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Notiziario Marketpress di Giovedì 10 Febbraio 2011
 
   
  FISICI A CACCIA DI INDIZI SULLA FORMAZIONE DEGLI ELEMENTI SULLE ISOLE DI INVERSIONE

 
   
  Bruxelles, 11 febbraio 2011 -  Un team internazionale di scienziati ha gettato nuova luce su come gli elementi più pesanti si formano durante le supernove. Il team, che è stato in parte finanziato dall´Ue, è arrivato alle sue conclusioni dopo aver esaminato le cosiddette isole di inversione, dove i nuclei atomici assumono delle forme inaspettate. Lo studio è stato pubblicato nella rivista Physical Review Letters. L´ue ha sostenuto il lavoro attraverso il progetto Eurons ("European nuclear structure integrated infrastructure initiative"), che ha ricevuto 14 milioni di euro nell´ambito della linea di bilancio "Infrastrutture per la ricerca" del Sesto programma quadro (6° Pq). Quando l´universo è nato, conteneva soltanto gli elementi più leggeri: idrogeno ed elio. Altri elementi relativamente leggeri, come il carbonio e l´ossigeno, si sono formati all´interno delle prime stelle mediante la fusione dei nuclei atomici. Tuttavia, gli elementi più pesanti del ferro (tra cui oro, argento e uranio) devono la propria esistenza alle supernove. Quando le stelle esplodono, viene generata un´ampia gamma di nuclei atomici pesanti. Questi solitamente decadono in elementi più stabili attraverso una serie di fasi intermedie di breve durata. I nuclei atomici sono formati da numeri diversi di protoni e neutroni, e i fisici atomici hanno presentato un modello per prevedere quali combinazioni di neutroni e protoni dovrebbero essere le più stabili. Di particolare interesse per i fisici sono i cosiddetti "numeri magici"; se il numero di protoni e neutroni di un nucleo coincide con un "numero magico", quel nucleo possiederà una struttura stabile e una forma quasi perfettamente sferica. Tuttavia, a volte i nuclei che dovrebbero essere "magici" non corrispondono alle aspettative dei fisici; questi formano le cosiddette "isole di inversione". Un esempio di ciò è quello che dovrebbe essere il nucleo magico dell´isotopo del magnesio-32, che contiene 12 protoni e 20 neutroni. Secondo questa teoria, il nucleo del magnesio-32 dovrebbe essere perfettamente sferico. In effetti, nel suo stato energetico più basso, la forma del nucleo è piuttosto quella di un pallone da rugby o da football americano che non di una sfera. Per studiare questa isola di inversione, i ricercatori hanno creato del magnesio-32 bombardando un isotopo radioattivo dell´idrogeno chiamato trizio con magnesio-30. In questo processo, due neutroni sono stati trasferiti dal nucleo del trizio al nucleo del magnesio, creando il magnesio-32. Gli esperimenti si sono svolti al Cern, l´Organizzazione europea per la ricerca nucleare (Cern) in Svizzera. Secondo la teoria, il magnesio-32 dovrebbe passare dalla sua forma deformata a una forma sferica solo quando esso raggiunge gli stati energetici più elevati. Questo studio rappresenta la prima occasione in cui i ricercatori hanno confermato l´esistenza di una versione sferica del nucleo del magnesio-32. In effetti, i ricercatori hanno scoperto che il magnesio-32 assume una forma sferica a un livello molto inferiore rispetto a quanto era stato previsto. I ricercatori fanno notare che questo solleva delle domande relative alla precisione dei modelli che prevedono i cambiamenti nella struttura atomica. Saranno necessari ulteriori esperimenti prima che i ricercatori possano fornire una completa descrizione dei processi che si svolgono nelle isole di inversione. "Noi eravamo molto felici per essere finalmente riusciti a confermare l´esistenza dei nuclei sferici di magnesio-32," ha commentato il professor Reiner Krücken, titolare di Fisica adronica e nucleare presso la Technische Universität München, in Germania. "Ma queste informazioni presentano nuove sfide a noi fisici. Per essere in grado di prevedere l´esatto processo della sintesi degli elementi nelle esplosioni stellari, noi abbiamo bisogno di comprendere meglio il meccanismo che causa i cambiamenti nella struttura del guscio." A questa ricerca hanno partecipato anche scienziati in Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti. Per maggiori informazioni, visitare: Technische Universität München: http://www.Tumuenchen.de/ Physical Review Letters: http://prl.Aps.org/  
   
 

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