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Notiziario Marketpress di Mercoledì 02 Marzo 2011
 
   
  INCONTRO TRA LA COMMISSARIA PER LA GIUSTIZIA, VIVIANE REDING, E I DIRIGENTI DELLE IMPRESE EUROPEE PER PROMUOVERE LA PRESENZA DELLE DONNE NEI CONSIGLI DI AMMINISTRAZIONE

 
   
  Bruxelles, 2 marzo 2011 - L´impresa in Europa è ancora un mondo al maschile: nei consigli di amministrazione delle maggiori imprese europee solo un membro su dieci è donna e nel 97% dei casi l´amministratore delegato è un uomo. Secondo alcuni studi, le imprese con una maggiore presenza femminile ai vertici mettono a segno risultati migliori di quelle dirette esclusivamente da uomini e, oltre a conseguire proventi di gestione più elevati, sono più abili ad attirare personale dotato e a comprendere le esigenze della clientela. Valorizzare pienamente il talento della forza lavoro femminile non solo è vantaggioso per le imprese, ma anche per l´intera economia e l´intera società. Le donne rappresentano il 60% dei laureati, eppure continuano ad essere sottorappresentate nei luoghi decisionali dell´economia. In una riunione convocata oggi su questo tema a Bruxelles, la Vicepresidente della Commissione europea Viviane Reding incontra gli amministratori delegati e i membri dei consigli di amministrazione di imprese quotate in borsa di dieci Paesi europei (v. Allegato). La riunione sarà presieduta dalla Vicepresidente della Commissione Viviane Reding insieme a Gertrude Tumpel-gugerell, membro del consiglio direttivo della Banca centrale europea. Si esaminerà come sia possibile accrescere la presenza femminile ai posti di comando e se, per ottenere rapidamente mutamenti concreti, sia meglio l´autoregolamentazione o la regolamentazione. Nel pomeriggio i servizi della Dg Giustizia della Commissione incontreranno le parti sociali sullo stesso tema (v. Allegato). La riunione odierna tra la Commissione, i dirigenti d´impresa e le parti sociali segna la prima tappa verso un maggiore equilibrio tra i generi nei consigli di amministrazione e ai vertici delle maggiori imprese europee. Il tema è stato affrontato per la prima volta nel settembre 2010, quando la Commissione europea, facendo seguito a una proposta della Vicepresidente Reding, ha affermato nella Strategia per la parità tra donne e uomini (v. Ip/10/1149) che intendeva "esaminare iniziative mirate al miglioramento della parità di genere nei processi decisionali." In base ai nuovi dati pubblicati oggi, la Commissione avrà uno scambio di opinioni con le imprese e le parti sociali per appurare quali misure abbiano preso o intendano prendere in un futuro prossimo per migliorare l´equilibrio tra i generi nei consigli di amministrazione. Nei prossimi 12 mesi la Commissione farà un monitoraggio serrato dei progressi compiuti e valuterà in seguito se siano necessarie altre misure. "Voglio lanciare un segnale chiaro alle imprese europee: l´impresa è donna", ha affermato la Vicepresidente Reding, commissaria europea alla Giustizia. "Per rilanciare l´economia europea dobbiamo sfruttare tutti i talenti che la nostra società racchiude. Per questo è tanto importante il dialogo tra la Commissione e le parti sociali. Sono convinta che un´autoregolamentazione credibile ed effettiva in tutta Europa possa davvero fare la differenza, ma mi riprometto di ritornare su questo tema tra un anno: se l´autoregolamentazione dovesse fallire, sono pronta ad avviare nuove azioni a livello dell´Unione." Secondo il recente rapporto sull´equilibrio di genere ai vertici delle imprese, le donne rappresentano in media il 12% dei membri dei consigli di amministrazione delle maggiori imprese dell´Ue quotate in borsa e solo il 3% ne è l´amministratrice delegata (v. Allegato). Naturalmente queste cifre variano da un Paese all´altro: si va dal 26% di leadership al femminile in Svezia e in Finlandia ad appena il 2% a Malta. Nonostante la lentezza con la quale si cerca di raggiungere un equilibrio ragionevole su scala europea (40% di rappresentanti dei due sessi), alcuni Paesi stanno facendo reali progressi. La Finlandia, la Svezia, i Paesi Bassi e la Danimarca hanno adottato codici di governance per le imprese e/o carte – l´adesione alle quali è facoltativa – che hanno permesso a un maggior numero di donne di entrare nei consigli di amministrazione. La Norvegia ha già introdotto una legislazione sulle quote "rosa" e lo stesso si accingono a fare la Francia e la Spagna, mentre se ne discute nei Paesi Bassi, in Italia e in Belgio.  
   
 

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