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Notiziario Marketpress di Mercoledì 09 Marzo 2011
 
   
  APER: LETTERE AI MINISTRI ROMANI E GALAN SU DECRETO LEGISLATIVO DI RECEPIMENTO DELLA DIRETTIVA 28/2009/CE

 
   
  Milano, 9 marzo 2011 - Di seguito le lettere inviate dall’Associazione Aper all’attenzione del Ministro Romani e del Ministro Galan.
Milano, 7 marzo 2011 Spett.le Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Via Xx Settembre, n. 20 00187 Roma Fax: 06 4742314; Alla c.A. Ministro On. Giancarlo Galan E p.C. Spett.le Confagricoltura C.so Vittorio Emanuele Ii, 101 00186 Roma Fax: 06 6861726; Alla c.A. Prof. Federico Vecchioni Spett.le Coldiretti Via Xxiv Maggio, 43 00187 Roma Fax 06 4871199; c.A. Pres. Sergio Marini Spett.le Confederazione italiana agricoltori Via Mariano Fortuny, 20 00196 Roma c.A. Pres. Giuseppe Politi. Milano, 7 marzo 2011 Prot.n.61/2011 Oggetto: Schema Di Decreto Legislativo Recante Attuazione Della Direttiva 2009/28/Ce Del Parlamento Europeo E Del Consiglio Del 23 Aprile 2009 Sulla Promozione Dell’uso Dell’energia Da Fonti Rinnovabili, Recante Modifica E Successiva Abrogazione Delle Direttive 2001/77/Ce E 2003/30/Ce Aper (Associazione Produttori Energia da fonti Rinnovabili) riunisce e rappresenta i produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili per tutelarne i diritti e promuoverne gli interessi a livello nazionale ed internazionale. E’ la prima associazione italiana in quanto a rappresentatività e una delle maggiori a livello europeo per numero di associati e potenza installata. Attualmente conta oltre 460 iscritti, più di 1.100 impianti per un totale di oltre di 7.600 Mw di potenza elettrica per produrre circa 25 miliardi di kWh all’anno dalle fonti rinnovabili, a cui corrisponde una riduzione di emissioni di Co2 di oltre 18 milioni di tonnellate annue. Apprendiamo dalle recenti dichiarazioni agli organi di stampa della sua soddisfazione per quanto contenuto nello schema di Decreto in oggetto, in merito alle fortissime limitazioni poste all’utilizzo dei terreni agricoli per la realizzazione degli impianti fotovoltaici, in quanto sarebbero “una bestemmia dal punto di vista paesaggistico ed un insulto all´agricoltura, visto che sottraggono grandi superfici”. A tal proposito ci preme innanzitutto osservare che ad oggi meno della metà degli impianti realizzati (3,7 Gw connessi alla rete elettrica nazionale, come riportato sul portale del Gestore dei Servizi Elettrici), insiste su terreni agricoli – e se anche tutti gli 8.000 Mw previsti dal Pan fossero realizzati in aree agricole occuperebbero meno dello 0,1% della superficie coltivabile in Italia - e nella maggioranza questi interessano aree agricole marginali, non produttive, o comunque non utilizzate da diverso tempo a scopi agricoli dai proprietari in quanto assolutamente non remunerativi, e praticamente in nessun caso sottraggono terreni a colture agricolo di pregio, essendo ciò normalmente (nonché correttamente e opportunamente, aggiungiamo) impedito dalle norme regionali e/o locali che regolano la realizzazione di questi impianti. Premesso quanto sopra Aper intende evidenziare il grave danno arrecato dalle disposizioni di cui all’art. 10 comma 4 dello schema di decreto adottato dal Consiglio dei Ministri, in quanto ritiene che le limitazioni poste recheranno non soltanto un pesantissimo freno allo sviluppo del settore fotovoltaico in Italia, ma anche grave nocumento al settore agricolo, che invece si avviava a trarre benefici dai proventi offerti dalla diversificazione delle attività verso iniziative di produzione di energia fotovoltaica, senza che vi sia per questo alcuna effettiva contropartita a favore del settore stesso. I nostri Associati, che godono di una forte e capillare presenza sul territorio, ci segnalano a tal proposito numerosissimi le gravi preoccupazioni degli stessi proprietari terrieri che vedono privarsi con l’approvazione del decreto di una importante opportunità e possibili fonti di reddito non altrimenti compensate; ci sorprende, a tal proposito, anche la soddisfazione di talune importanti associazioni di categoria del mondo agricolo che invece dovrebbero tutelare gli interessi primari di tutto il settore. Di conseguenza riteniamo che tali previsioni non tutelino affatto il settore agricolo, ma al contrario ne indeboliscano sostanzialmente la capacità economica. Confidando in un suo chiarimento in merito La preghiamo, qualora non avessimo colto correttamente lo spirito della sua riforma, di illustrarci – e agli agricoltori in primis oltre che a noi - la strategia che sottende a tale scelta. Restando in attesa di una Sua convocazione per poter meglio affrontare gli argomenti sopra esposti, la ringrazio per l’attenzione e Le porgo i miei più cordiali saluti. Il presidente Aper Roberto Longo.
Milano, 7 marzo 2011- Onorevole Ministro Paolo Romani Ministero dello Sviluppo Economico Via Molise, 2 00187 Roma Prot. 60/2011- Egr. Ministro Romani, dopo l’uscita del “Decreto Rinnovabili” sembra concretizzarsi sempre di più il rischio che il provvedimento possa provocare la paralisi per tutto il settore delle rinnovabili, determinando una situazione di crisi generalizzata. Il Decreto, che in recepimento della direttiva europea avrebbe dovuto promuovere lo sviluppo delle fonti rinnovabili ai fini del raggiungimento degli obiettivi al 2020, si è invece rivelato uno strumento per sanzionare presunti sviluppi speculativi del settore. Questo è quanto si evince innanzitutto dal metodo utilizzato: per i principali punti chiave del “sistema rinnovabili” – in primis la definizione del valore degli incentivi - si rimanda infatti a future disposizioni attuative, introducendo così ulteriori elementi di incertezza. Si sottolinea inoltre che il pericoloso effetto retroattivo del decreto, va a bloccare non solo i progetti futuri, ma anche quelli già avviati e finanziati, mettendo a rischio fallimento aziende fino a ieri stabili e in crescita. Le confermo la nostra disponibilità a partecipare da subito ai tavoli di concertazione per la correzione del provvedimento in discussione nonché alla definizione dei decreti attuativi da Lei annunciati a breve e, facendo seguito alla precedente richiesta già inoltrataLe in data 3 febbraio 2011, le chiedo di poter essere ricevuto al più presto per poterLe illustrare di persona la posizione in materia dell’Associazione, che in questi anni ha sempre cercato faticosamente una linea di corretto equilibrio e conciliazione tra la necessità dell’efficientamento delle politiche di sostegno e le legittime richieste di sviluppo non speculativo della categoria e della relativa filiera industriale. In attesa di una Sua convocazione, la ringrazio per l’attenzione e Le porgo i miei più cordiali saluti. Il presidente Aper Roberto Longo
 
   
 

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