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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 16 Febbraio 2011 |
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ROSSI CONVOCA TUTTI PER SALVARE LA CITTÀ ETRUSCA DI GONFIENTI
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Prato, 16 febbraio 2011 – Una soluzione per Gonfienti? Ancora non c’è, ma per trovarla il presidente della Toscana Enrico Rossi ha deciso di convocare tutti i soggetti interessati e metterli a sedere attorno ad un tavolo. E di farlo velocemente, nel giro di qualche settimana. “La città etrusca che ho visto stamani è l’espressione di una civiltà così antica, raffinata e al contempo ‘globalizzata’ che non possiamo non valorizzarla, magari legandola al parco della Piana. Un segno di identità e una potenzialità turistica e culturale assolutamente da non trascurare. Ne sono rimasto davvero colpito” confessa Rossi. Che poi aggiunge: “Non sarebbe male riprendere la vecchia abitudine di programmare il futuro. Non per forza occorre fare tutto subito. Ma si può costruire qualcosa di strategico e importante anche realizzando, anno dopo anno, un pezzetto alla volta”. Una città nascosta - Per capire quello che poteva essere la città etrusca di Gonfienti, una città ancor oggi in gran parte nascosta, basta varcare il cancello del Mulino. Ed è quello che ha fatto stamani il presidente della Toscana Enrico Rossi, invitato dall’assessore alla cultura della Provincia di Prato Edoardo Nesi. Con lui c’erano gli assessori alla cultura Cristina Scaletti e al territorio Anna Marson, il sindaco di Prato Roberto Cenni, il presidente della Provincia di Prato Lamberto Gestri con l’assessore Nesi e la responsabile d’area della Soprintendenza archeologica Gabriella Poggesi. Da Gonfienti infatti, avvolto stamani alle otto da una fitta nebbia, è iniziato il tour della giunta regionale a Prato. Il Mulino è un vecchio complesso medievale, antico possesso dei Ginori, che si alza con la sua torre in alberese tra i campi e capannoni dell’Interporto pratese. Ed è in questo edificio, ristrutturato con fondi europei, che sono custoditi tutti i reperti degli scavi condotti su tre piccoli fazzoletti di terra, gli unici finora indagati. Ci sono frammenti di antichi crateri, bacili e attingitoi che arrivavano dall’Attica, dall’Egitto e perfino dalla Siria. Ci sono antefisse che dominavano i tetti delle case per affermare il potere delle famiglie che l’abitavano, alcune delle case grandi anche 1400 metri quadri. Ci sono mappe appese ai muri e la ricostruzione di un piccolo portico di un’abitazione al primo piano. Un ritrovamento fortuito, quindici anni fa - Che a Gonfienti, sepolta sotto la terra, c’era una grande città etrusca, gemella di Marzabotto e costruita per controllare i traffici attraverso l’Appenino, fu scoperto per caso nel 1995, durante la realizzazione del bacino di compenso dell’interporto. Venti ettari: metà su Prato, il resto su Campi Bisenzio. E i primi scavi iniziarono l’anno successivo. Pronti da spendere 500 mila euro - Il problema, oggi, è come conciliare il progetto dell’Interporto con la valorizzazione del sito archeologico. “Ci sono 500 mila euro pronti – si lamenta l’assessore della Provincia di Prato, Edoardo Nesi -: 300 mila li ha messi la Regione, gli altri la Provincia. Ma non riusciamo a spenderli”. Perché il terreno appartiene alla società (privata) che gestisce l’Interporto e quei terreni non possono essere ceduti gratuitamente. Dividere le due società - La proposta del Comune di Prato è quella di creare una nuova società (o una fondazione) per l’area archeologica di Gonfienti. All’inizio i soci potrebbero essere gli stessi dell’Interporto, poi magari differenziarsi. La nuova società avrebbe in dotazione i terreni della città etrusca e un magazzino da utilizzare come “officina”, ma anche una parte del debito della vecchia società, dovuto anche alle spese per gli scavi. Nel progetto del Comune c’è anche un albergo e un museo, a villa Niccolini. Questa od altre proposte saranno al centro dell’incontro convocato dal presidente Rossi |
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