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Notiziario Marketpress di
Giovedì 24 Febbraio 2011 |
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FAR DIVENTARE FVG HUB DELL´EUROPA MERIDIONALE
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Trieste, 24 febbraio 2011 - Il consigliere regionale del Pd Giorgio Brandolin, intervenuto a Udine al convegno sulla mobilità in Friuli Venezia Giulia, afferma che esiste un grave problema se le imprese non sono supportate nelle esportazioni e nella possibilità di stabilire accordi industriali; se i costi del trasporto e delle tariffe rimangono elevati; se non è possibile realizzare l´intermodalità e sviluppare trasporti sostenibili via ferro e mare; se i passeggeri si sono visti tagliare radicalmente i treni e la qualità dei servizi impedendo loro di muoversi in ambito regionale e di raggiungere città come Milano o Vienna; se i sistemi locali non sono chiamati a condividere le scelte sulle infrastrutture e coinvolti in una comune progettazione del territorio; se s´interviene esclusivamente in "regime speciale" attraverso i Commissari per realizzare le opere, salvo poi non accorciare i tempi, come nel caso della costruzione della terza corsia autostradale e delle famose rotonde di Strade Fvg. E a questo problema - per Brandolin - la Giunta regionale, con il suo presidente Renzo Tondo e l´assessore Riccardo Riccardi, non riesce a porre rimedio, lasciandosi trascinare dalle pubbliche relazioni piuttosto che dal duro lavoro amministrativo. Il Partito Democratico non si limita a esprimere preoccupazioni e critiche, doverose per ristabilire la verità che territori, cittadini e imprese conoscono bene, ma intende mettere a disposizione della comunità regionale e dei soggetti le idee e le competenze per fare del Friuli Venezia Giulia uno spazio essenziale per lo sviluppo del Paese. È proprio il Paese, cioè il Governo di Tremonti-matteoli-frattini e di Trenitalia-rfi, che - afferma il consigliere - non considera questa nostra Regione un valore aggiunto, e la costringe invece all´isolamento sia rispetto agli assi di collegamento europei sia riguardo alle connessioni con le altre aree dell´Italia. Tale situazione rischia di far degenerare la nostra economia, il patrimonio territoriale e la coesione sociale. È indispensabile iniziare proprio da questo punto: assicurare un esercizio autorevole dell´Autonomia speciale nel campo delle infrastrutture e nel sistema dei trasporti. E la prima indicazione è proporre il Friuli Venezia Giulia come progetto-Paese e, assieme a tutto il nordest, farlo diventare hub dell´Europa meridionale: solo così si si potrà realizzare una politica estera degna di questo nome e si ottimizzeranno strutture e servizi nella piattaforma logistica territoriale transnazionale´. I progetti-Paese infatti impongono la stipula di un accordo Stato-regione per il potenziamento della rete e dei servizi, incardinati nell´Av/ac ferroviaria e nel corridoio Baltico-adriatico, e per lo sviluppo della portualità e delle vie marittime, che in questo caso è incentrato sulla proposta Unicredit e sulla messa in rete del sistema portuale dell´Alto Adriatico. È l´occasione per richiamare il gestore ferroviario nazionale alle proprie responsabilità e doveri nei confronti di cittadini e imprenditori giacché l´Italia non finisce né a Verona né a Mestre. Ma già adesso servono maggiori capacità organizzative e una migliore qualità dei servizi offerti, a Pordenone come a Udine, Trieste e Gorizia. Ed è il momento di smetterla con i particolarismi regionali, sia interni al Friuli Venezia Giulia sia tra noi e il Veneto, per vincere una sfida comune nel tempo delle continue trasformazioni economiche e dei mutamenti geopolitici. Esiste, poi, un secondo indirizzo operativo. Di fronte alla scarsità crescente di risorse e alla complessità delle opere occorre un patto interno di stabilità e di sostenibilità. Il che significa la condivisione tra Comuni, Provincie, Regione e forze politiche degli obiettivi, dei finanziamenti, dei tempi e delle procedure esecutive e gestionali, necessaria almeno per i prossimi dieci anni. Da un patto di questa natura può nascere una legge di semplificazione dei procedimenti, assieme alle intese tra Regione-comuni e i progetti di territorio, in modo da determinare processi democratici e partecipativi che mettano assieme i progetti delle opere e i luoghi, l´ambiente e il paesaggio. Rimaniamo attoniti di fronte a una Giunta e a un assessore che intervengono in spregio ai principi della programmazione e del buon governo del territorio, rinchiusi in una visione che fa dell´emergenza e dell´occasionalità l´esclusivo punto di riferimento dell´azione amministrativa. Così come riteniamo incomprensibile il nuovo progetto dell´Av/ac, che l´assessore Riccardi e Rfi hanno redatto in fretta e furia. Non ci limitiamo a sostenere che questa ferrovia serve, in particolare per la movimentazione delle merci: riteniamo che il progetto vada rivisto migliorando le caratteristiche dell´opera nei territori e nei luoghi coinvolti e, per questa ragione, proponiamo una cabina di regia e un tavolo permanente per coinvolgere le istituzioni locali e per fornire tutte le informazioni alla popolazione. Se il mondo cambia e, con esso, i termini della produzione e del trasferimento della merce, allora sono destinate a cambiare anche le tradizionali strutture logistiche e industriali. Per esempio è tempo di fare dell´Interporto Alpe-adria e del Consorzio industriale dell´Aussa-corno un´unica piattaforma logistico-industriale della Bassa friulana; ciò vale anche per il Friuli Centrale, organizzando una piattaforma tra la Ziu-zau-scalo merci-distretto delle tecnologie, e per il porto di Monfalcone, che esige chiarezza e una unica struttura. Se la Regione è ferma, è nostra responsabilità farla viaggiare velocemente stando dalla parte dei territori, dei cittadini e delle imprese. |
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