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Notiziario Marketpress di Lunedì 28 Febbraio 2011
 
   
  GIUSTIZIA ITALIANA: IN CASO DI SOSPETTA DIFFAMAZIONE È POSSIBILE LA MISURA CAUTELARE DELLA RIMOZIONE DELL’ARTICOLO DALLA RETE. MA L´ATTO RIMOSSO TROVA SEMPRE UN NUOVO SITO

 
   
  La Sesta sezione penale della Corte di cassazione con la sentenza n. 7155 ha affermato che può essere sequestrato in via preventiva anche un articolo pubblicato sul blog di un sito internet, confermando, così, la misura cautelare decisa dal tribunale del riesame di Milano nei confronti di un articolo dal titolo «Basso impero» uscito sul sito www.Societàcivile.it/blog nel quale l´europarlamentare Licia Ronzulli (Pdl) aveva riscontrato alcune espressioni diffamatorie. Secondo i giudici la diffusione di un articolo attraverso internet non può trovare limitazioni se non per effetto della necessità di proteggere diritti di uguale dignità costituzionale. Essi hanno preso le mosse dall´articolo 21 della Costituzione che tutela l´esercizio dell´attività di informazione: «le notizie di cronaca, le manifestazioni di critica, le denunce civili con qualsiasi mezzo diffuse in quanto espressione di un chiaro diritto di libertà: quello della manifestazione del proprio pensiero». Per i giudici, quindi, il sequestro preventivo, quando interessa un supporto destinato a comunicare fatti di cronaca o espressioni di critica non va a comprimere solo un diritto di proprietà, ma anche un diritto di libertà. Nel caso sottopostole, la Cassazione ha condiviso con i giudici di merito il parere che dalla permanenza in rete dell´articolo e delle frasi imputate si sarebbe verificato l´aggravamento delle conseguenze del reato. Quindi, secondo la Cassazione, alla luce dell´articolo 21 della Costituzione, il sequestro preventivo degli stampati, cioè dell´intera tiratura, non è più solo possibile nei casi di stampa oscena, apologia di fascismo e plagio, espressamente previsti dalla legge, ma è estensibile anche a un qualsiasi supporto (compreso internet) destinato a comunicare fatti di cronaca ovvero espressioni di critica o ancora denunce su aspetti della vita civile di pubblico interesse. Il problema è che contrastare un atto di diffamazione sul web non è facile: l’articolo o il blog oscurato in via preventiva, infatti, continua ad essere disponibile sui motori di ricerca (nella "cache", accessibile da qualunque utente) e viene copiato e riprodotto, integralmente o in parte, su altri siti, posti, spesso, su server esteri. Pur se l´attività di diffusione di un articolo diffamante è illegale, è però impossibile bloccarla sul web. Comunque, dopo il primo sequestro, è opportuno chiedere sempre all´autorità giudiziaria di estendere il sequestro agli altri siti che offrono lo stesso contenuto  
   
 

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