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Notiziario Marketpress di Venerdì 25 Febbraio 2011
 
   
  LE LANGHE DI CAMILLO CAVOUR, DAI FEUDI ALL’ITALIA UNITA: 11 GIUGNO – 13 NOVEMBRE 2011- PALAZZO MOSTRE E CONGRESSI ALBA – CUNEO

 
   
  Una mostra degli anni “cavouriani” e un circuito turistico nelle Langhe e Roero di memoria risorgimentale. Camillo Cavour e le Langhe si conobbero quando il primo non era ancora “il grande tessitore”, ma solo il figlio più giovane e un po’ scavezzacollo del potente marchese di Cavour, e le seconde erano, per lo più, un’area marginale, povera e sperduta tra Piemonte e Liguria. Nel 1832 il ventiduenne Camillo fu nominato sindaco di Grinzane, un paese di 350 anime dove il padre Michele e lo zio Aynard Clermont-tonnerre possedevano gran parte delle terre coltivate. In una situazione quasi feudale, tenendo le sedute del consiglio comunale in una stanza del castello di proprietà della sua famiglia, il giovane fece il suo apprendistato con l’amministrazione delle cose e degli uomini, imparando ad amare le occupazioni agricole e a conoscere i limiti del sistema di governo sabaudo. Cavour fu sindaco di Grinzane fino al 1849, soggiornando a lungo nel Castello che ancora oggi domina l’abitato e dove una mostra permanente ne ricorda la presenza. In occasione del 150° dell’Unità d’Italia la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo con la Città di Alba e la Fondazione Ferrero dedica una mostra alle Langhe degli “anni cavouriani”. Sullo sfondo, la grande storia dell’Europa, tra il crollo dell’antico regime, la rivoluzione francese, l’età napoleonica e il processo di unificazione italiana che Cavour portò a compimento. Entrate tardi nei domini dei Savoia, rimaste a lungo isolate in una sorta di enclave dai contorni sfuggenti, le Langhe piombarono improvvisamente sulla scena politica nell’aprile 1796, quando un altro giovane, il ventiseienne Napoleone Bonaparte, le attraversò con il suo esercito e ad Alba fu proclamata una repubblica. Per la prima volta in Italia, i nuovi principi di libertà, uguaglianza e fraternità furono posti alla base di un progetto politico volto a costruire una confederazione nazionale. Simbolo di questa esperienza fu un “melarancio”, un albero della libertà stilizzato i cui frutti, formati da spicchi, tutti uguali e indivisibili, rappresentavano gli italiani. Apprezzate da Carlo Alberto e Vittorio Emanuele Ii, le Langhe iniziarono lentamente ad aprirsi alla modernità economica e sociale, prima di assurgere a mito letterario. Attraverso i volti e le vicende di nobili, borghesi, patrioti e carbonari, di donne e di preti, di eruditi e pittori, ma anche di piccoli proprietari e contadini poverissimi che vissero negli “anni cavouriani”, questa mostra racconta anche la grande trasformazione che ha formato gli italiani del 1861. Il percorso della mostra offrirà al visitatore oltre duecento tra opere d’arte e documenti storici, provenienti dai piccoli musei locali e da grandi collezioni italiane ed estere e anche oggetti appartenenti a collezioni private che vengono mostrati per la prima volta in pubblico. Circa novanta tra dipinti, sculture e cimeli storici; una settantina di documenti e mappe (assolutamente spettacolari quelle napoleoniche) e una cinquantina di vedute ottocentesche di Alba e delle Langhe, messe a raffronto con altrettante fotografie che ritraggono gli stessi luoghi nel loro aspetto attuale. Da Alba si svilupperà inoltre un circuito turistico che coinvolgerà altri luoghi della memoria risorgimentale, nelle Langhe e nel Roero, come Barolo, Serralunga con i Tenimenti di Fontanafredda, Grinzane Cavour, Dogliani, Cherasco, Bra, Pollenzo, Govone, Magliano Alfieri, Santa Vittoria d’Alba, Castiglione Tinella e Sommariva Perno  
   
 

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