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Notiziario Marketpress di Martedì 15 Febbraio 2011
 
   
  CHIUDE A PADOVA LA CONFERENZA REGIONALE DELL’AGRICOLTURA VENETA

 
   
  Più innovazione e competitività, gestione dei sistemi produttivi più equilibrata e sostenibile, qualità delle produzioni agricole ancora più diffusa e riconosciuta, applicazione dei principi di sussidiarietà e federalismo, semplificazione della burocrazia. Sono queste, in sintesi, le priorità strategiche che il Veneto intende perseguire per far crescere la sua agricoltura da qui al 2020, con la nuova ma futura Politica Agricola Comunitaria. Ma non saranno trascurati aspetti come ad esempio i cambiamenti climatici, la gestione sostenibile delle risorse, le energie rinnovabili, dove il settore primario avrà in futuro un ruolo sempre più attivo. Il complesso di azioni e di strategie da seguire è stato definito il 12 febbraio alla Fiera di Padova, nel corso della giornata conclusiva della Conferenza dell’agricoltura veneta, aperta dall’assessore regionale Franco Manzato, che ha coronato cinque mesi di analisi, approfondimenti e dibattiti sugli scenari possibili dei prossimi anni, quando anche le ristrettezze del bilancio comunitario per il settore costringeranno le amministrazioni regionali a compiere uno sforzo enorme se vorranno far “volare” l’agricoltura. “Il Veneto ha voluto giocare d’anticipo – ha detto Manzato – perché vuole arrivare preparato alle scadenze, importanti e difficili, ormai alle porte”. E il convegno conclusivo ha delineato l’“Agenda delle priorità strategiche regionali per il sistema agricolo e rurale”: un documento snello ma corposo nei contenuti, che contiene strategie, obiettivi da raggiungere, azioni da svolgere, pubblico e privato, all’interno di un percorso condiviso che reindirizzerà la stessa politica regionale e che punta a garantire alle imprese agricole venete un futuro il più possibile “certo” in un contesto dove oggi l’incertezza è di casa. I maggiori quesiti circa la prossima politica agricola europea riguardano le risorse che la stessa Pac avrà a disposizione nel periodo 2014/2020, in primo luogo i finanziamenti da destinare ai pagamenti unici agli agricoltori (i cosiddetti premi). La Commissione europea, a questo proposito, sta elaborando le sue proposte, ma è quasi certo che sarà ridotto notevolmente l’automatismo degli interventi, lasciando agli Stati membri, e quindi alle Regioni, grandi margini di discrezionalità ma con disponibilità ridotte. In futuro, le Regioni potrebbero dunque essere chiamate a svolgere un ruolo sempre più importante nella programmazione, con un’agricoltura che dovrà mettersi sempre più al servizio dello sviluppo delle aree rurali, con uno sguardo anche ai servizi legati all’ambiente, al territorio, all’imprenditoria turistica.  
   
 

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