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Notiziario Marketpress di Mercoledì 16 Febbraio 2011
 
   
  EUROPA DEI SERVIZI INNOVATIVI: E’ DONNA, GIOVANE E COPRE IL 49% DEL PIL UE27 PRESENTATA L’INIZIATIVA EUROPEA “MEETING THE CHALLENGE OF EUROPE 2020: THE TRANSFORMATIVE POWER OF SERVICE INNOVATION” CHE SI TERRÀ A ROMA IL 17 E 18 FEBBRAIO

 
   
  Roma, 16 febbraio 2011 – Sarà la prima iniziativa europea a proporre, concretamente ai governi, i demonstrators come strumenti strategici di una nuova politica per l’innovazione e la competitività, la cui efficacia viene testata direttamente sul campo attraverso la sua capacità di trasformare la realtà. I demonstrators, infatti, sono best practices realizzate su larga scala territoriale e dimensionale, sulla base di “Partnership dell’innovazione” stabilite fra istituzioni europee, governi nazionali e regionali e le imprese. Finalizzati a innovare i settori economici tradizionali attraverso l’integrazione fra Industria e Servizi ad alto contenuto di conoscenza (Knowledge Intensive Services, Kis) , alcuni tra i più significativi demonstrators in atto o in via di realizzazione nell’Ue verranno presentati e discussi nel corso della conferenza internazionale “Meeting the Challenge of Europe 2020: The Trasformative Power of Service Innovation” , che si terrà il 17 e 18 febbraio a Roma, promossa dalla Commissione Europea con il sostegno di Europe Innova e Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici. Oltre ad esperti, imprenditori, rappresentanti di Istituzioni europee e nazionali provenienti da Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Grecia, Italia, Olanda, Regno Unito, alla conferenza interverranno Aldo Bonomi, Linda Lanzillotta Ennio Lucarelli, Stefano Pileri, Paolo Romani, Giorgio Squinzi, Antonio Tajani, Patrizia Toia, Alberto Tripi. La conferenza di Roma è l’evento finale del lavoro dell’Expert Panel on Innovation Service in the Eu, nel corso della quale verrà presentato il Rapporto conclusivo, su cui sono chiamati a confrontarsi i decisori politici e istituzionali. L’expert Panel è stato istituito dalla Commissione europea, che ha chiamato a farne parte 20 esperti europei di alto livello provenienti dal mondo delle pubbliche amministrazioni, delle imprese, delle università, di 15 paesi dell’Ue, ai quali è stato chiesto di fornire indicazioni strategiche su come promuovere e incrementare l’innovazione nei settori dei servizi e il suo impatto sulle politiche industriali nell’ambito di Europa 2020. L’iniziativa è stata presentata questa mattina a Roma in una conferenza stampa, in cui sono intervenuti Stefano Pileri, membro italiano dell’Expert Panel e presidente di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici (Csit), Ennio Lucarelli vicepresidente vicario di Csit, Lucio Battistotti, direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea e, in videoconferenza da Londra, Allan Mayo coordinatore dell’Expert Panel. “Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici si è offerta di ospitare la conferenza europea – ha affermato Stefano Pileri - non solo per la rilevanza politica dell’evento , ma anche perché si riconosce in pieno nell’approccio e nelle indicazioni emerse dall’Expert Panel. Nel Rapporto, infatti, si afferma che per ridare slancio all’economia europea, il ricorso alla tecnologia, se pur cruciale, non basta: altrettanto determinante è valorizzare il potenziale di innovazione proprio dei Servizi ad alto contenuto di conoscenza. Sarà l’integrazione di tecnologie e infrastrutture avanzate con i servizi informatici, di comunicazione, marketing, consulenza, qualità, logistica, ingegneria e altri servizi innovativi, il fattore chiave per promuovere il passaggio delle imprese e delle Pa verso organizzazioni e processi più efficienti, per creare nuovi servizi, nuovi modelli di business e nuovi canali di mercato. E’ questo è il messaggio che la conferenza vuole lanciare ai Governi, indicando un percorso concreto per mantenere in Europa un’industria manifatturiera forte, competitiva e con alti tassi di produttività, e per innovare settori di grande impatto sociale ed economico come il turismo, la sanità, i trasporti, l’istruzione” Lucio Battistotti, spiegando i motivi che hanno spinto la Commissione Europea a promuovere l’iniziativa ha affermato: “L´innovazione ha un enorme potenziale in termini di creazione di crescita, posti di lavoro e miglioramento della qualità della vita di tutti noi. Per questo motivo è tra le priorità assolute della sua nuova strategia Europa 2020 per un rilancio dell´economia più sostenibile, più inclusiva e più intelligente. Noi tutti dobbiamo aumentare il nostro impegno per rendere l´Europa maggiormente innovativa, per raggiungere i nostri principali concorrenti e riprendere il cammino verso una crescita solida e sostenibile. Se non riusciremo a trasformare l´Europa in un´Unione dell´innovazione, infatti, le nostre economie saranno destinate al declino, con conseguente perdita di talenti e idee a danno del nostro Mercato unico dei servizi e soprattutto delle Pmi europee. Per raggiungere questo obiettivo bisogna passare anche dalla piena e corretta attuazione della Direttiva sui servizi ma anche dallo Small Business Act che stabilisce un programma ambizioso a favore dell´imprenditorialità e delle Pmi.” In videoconferenza da Londra, Allan Mayo, coordinatore dell’Expert Panel ha puntato l’attenzione su tre contributi importanti del Rapporto sulla strategia Europa 2020: “ Il Rapporto riconosce un ruolo fondamentale alle imprese dei Knowledge Intensive Services come vettori di cambiamento nell’aiutare sia l’industria manifatturiera che i servizi tradizionali ad adattarsi all’evoluzione tecnologica e alla competizione globale. Colloca al centro delle politiche industriali e dell’innovazione le Partnership per l’innovazione e i demostrators su larga scala, gli strumenti per affrontare le grandi trasformazioni della società. Indica che per affrontare i problemi dell’assistenza alle persone, del trasporto intelligente, delle “città intelligenti” o delle comunità sostenibili, è necessaria una totale trasformazione del sistema dei servizi e la conoscenza di come effettuare tali trasformazioni ha un importante valore commerciale. E ,infine, individua la necessità di lanciare un programma europeo dedicato alle più dinamiche Pmi dei servizi per aiutarle a superare le barriere sia culturali che di altro genere presenti nel mercato europeo. Io credo che il rapporto indichi alle istituzioni europee alcuni passi da fare, forti e concreti, per ottenere una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva e spero che sia accolto come merita.” Il contesto in cui si muove l’iniziativa europea è stato approfondito da Ennio Lucarelli, evidenziando che “nel decennio 2000-2009 i Servizi ad alto contenuto di conoscenza non solo hanno dato all’economia europea , Italia inclusa, gli input più consistenti verso la crescita, la competitività e l’occupazione, ma hanno contribuito alla sua evoluzione verso un modello più aperto ai giovani e al lavoro femminile, la cui presenza nel settore oggi è maggioritaria e largamente più ampia che nel resto dell’economia europea”. In questi dieci anni, infatti, il settore dei Kis ha registrato un tasso di sviluppo del 42%, a fronte del 29% segnato dall’intera economia europea, contribuendo a quasi la metà (49%) del Pil totale prodotto dai paesi dell’Ue27, pari a oltre 5.000 miliardi di euro. Per quanto riguarda l’occupazione, l’incremento avvenuto nel settore , che comprende il 33% delle forze di lavoro europee, è stato del 27%, mentre la crescita media dell’Ue27 si è attestata all’8%. Allo stesso tempo il lavoro femminile è cresciuto del 25 % (13 Ue27) con un incidenza sulla base occupazionale del settore del 58% (45% Ue27). I dati sul lavoro giovanile nei Kis (classe d’età 15-39 anni), pongono la Spagna al primo posto con una crescita occupazionale del 34,4%, a fronte del 21,7% registrato dal totale dell’economia spagnola. Seguono l’Italia con + 11,1% (-1,9% il tasso totale), la Francia con + 10,8% (+4,6%), la Germania con +5,3% (-8,5%), il Regno Unito con 5,1% (-2,5%). Quanto all’incidenza dei giovani sul totale degli addetti al settore rimane in testa sempre la Spagna con 64,1%, seguita dalla Francia con 59,9%, Regno Unito 53,5%, Italia 53,4%, Germania 51,9%. Ma qual è la situazione dei Servizi ad alto contenuto di conoscenza in Italia ? “In termini di sviluppo registrato nel periodo 2000-2009 - ha precisato Lucarelli – il settore ha dimostrato una buona vitalità, paragonabile a quella dei paesi più importanti, tuttavia persiste una sottovalutazione politica circa la necessità di puntare sull’innovazione, di attuare le riforme per ridurre la presenza dello Stato nei servizi di mercato e semplificare la burocrazia amministrativa. Senza libertà di mercato è difficile fare innovazione, perché mancano la verifica del risultato e gli stimoli della concorrenza” Con 43% di crescita del valore aggiunto avvenuta nei dieci anni considerati, i Servizi ad alto contenuto di conoscenza italiani si collocano al di sopra della media Ue27 (42%) e della Germania (29%), meno della Francia (47%) e della Spagna (89%). Per quanto riguarda l’incidenza del settore sul Pil, mentre per l’Italia si attesta al 47% del 2009, per la media Ue27 e la Germania al 49%, per la Francia al 55%, per la Spagna al 40%. “Il peso dei Servizi ad alto contenuto di conoscenza sulla nostra economia nazionale è ancora insufficiente rispetto ad altre realtà europee e questo fatto – ha concluso Stefano Pileri - spiega molte delle difficoltà che vive attualmente l’Italia nel mettersi sulla via della crescita. Oltre alla loro importanza intrinseca nell’economia questi servizi contribuiscono in modo determinante anche al successo dei prodotti dei settori manifatturieri, così importanti nel nostro tessuto industriale. Oggi siamo chiamati a contribuire alla costruzione del Mercato Unico dei Servizi: ecco, vorremmo che la Conferenza rappresentasse un’opportunità di riflessione sull’urgenza di dar vita a riforme in senso europeo del nostro mercato dei servizi”.  
   
 

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