che possono contare su sistemi di ricerca aperti e collaborativi, che hanno saputo valorizzare il loro patrimonio intellettuale sia nel sistema educativo che nei processi di trasmissione del sapere, che nello sviluppo dell´Ict e del trasferimento delle tecnologie, risultando così forti esportatori di servizi ad alta intensità di conoscenza. “Al contrario nel nostro Paese – sottolinea Lucarelli - abbiamo ancora un sistema della professioni intellettuali ancorato agli assetti corporativi e autoreferenziali del sistema ordinistico, mentre il mercato dei servizi innovativi subisce gravi distorsioni e blocchi dalla presenza di società a capitale pubblico che lavorano per le pubbliche amministrazioni al di fuori della concorrenza e del confronto competitivo, ricorrendo in modo massiccio all’in house, anche fino al 60% com’è il caso di attività altamente innovative quali l’informatica”. Secondo il vicepresidente di Csit il risultato di questa arretratezza trova una conferma negli indicatori relativi alla capacità delle Pmi di innovare sia collaborando con altri soggetti che ricorrendo a risorse interne. Capacità che appare elevata su entrambi i fronti per quasi tutti i paesi europei avanti nella classifica. Il comportamento delle Pmi italiane, invece, denuncia l’anomalia nei confronto con l´Europa, evidenziando la netta difficoltà da parte di queste imprese ad avvalersi della collaborazione di Università, agenzie, imprese di servizi innovativi, mentre si dimostrano capaci quanto quelle degli altri paesi nel fare innovazione entro i perimetri aziendali. “Questi risultati – conclude Ennio Lucarelli - indicano come le reti di imprese, la digitalizzazione dei distretti, la promozione delle partnership fra industria e servizi innovativi, su cui è fortemente impegnato il sistema confindustriale, costituiscono un’innovazione cruciale per superare le criticità indicate dall’Ue. Ma è indispensabile sostenere questo percorso con una politica di modernizzazione e liberalizzazione dei servizi innovativi, che auspichiamo trovi al più presto le condizioni per essere attuata”. Sarà proprio l’innovazione dei servizi come fattore di crescita di competitività dell’industria europea, il tema centrale della conferenza internazionale “Meeting the Challenge of Europe 2020 – The Trasformative Power of Services Innovation” che, sotto l’egida della Commissione Europea, si terrà a Roma il 17 e 18 febbraio prossimi, organizzata da Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici e da Europe Innova, a cui interverranno il vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani, rappresentanti del Governo italiano e delle istituzioni europee e vertici del sistema Confindustria. L’incontro sarà l’occasione per presentare i risultati del lavoro dell’Expert Panel on Innovation Service in the Eu, gruppo di 20 esperti europei di alto livello, chiamati dalla Commissione a fornire indicazioni strategiche per promuovere e incrementare l’innovazione nel settore dei servizi con impatto sulle politiche industriali.  
   
 

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