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Notiziario Marketpress di Mercoledì 09 Marzo 2011
 
   
  PESCA IN EMILIA ROMAGNA, AVVIATO IL PERCORSO PER REALIZZARE IL PIANO DI GESTIONE LOCALE

 
   
  Bologna - Progressiva riduzione dello sforzo di pesca anche attraverso l’utilizzo di periodi di “fermo” programmati; tutela e sviluppo delle risorse ittiche; stabilizzazione del reddito dei pescatori ad un livello adeguato. Sono in sintesi gli obiettivi del piano di gestione locale – uno strumento previsto dalla politica comunitaria di settore - che l’Emilia-romagna propone alle marinerie in sintonia con le analoghe iniziative di Marche e Veneto. L’avvio del piano è avvenuto ieri , in un incontro tra l’assessore regionale all’agricoltura ed economia ittica Tiberio Rabboni, e i rappresentanti dei consorzi, delle cooperative e dei sindacati dei lavoratori della pesca marittima che operano in Emilia-romagna. Al termine di un ampio percorso di consultazione e confronto, il piano, per essere realizzato, dovrà essere approvato da almeno il 70 per cento dei pescatori. Un piano - ha commentato Rabboni – che dovrà essere ampiamente condiviso. Nei giorni scorsi sono stati siglati due protocolli d’intesa tra i Consorzi di gestione molluschi dell’alto Adriatico (Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia-romagna) e tra i rappresentanti delle marinerie di Porto Garibaldi, Cesenatico, Rimini e Cattolica. Le due intese fissano gli obiettivi del piano e contengono l’impegno a costituire un coordinamento unitario tra le marinerie che esercitano la pesca a strascico nella fascia costiera dalle 6 alle 12 miglia, anche per applicare il regolamento Ce 1967 del 2006 (che vieta il prelievo di pesci di piccola taglia) e a creare un’unica organizzazione di produttori. Dal confronto di stamane è emersa una situazione molto pesante del settore, ma sono venute anche diverse proposte per cercare di attutirne gli effetti, che sono state fatte proprie da Rabboni. “Il settore della pesca – ha precisato l’assessore – per continuare a vivere dovrà essere riorganizzato e ristrutturato nelle sue funzioni produttive e commerciali”. “Il piano di gestione - ha aggiunto – dovrà tenere conto delle specificità dell’area in cui va realizzato, che comprende il delta del Po, delle deroghe per i sistemi di pesca che potremo chiedere al Ministero e all’Unione Europea sulla base di studi scientifici già acquisiti o in corso come ad esempio per la pesca del latterino e di altri che acquisiremo nelle prossime settimane. Inoltre destineremo agli obiettivi del piano di gestione le risorse del Fondo europeo ed altre risorse che cercheremo di attivare, comprese quelle per allargare i beneficiari e i contributi per le imbarcazioni non più adeguate all’attività e alle nuove regole comunitarie”.  
   
 

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