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Notiziario Marketpress di Giovedì 03 Marzo 2011
 
   
  DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA JOSÉ MANUEL DURãO BARROSO SULLA SITUAZIONE IN NORD AFRICA

 
   
  Bruxelles, 3 marzo 2011 – Di seguito una dichiarazione del Presidente della Commissione europea José Manuel Durão Barroso sulla situazione in Nord Africa: Abbiamo appena avuto una discussione molto utile e importante sulla situazione nel Sud del Mediterraneo in occasione della riunione di oggi della Commissione. Gli eventi che hanno luogo nelle zone a Sud del nostro territorio sono un appuntamento con la storia. L´europa sarà all´altezza di questa sfida e sosterrà i processi di trasformazione in corso. La Commissione dispone di una serie di importanti strumenti politici ed economici che stiamo già mettendo in campo e che rafforzeremo ulteriormente in vista del Consiglio europeo straordinario della settimana prossima. Mi piacerebbe condividere quattro punti principali con voi, dopo la discussione di oggi: In primo luogo, la Libia. Le azioni del tutto inaccettabili del regime libico nel corso delle ultime settimane hanno reso dolorosamente evidente che il colonnello Gheddafi è parte del problema, non parte della soluzione. E´ tempo per lui di partire e consegnare il paese al popolo della Libia, consentendo alle forze democratiche di delineare un percorso per il futuro. La situazione che stiamo vedendo in Libia è semplicemente scandalosa. Non possiamo accettarla. In secondo luogo, gli aiuti umanitari. L´onu ha appena dichiarato una situazione di emergenza. Siamo di fronte ad almeno 140.000 rifugiati. Appoggio l´appello lanciato dall´Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati per chiedere una risposta della comunità internazionale a questa crisi umanitaria. Mi auguro che gli Stati membri dell´Unione europea risponderanno a questo appello. La Commissione è pronta a farlo. Questa mattina, infatti, ho parlato al telefono con l´Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Antonio Guterres su questa situazione molto tragica. Come sapete abbiamo prontamente stanziato un importo iniziale di € 3 milioni, ma alla luce dei bisogni umanitari li aumenteremo immediatamente a dieci milioni. In questa fase, stiamo fornendo aiuti medici e alimentari, ricovero e altre necessità per i profughi ai confini con l´Egitto e con la Tunisia. Ho chiesto alla Commissaria Georgieva di visitare la regione stasera per supervisionare l´operazione. Voglio ringraziarla per la sua dedizione a questo compito e per il lavoro molto importante che sta facendo. Anche il meccanismo di protezione civile (Mic) dell´Ue è stato attivato per coordinare l´evacuazione delle persone in fuga dalla Libia. In terzo luogo, i rifugiati e le migrazioni. L´agenzia europea per il controllo dei confini (Frontex) e l´Italia stanno già conducendo un´operazione congiunta denominata "Hermes 2011" nella zona centrale del Mediterraneo. Quest´operazione aiuta l´Italia a far fronte ai flussi migratori attuali e potenziali dal Nord Africa. Essa può anche aiutare gli altri Stati membri che potrebbero averne bisogno. Un gran numero di Stati membri ha fornito strumenti tecnici e personale specializzato. Si tratta di un caso concreto di "Europa in azione". Vorrei ringraziare tutti coloro che mostrano questa forte sentimento di solidarietà. Per fornire ulteriore aiuto, la Commissione è pronta a mobilitare un´assistenza finanziaria straordinaria tramite fondi come il Fondo per le frontiere esterne e il Fondo europeo per i rifugiati, che ammontano a € 25 milioni in totale. La Commissaria Malmström è molto impegnata su queste azioni e voglio elogiare anche il suo lavoro. Infine, le riforme politiche ed economiche della regione. Oggi abbiamo ascoltato l´Alto Rappresentante dell´Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Cathy Ashton, che ci ha informato sulla situazione. Il Commissario Füle ha a sua volta dato il suo contributo. È chiaro che dobbiamo riformulare la nostra risposta a questa zona, il Mediterraneo meridionale, che è così vicina all´Europa. È chiaro che non dobbiamo solo affrontare le conseguenze di queste crisi: dobbiamo contribuire ad affrontare le ragioni profonde di questo processo. Abbiamo bisogno di un nuovo paradigma politico nei rapporti con i nostri vicini meridionali. Abbiamo bisogno di un "Patto per la democrazia e la prosperità condivisa". Gli eventi in corso portano enormi speranze e promesse per il futuro dei popoli del mondo arabo. Io credo che essi abbiano intrapreso un coraggioso percorso di trasformazione verso la libertà, la democrazia e una vita migliore. Penso che sia nostro dovere dire ai popoli arabi che siamo dalla loro parte! Da Bruxelles, voglio dire espressamente questo ai giovani arabi che stanno ora combattendo per la libertà e la democrazia. Siamo dalla vostra parte! Ricordiamo le nostre esperienze in Europa, quando eravamo in lotta per la democrazia - in Europa meridionale, in Europa centrale e orientale: alcuni dicevano che quella lotta non avrebbe avuto successo. Ora alcuni dicono la stessa cosa per il mondo arabo - che gli arabi non sono "idonei" alla democrazia. Credo che gli arabi siano "idonei" alla democrazia, e noi siamo dalla loro parte. Naturalmente, tutti conosciamo molto bene i rischi di questi processi di transizione. Ma l´Europa preferisce essere accusata di mantenere illusioni di democrazia piuttosto che essere ritenuta colpevole di cinismo o di perdere quest´appuntamento con la storia. Al fine di sostenere questi cambiamenti positivi, la Commissione rivolgerà il suo aiuto sostanziale su tre fronti: i) la democrazia, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti fondamentali; ii) lo sviluppo sociale inclusivo, e iii) una società civile vitale e più forte. Abbiamo circa 4 miliardi di euro fino al 2013 per l´assistenza sulla politica di vicinato che useremo in modo ancora più mirato. Vedo già una serie di azioni prioritarie specifiche: i) la riforma democratica e costituzionale, ii) la riforma giudiziaria, iii) il sostegno agli attori non statali come le Ong, i sindacati, le organizzazioni delle donne e i media. Si applicherà più forte condizionalità per premiare coloro che rispettano i valori democratici e dello Stato di diritto. Inoltre, è chiaro che le rivolte in corso sono anche dovute alla disastrosa situazione sociale in questi paesi, con alti livelli di disoccupazione, una distribuzione ineguale della ricchezza e una mancanza di opportunità. È per questo che voglio una maggiore attenzione allo sviluppo inclusivo. La ricchezza che esiste nella regione deve dare un contributo per il futuro. Da parte nostra, useremo in particolare la nostra assistenza per favorire il commercio e gli investimenti e sostenere l´imprenditorialità. Useremo anche la leva dei fondi della Banca Europea degli Investimenti e prepareremo un pacchetto di stimoli per la regione, con un focus particolare sulle Pmi, per contribuire a creare posti di lavoro. Credo anche che la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers) può fare di più ed essere più attiva al Sud. Questa è l´intenzione della Bers se gli Stati Ue che sono membri della banca sono pronti a cambiare lo statuto. Ieri ho già parlato con il presidente della Bers, che sosterrebbe questo cambiamento nello statuto della banca, per poter usare la loro grande esperienza di transizione e in materia finanziaria a sostegno del Sud del Mediterraneo. Infine, non possiamo contribuire a società aperte, se non incentivando ulteriormente la mobilità. Dobbiamo essere pronti a offrire partenariati per la mobilità ai paesi che soddisfano determinate condizioni, e anche prendere in considerazione delle facilitazioni sui visti per gli studenti, i ricercatori e gli imprenditori, in modo che la mobilità possa aumentare, tra quei paesi e l´Europa. La stessa Unione europea è una comunità democratica di Stati che hanno superato enormi ostacoli storici. Questa storia europea di successo è stata possibile, quando la paura ha lasciato spazio alla speranza, e quando la repressione ha dovuto arrendersi alle forze inarrestabili della libertà. Comprendiamo quindi del tutto da dove sorgono le democrazie nascenti nel Mediterraneo meridionale. Molte persone di questi paesi stanno dimostrando che non vogliono dittature. Ora dobbiamo sostenerle nella costruzione di democrazie reali. Esse, naturalmente, devono seguire la loro strada e fare le loro scelte. Non spetta a noi dire loro cosa fare. Ma voglio chiarire bene una cosa: L´ue e la Commissione sono totalmente determinate a sostenerle nel loro cammino verso la democrazia e un futuro migliore.  
   
 

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