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Notiziario Marketpress di Martedì 08 Marzo 2011
 
   
  UN TEAM DI SCIENZIATI METTE IN DUBBIO IL RUOLO DELLE "SELECTIVE SWEEPS" COME MOTORE DELL´EVOLUZIONE UMANA

 
   
  Bruxelles, 8 marzo 2011 - Alcuni scienziati europei e statunitensi stanno facendo vacillare la nozione tradizionale di evoluzione dell´uomo: da 35 anni, i genetisti sostengono infatti che le cosiddette "selective sweeps" (letteralmente, "spazzate selettive"), cioè a dire il rapido diffondersi di una mutazione genetica positiva tra la popolazione umana, siano il motore primario della nostra evoluzione, ma uno studio pubblicato recentemente da "Science" suggerisce che tali eventi potrebbero essersi verificati soltanto raramente, e dunque avere un´influenza relativa sulla storia della nostra specie. Lo studio afferma che il ruolo di motore di cambiamento primario nei fenotipi umani potrebbe essere invece svolto da modifiche di minore entità in più geni e invoca nuovi modelli che permettano di tracciare nuovamente le fasi genetiche dell´evoluzione. In seguito all´esame delle sequenze di quasi 200 genomi umani, i ricercatori hanno affermato di aver trovato nuove prove contro il concetto di "selective sweeps" come modalità dominante di adattamento dell´essere umano. "I risultati da noi ottenuti indicano che in tempi recenti l´adattamento dell´uomo non è stato determinato dall´arrivo e dalla diffusione di singoli cambiamenti di grande impatto, ma piuttosto da modifiche della frequenza in molti punti del genoma", afferma Molly Przeworski, coautrice dello studio e professoressa di Genetica umana, ecologia ed evoluzione all´Università di Chicago (Stati Uniti). "Sembra proprio che l´adattamento dell´uomo, come peraltro accade con la gran parte delle più comuni patologie dell´uomo, abbia un´architettura genetica complessa". Il modello tradizionale delle "selective sweeps" prevede che un nuovo gene vantaggioso si diffonda rapidamente tra la popolazione e, di conseguenza, si fissi nel genoma umano con un numero di variazioni inferiore rispetto a un gene che, al contrario, si diffonde più lentamente. I genetisti hanno impiegato questo modello per ricercare segmenti genetici circondati da aree in cui la variazione fosse minore, cioè l´impronta teorica delle "selective sweeps". L´applicazione del modello ha permesso di identificare oltre 2.000 geni, pari al 10% circa del genoma umano: ciò faceva supporre che le "selective sweeps" fossero un evento frequente, responsabile del passaggio evolutivo dal primate all´uomo. "Da quando è stato presentato, nel 1974, il modello delle ´selective sweeps´ è stato ritenuto centrale", afferma Przeworski. "Si può infatti dire che si tratta del modello alla base di qualsiasi scansione genomica effettuata finora, sia nell´uomo sia in altri organismi". Le aree di ridotta diversità attorno ai segmenti genetici potrebbero però risultare anche da altri meccanismi evolutivi. Per capire se le "selective sweeps" siano state o meno la causa predominante della formazione di tali aree, l´équipe di ricerca ha utilizzato i dati di 179 individui inseriti nel progetto internazionale "1000 Genomes", volto a catalogare la variazione umana. "Si tratta di una raccolta di dati all´avanguardia, che ha permesso di eseguire un´analisi di questo tipo per la prima volta al mondo", dichiara Ryan Hernandez, professore di Bioingegneria e scienze terapeutiche alla University of California, San Francisco (Ucsf, Stati Uniti). Il team si è interessato ai geni contenenti sostituzioni specifiche dell´uomo, in cui la sequenza nucleotidica era differente da quella dei primati più vicini. "La variazione fenotipica negli esseri umani non è semplice come pensavamo", spiega Hernandez. "L´idea che l´adattamento umano possa essere il risultato di singoli cambiamenti a livello di amminoacidi è affascinante, ed è comunque fantastico disporre di alcuni esempi concreti di questi eventi, ma è una visione troppo semplicistica". Altre prove a sfavore delle "selective sweeps" sono state fornite dal confronto della variazione dei genomi in popolazioni differenti: poiché le popolazioni nigeriana, europea e cinese/giapponese si sono separate circa 100.000 anni fa, adattandosi ad ambienti diversi, frequenti "selective sweeps" avrebbero dovuto fissare differenze genetiche evidenti tra queste popolazioni. "Questi risultati mettono in dubbio non solo l´utilità futura dell´approccio delle ´selective sweeps´, ma anche la veridicità delle scoperte realizzate finora", conclude la professoressa Przeworski. A questo studio hanno contribuito esperti israeliani e britannici. Per maggiori informazioni: Science: http://www.Sciencemag.org/  University of Chicago: http://www.Uchicago.edu/index.shtml    
   
 

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