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Notiziario Marketpress di Martedì 01 Marzo 2011
 
   
  VERMI MARINI RIVELANO PARENTELA CON GLI UMANI

 
   
  Bruxelles, 1 marzo 2011 - Il loro aspetto potrà anche non tradire alcuna somiglianza, ma secondo un´équipe internazionale di scienziati, due semplici vermi marini (Xenoturbellida e Acoelomorpha) potrebbero essere più vicini a organismi complessi, come gli umani e i ricci di mare, di quanto si pensi. Presentata sulla rivista Nature, la scoperta indica la necessità di una significativa revisione della filogenesi degli animali poiché mostra che questi organismi non hanno sempre avuto la stessa struttura semplice che presentano oggi. Il regno animale è diviso in diverse linee evolutive che comprendono, tra le altre, quella dei protostomi ("bocca primaria") e quella dei deuterostomi ("bocca secondaria"). Nei protostomi, la bocca che si forma all´inizio dello sviluppo embrionale sarà la bocca effettiva dell´organismo, mentre nei deuterostomi diventa successivamente l´ano e la bocca si sviluppa in un secondo momento. Finora erano stati identificati solo tre phyla di deuterostomi: i Cordati (per esempio i vertebrati), gli Echinodermi (come gli echinoidei, le stelle marine e i cetrioli di mare) e gli Emicordati (per esempio gli enteropneusti). "La nostra ricerca rivela che Xenoturbellida e Acoelomorpha formano insieme il quarto phylum, che abbiamo chiamato Xenacoelomorpha", spiega il dott. Albert Poustka dell´Istituto Max Planck di genetica molecolare di Berlino, Germania. I vermi del genere Xenoturbella vivono al largo delle coste dell´Islanda, della Scandinavia e della Scozia. Con i vermi del genere Acoelomorpha condividono una struttura corporea semplice, che raggiunge una lunghezza massima di pochi millimetri, e non hanno flusso intestinale, celoma e nessuna fessura branchiale. Molti componenti di entrambi i gruppi vivono sul fondale oceanico e si nutrono di particelle organiche presenti nei sedimenti. Alcune specie vivono da parassiti, per esempio nell´intestino dei cetrioli di mare. Secondo gli scienziati, gli Xenoturbellida e gli Acoelomorpha hanno un antenato comune, da cui discende il gruppo complesso dei deuterostomi. "Pertanto, diversamente da quanto ritenuto finora, i vermi del phylum Xenacoelomorpha non hanno sempre avuto una struttura semplice, ma hanno perso alcune delle caratteristiche tipiche di molti deuterostomi nel corso della propria evoluzione", dice il dott. Poustka. "I vermi hanno semplificato il proprio piano di costruzione perché ciò comportava chiaramente gli stessi vantaggi - o addirittura maggiori vantaggi - di una struttura corporea complicata". Con l´ausilio di modelli matematici molto sofisticati, gli scienziati hanno esaminato nuovi "mini" geni - i cosiddetti microRna (molecole di acido ribonucleico) - amminoacidi estratti da genomi mitocondriali completamente sequenziati di Acoelomorpha e Xenoturbellida e un ampio spettro di diverse centinaia di geni. L´analisi dei microRna degli Xenoturbella e del verme acelomato Hofstenia miamia ha svelato che il verme acelomato Roscoffensis di Symsagittifera, precedentemente analizzato, ha perso molti di questi "mini" geni. Il repertorio genetico degli animali in questione ha invece indicato una parentela con i deuterostomi. Per esempio, presentano un microRna che in precedenza era stato riscontrato solo negli echinodermi e negli enteropneusti. Infatti, tutti gli animali del nuovo phylum Xenacoelomorpha analizzati finora presentano il gene Rsb66, che in precedenza è stato possibile identificare solo nei deuterostomi. Gli organismi complessi dei protostomi e dei deuterostomi non discendono, pertanto, indistintamente dagli acoelomorpha come ritenuto in precedenza. I ricercatori affermano che gli studi precedenti erano chiaramente soggetti a un errore sistematico che gli scienziati chiamano "long branch attraction". Secondo loro, questo errore interviene spesso durante il confronto dei genotipi di organismi che hanno da lungo uno sviluppo autonomo gli uni dagli altri. Questo effetto può materializzarsi anche se le sequenze di Dna (acido desossiribonucleico) di alcuni organismi sono mutate più rapidamente della media. "È esattamente quello che è successo con i vermi del gruppo degli Acoelomorpha", spiega il dott. Poustka. I ricercatori stanno decodificando l´intero genoma di diverse specie di Xenacoelomorpha per capire meglio l´evoluzione dei deuterostomi. Per maggiori informazioni, visitare: Istituto Max Planck di genetica molecolare: http://www.Molgen.mpg.de/  Nature: http://www.Nature.com/    
   
 

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