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Notiziario Marketpress di Lunedì 07 Marzo 2011
 
   
  APPALTI PER LE PULIZIE NELLE SCUOLE: LA REGIONE TOSCANA SOLLECITA IL MINISTERO

 
   
  Firenze, 7 marzo 2011 – In Toscana sono oltre 1.200 (per la precisione 1.236) e in tutta Italia circa 26 mila: in prevalenza donne, lavorano nei servizi – esternalizzati – di pulizia, ma spesso anche di sorveglianza, nelle scuole italiane. Con stipendi da 500/600 euro al mese (“un pezzo del lavoro povero che anche in Toscana purtroppo sta prendendo campo”, ha detto una sindacalista). Il loro contratto è in scadenza (scadrà a fine giugno) e non è ancora chiaro quale sarà la loro fine, cosa accadrà dal primo luglio e con il nuovo anno scolastico. Oltretutto è stata recentemente emanata dal ministero una circolare che inviterebbe le singole scuole a effettuare singoli appalti in una logica che sindacati, datori di lavoro e istituzioni definiscono “da spezzatino”. Una delegazione di sindacalisti toscani (Barbara Ercolani Cisl, Michele Panzieri Uil, Dalida Angelini Cgil) è stata ricevuta questa mattina, in palazzo Strozzi Sacrati sede della presidenza di Regione Toscana, dalla vicepresidente con delega all’istruzione Stella Targetti e dall’assessore al lavoro Gianfranco Simoncini. Davanti alla “forte preoccupazione” dei sindacalisti “per un problema non indifferente che riguarda la sorte di tanti lavoratori deboli ma anche i livelli qualitativi dell’offerta scolastica”, i due assessori regionali hanno espresso “solidarietà, vicinanza e preoccupazione”. E hanno preso l’impegno, in particolare la vicepresidente Targetti che nella Conferenza delle Regioni presiede la Commissione Istruzione, di sollecitare la convocazione di un tavolo tecnico presso il ministero (“più volte chiesto da sindacati e datori di lavoro”) capace di “concertare e definire la migliore soluzione” rispetto ai contratti in scadenza. “Non pochi timori” sono stati poi condivisi, nella sede di Regione Toscana, davanti al “possibile spezzatino negli appalti di pulizia nelle scuole perchè scendere al di sotto di un certo livello può significare – hanno concordato i partecipanti all’incontro – un ostacolo nella qualità dei servizi offerti in un ambiente così particolare come quello scolastico”.  
   
 

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